Missione compiuta in casa Pallacanestro Varese. 103-92 il finale contro la Fortitudo Bologna e salvezza matematica acquisita per una squadra che raggiunge così il primo vero obiettivo stagionale, al di là di tutto quello che quest’anno è successo in casa biancorossa.

Una vittoria, quella di ieri sera contro la Effe, che è stato il modo migliore per i biancorossi di concludere la stagione, giocando una di quelle partite che rimangono nella mente e nel cuore dei tifosi al di là di quello di quello che è poi il mero risultato sportivo, pesantissimo in questo caso.

Due punti che lasciano un senso di compiutezza di questa Pallacanestro Varese che vince portando ben sette giocatori su 9 a referto in doppia cifra, che regala spettacolo, esalta la gente e da essa viene spinta in ogni azione, fino alla sirena finale. Una simbiosi con il popolo biancorosso che poi altro non è che la vera ricetta di questa salvezza.

Perché la OJM che si salva è questa, quella della gente, quella guidata da coach Alberto Seravalli, uomo sempre presente nel momento del bisogno, di Giancarlo Ferrero che per amore dei colori fa di tutto ed anche di più in campo come fuori, di De Nicolao che si prende la squadra in mano nel momento più duro e la guida, di Beane e Woldetensae che mettono in campo tutta la loro energia e qualità, di Sorokas e Vene che sublimano la loro convivenza nei pitturati italiani, di Reyes che si riscopre grande e determinante al di là di tutto, di Keene che è la variabile impazzita e più talentuosa e dei giovani Librizzi, Virginio e Caruso , che hanno portato linfa ed entusiasmo, di una squadra che è stata davvero tale prima e dopo tutto.

E’ la vittoria di tutto lo staff, di tutte le persone che lavorano ogni giorno per la Pallacanestro Varese e che si vedono meno, di quel Max Ferraiuolo che è valore narrante dell’essere biancorosso, della società tutta, vecchia e nuova, che ha superato ogni tempesta, che ha preso scelte forti, anche discutibili, solo per il bene di Varese e della sua gente.

E’ la salvezza di tutti, di un popolo intero che non ha mancato mai di far sentire il proprio supporto ad una squadra ritrovatosi nel bel mezzo del caos più volte e capace di uscirne con forza, vigore, spinta da tutta quella gente di Varese che ama la pallacanestro più che mai e che ancora una volta si è dimostrata sesto uomo in campo nel momento del bisogno, non solo ieri.

E’ la vittoria di tutti insomma, anche di chi non c’è più oggi, che sul campo ha lasciato però punti preziosi ed una nuova filosofia forse, da cui non prescinderanno mai però quei valori che ancora una volta sono stati determinanti per portare a casa la salvezza: l’essere uomini prima che soli giocatori, l’essere Varese sopra ogni cosa nel segno e rispetto di una storia che ha scritto ieri una nuova pagina, in attesa di un sempre più sfavillante nuovo capitolo.

Alessandro Burin

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