Si riparte. A testa bassa, con lo sguardo cupo e la mente piena di riflessioni. Tra poco più di un quarto d’ora (ore 14.45 l’orario indicativo di inizio allenamento), il Città di Varese si presenterà sul sintetico delle Bustecche per affrontare un’altra difficile settimana di lavoro.

Difficile non tanto per quello che si andrà a fare in campo (anche se è probabile che De Paola metterà sotto la squadra soprattutto dal punto di vista fisico), ma più che altro per quel che le ultime uscite hanno lasciato in eredità: pochi punti e tanto sconforto, poche certezze e tante critiche. Un processo naturale: un Varese che vince è un Varese che piace, ma se i risultati non arrivano le lamentele dei tifosi (e non) sono una conseguenza imprescindibile.

L’era De Paola è iniziata come un terremoto: per ricostruire ci vuole tempo e il tecnico calabrese non si è fatto scrupoli nell’abbattere anche le poche certezze che erano rimaste alla squadra per ripartire a tutti gli effetti con un nuovo inizio. Dopo aver lottato nelle prime sedute di allenamento per cambiare l’approccio mentale alle sfide (meno estetica e più sostanza nei contrasti, nei passaggi e nelle scelte di gioco), il passo successivo è stato quello di togliere la fascia di capitano a Donato Disabato per darla a chi svolge un ruolo “più operaio” come Mattia Monticone. De Paola ha lasciato invariato l’asset tattico ma, visto il solo punto raccolto in due partite, non è da escludere che il passaggio alla difesa a quattro sia il prossimo stravolgimento. Ultimo, ma non meno importante, il nuovo corso biancorosso è iniziato ribadendo a più riprese la necessità di dimenticare il pronostico di inizio stagione fatto dalla società (vincere) per concentrarsi sulla più stringente attualità: iniziamo a salvarci, e poi…

Poi si vedrà. Giuste o sbagliate che siano, le scelte dimostrano che il tecnico ha una sua idea ben precisa e De Paola non si è mai fatto problemi nel dire ciò che pensa senza mezze misure (a microfoni sia accesi che spenti): il Città di Varese, allo stato attuale, non è la sua squadra. Se, come preventivabile, sul mercato avrà carta bianca, allora la rosa potrebbe essere rivoluzionata; il problema è che al 1° dicembre mancano ancora sei partite (Desenzano, Arconatese, Villa Valle, Sona, Brusaporto, e Ponte San Pietro) e il 4 dicembre sarà la volta del derby con la Caronnese. Un lasso di tempo che potrebbe risultare infinito in assenza di risultati; un’eventualità, quest’ultima, che i tifosi del Varese si augurano di non dover vivere.

Il segreto, pertanto, è il lavoro professato dal tecnico fin dal suo arrivo e ribadito con ancor più veemenza dopo il pareggio contro il Breno. Orecchie basse, più bastone e meno carota (filosofia che lo ha sempre contraddistinto) e tanto sudore: si inizierà tra pochi minuti con una sessione molto probabilmente incentrata sulla parte atletica, che sarà bissata domani mattina alle 10.00 per poi cominciare a lavorare sul prossimo avversario (il Desenzano, altra squadra che non se la sta certo passando bene), dalle 14.45. Giovedì e venerdì in campo solo nel pomeriggio per arrivare alla rifinitura di sabato mattina alle 10.00: l’ultimo step prima di ritornare in campo e provare a dimenticare i fantasmi dell’ultimo periodo.

Matteo Carraro

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