La stagione 2022/23 del Città di Varese è ufficialmente appena iniziata, ma Paolo Bertoletti (nella foto in alto con Mamah) non ne farà parte: il preparatore dei portieri classe 1965 si è infatti trasferito nel lodigiano per sposare il progetto del Fanfulla guidato sul mercato da Vito Cera, il vulcanico Direttore Sportivo ex Legnano.

Un addio per certi versi a sorpresa. Bertoletti si era (ri)presentato in punta di piedi al mondo biancorosso accogliendo fin da subito sotto la sua ala protettiva Luca Trombini ed Elia Priori, due giovani portieri (rispettivamente classe ’01 e ’03) che di primo impatto avevano suscitato qualche perplessità tra i tifosi. Dubbi che sono stati spazzati via dal lavoro quotidiano, prima sotto il sole di Albizzate e poi sul sintetico delle Bustecche, che ha portato ad un’evidente crescita dei due ragazzi; sfruttando il già di per sé ottimo materiale umano a disposizione, Bertoletti è riuscito a regalare al Varese due portieri di livello in grado di togliere parecchie castagne dal fuoco nel corso della passata stagione.

Eppure le strade del classe ’65 e dei biancorossi si sono separate. Il motivo? “Mi era stato offerto un ruolo di rilievo in società – spiega lo stesso Bertoletti –, diciamo tra scrivania e spogliatoio; la proposta mi ha sinceramente lusingato, ma io sono un uomo di campo e finché ne avrò la possibilità voglio continuare a fare ciò che amo. Tra sport e lavoro ho passato 25 anni a Varese: la città, la squadra e i suoi tifosi mi rimarranno sempre nel cuore. Ora, però, si apre per me un nuovo capitolo e sono felice di poter lavorare per una società storica e blasonata come il Fanfulla”.  

Che bilancio puoi trarre dalla tua esperienza al Città di Varese?
“È stato un anno bellissimo perché ho trovato un gruppo fantastico e i messaggi che mi sono arrivati dai ragazzi mi hanno fatto davvero commuovere. Per quel che riguarda il mio ruolo, poi, ho avuto la fortuna di trovare due portieri eccezionali, che hanno avuto voglia di lavorare e di seguirmi fin dal primo giorno. Non ci siamo inventati nulla di trascendentale, anche perché alla fine gli esercizi sono sempre quelli: una volta raggiunto l’apice ci siamo concentrati nel mantenerlo e direi che i risultati si sono visti. Trombini ha reso alla grande e Priori si è dimostrato pronto nel momento in cui è stato chiamato in causa; mi dispiace solo non esser riuscito a far esordire in Prima Squadra Cristiano Vono”.

Visto che li hai conosciuti meglio di chiunque altro, spendiamo una parola su di loro? Cominciamo da Trombini.
“Luca merita una categoria superiore, si è guadagnato sul campo questa possibilità. Fossi stato nel Città di Varese l’avrei riconfermato, anche perché è un classe ’01 e rientrava anche quest’anno tra gli Under, ma non avrà certo problemi a trovare una nuova squadra. È un ragazzo d’oro, un gran lavoratore che sa sempre stare sul pezzo e non andare mai fuori dalle righe”.

Priori?
“Elia ha dimostrato di avere un potenziale incredibile e la sua crescita lo dimostra. Come gli ho sempre detto deve migliorare a livello mentale, ma anche da questo punto di vista ha fatto giganteschi passi in avanti nell’ultimo anno. Si è conquistato la chance di essere titolare in una squadra di Serie D, ora toccherà a lui giocarsela nel migliore dei modi”.

Visto che l’hai nominato, Vono?
“Ho avuto il piacere di lavorare con Cristiano da quando è stato aggregato alla Prima Squadra e, per questo, voglio sottolineare il percorso eccezionale, soprattutto a livello didattico, svolto da Michelangelo Sciales in Under19. Cristiano è arrivato tra i grandi con determinazione e ha attraversato una crescita esponenziale; come ho detto mi è davvero dispiaciuto non averlo fatto debuttare perché se lo sarebbe meritato ma, per vari motivi, purtroppo non c’è stata l’opportunità. Spero per il Varese che non se lo faccia scappare: è un classe ’04 che al momento potrebbe tranquillamente essere titolare in una qualsiasi squadra di Eccellenza”.

Cosa ti porti dentro dall’esperienza a Varese?
“Di sicuro le manifestazioni di affetto e di fiducia da parte di giocatori, colleghi e tifosi. Alcune parole e alcuni gesti ripagano una stagione ancor più dei risultati e non ti posso negare che, da un certo punto di vista, sto rosicando nel non esser stato riconfermato nello staff insieme a Paolo Bezzi, a Gianluca Porro e a Neto Pereira; a loro e ai ragazzi vanno i miei più sinceri auguri”.

Dove può arrivare il Varese?
“Il gruppo è sano e se si manterrà tale, pulito e senza grilli per la testa, il Varese farà una stagione memorabile. Bezzi è uno dei migliori preparatori atletici sulla piazza, Neto è un valore aggiunto senza eguali all’interno di quello spogliatoio e Porro, se riuscirà a mantenere quell’armonia che ha creato fin dal suo arrivo, farà grandi cose”.

Difficilmente Fanfulla e Varese saranno nello stesso girone ma, giocando di ipotesi, come affronteresti i biancorossi?
“Da tifoso del Fanfulla, perché adesso i bianconeri sono la mia priorità, ma il brividino sulla schiena ce l’avrei senz’altro…”.

Passando ora proprio al Fanfulla, cosa ti ha spinto ad accettare l’offerta dei lodigiani?
“Il rapporto con il direttore Vito Cera ha influito fin da subito nella mia scelta: ci siamo piaciuti a pelle, è nato immediatamente un grandissimo feeling e c’è davvero tanta stima reciproca. Conosco, poi, mister Emiliano Bonazzoli per il suo curriculum e non vedo l’ora di poter lavorare con lui. Spero che questi buoni segnali portino ad ottimi risultati e le premesse, visto la squadra che Cera sta costruendo, ci sono tutte. Obiettivo? Siamo ambiziosi: non posso dire che puntiamo a vincere, ma almeno ai playoff vogliamo arrivarci. Magari la piazza non è paragonabile a Varese, ma ogni provincia ha la sua squadra di riferimento e nel lodigiano questa è il Fanfulla; la società è seria e vogliosa di fare bene”.

Che portieri avrai a disposizione?
“Edoardo Cizza è sicuramente un ottimo giocatore e, visto il mancino d’oro che ha, potrebbe tranquillamente fare il regista di centrocampo. Ha un’ottima struttura, è un gran portiere e, cosa più importante, ha la testa sulle spalle; sicuramente, però, anche per lui che è un ‘97 non mancano i margini di miglioramento. Ci sarà poi Sebastian Belitrandi, un ’04 che ho già avuto per una stagione in Accademia Inter; anche se è tre anni che non lo vedo, di lui ho un ottimo ricordo perché ha grinta, fisico e qualità. Credo poi ne arriverà un terzo, ma al momento non è ancora deciso chi sarà”.

Chiudiamo, se sei d’accordo, con un doppio augurio per la prossima stagione: uno rivolto a te e uno al Varese.
“Mi auguro di far bene come reputo di aver fatto in queste ultime due stagioni, alla Folgore Caratese prima e al Varese poi; spero che il Fanfulla riesca ad arrivare in alto e che i portieri risultino tra i migliori del campionato. Al Varese, molto semplicemente, auguro ogni bene”.

Matteo Carraro

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