Il Maestro Marco Gamuzza, presso il Budokai di Ispra, ci guida alla scoperta di quest’arte marziale cinese, illustrandone i benefici dal punto di vista psico-fisico e della salute, descrivendone le tecniche e focalizzandone il lato sportivo.

Maestro Gamuzza, come si avvicinò al Tai-Chi?
“Da bambino iniziai a praticare il Karate e poi passai al Kung-fu. Verso i ventinove anni, ebbi il primo approccio con discipline come il Tai-Chi e il Qui Gong. In merito al Tai-Chi, percepii da subito che era silenziosa ma che nascondeva un’ampia e misteriosa alchimia interna, caratterizzata da movimenti lenti e graziosi, che permettono di gestire le diverse forze interiori. Nel Tai-Chi e nel Qui-Gong è fondamentale la respirazione, che permette all’energia interiore di circolare negli organi del nostro corpo. In origine, il Tai-Chi era una branca del Kung-fu, precisamente un suo stile proveniente dal Nord della Cina, che ha una derivazione taoista e che impiega un metodo di concezione fisica basato sui principi dello Ying e dello Yang, i due poli opposti, come ad esempio il caldo e il freddo, o il cielo e la terra”.

Quali sono le origini di quest’arte marziale?
“Il Tai-Chi nacque sui monti cinesi del Wu-Dang, gli stessi luoghi nei quali si sviluppò il Taoismo, dove il monaco eremita taoista Zhang-San-Feng, figura leggendaria e semi-storica, nel XIII secolo d.C. osservò la contesa tra un serpente e la gru; entrambi gli animali, anziché scontrarsi l’un l’altro, si osservarono e si imitarono a vicenda. Il serpente usava la sua sinuosità e la gru si basava sul suo comportamento. San-Feng osservò anche i fenomeni della natura, come ad esempio il vento, che assume diverse forme. In Cina, la Dinastia Han intendeva utilizzare il Dao-yi-shu, un’arte che favoriva la circolazione dell’energia interiore nel corpo umano e prevedeva delle tecniche di respirazione basate sui concetti dello Ying e dello Yang, presenti in precedenza nel Libro dei mutamenti e che fanno riferimento alle leggi del movimento. Nel complesso il Tai-Chi, oltre a prevedere tecniche di pugno, calcio, spazzate e sbilanciamenti, ne include molte altre anche di palmo a mano aperta, utili a parare o a respingere i colpi, usando la forza dell’avversario. Nei livelli avanzati, si apprendono anche delle tecniche di energia esplosiva e forza vibratoria, che si eseguono con le mani o con le spalle”.

Come giova a livello psico-fisico e di salute?
“Il Tai-Chi allena moltissimo la concentrazione mentale, migliora il carattere, l’intelletto e fa bene anche alla salute. A livello fisico, lavora sul piano posturale, mentre a livello psicologico allontana la depressione, perché grazie ai suoi movimenti circolari e alla respirazione naturale e profonda, contribuisce a far dimenticare i traumi accaduti in precedenza. In generale i movimenti circolari favoriscono anche la fluidità nella circolazione del sangue. Nel Tai-Chi sono previsti dei livelli; il base, che prevede lo studio dei fondamentali, posizioni e respirazione, il successivo movimento del corpo e gli spostamenti sincronizzati e uniti; mentre l’avanzato si concentra sulla trasformazione della forza attraverso degli esercizi da fermi o in movimento, ispirati alle movenze degli animali, con istinto e spontaneità. Il Maestro dovrebbe sempre comunicare tenendo sempre in considerazione le diverse menti dei suoi allievi”

Nel Tai-Chi avviene il combattimento?
“L’ ha sempre previsto, definito san-sho, ma attualmente non si svolge. In un confronto, i due praticanti entrano in contatto con gli avambracci e tentano di sbilanciarsi fra loro; questo esercizio è una preparazione al combattimento ed ha la finalità di imparare a interagire con il contendente. Nel Tai-Chi, l’uso delle armi è previsto solo durante l’esecuzione delle forme o dimostrazioni di tecniche, in cui ad esempio, la spada è parte integrante del corpo e non è considerata solo un attrezzo. Nelle forme è impiegata la sciabola, la spada, considerata anche come la regina delle arti marziali cinesi ed il ventaglio, in origine un arma non visibile, che ha la stessa funzione di un coltello, per via delle stecche appuntite”.

Prevede diversi stili?
“Sì. Il più antico è lo stile Chen, più marziale, che alterna dei movimenti graziosi ad altri più esplosivi, il quale ha dato origine allo stile Yang, che io insegno, perché lo ritengo più facile da assimilare e che include posizioni più semplificate e unite. Tra gli stili, ci sono anche il Wu, Hao e il Sun, all’epoca codificato dal Maestro Sun-Lu-Tang. Lo Xan, oltre ai circolari, prevede anche dei movimenti più lineari. Tutti gli stili del Tai-Chi prevedono l’uso delle armi; la spada è più frequente, nel Chen s’impiega anche la lancia. Nella nostra scuola abbiamo stabilito cinque gradi o ji della cintura bianca, dopo la quale si passa alla nera, per poi raggiungere infine i livelli avanzati o duan. Nel passaggio dalla cintura bianca al primo ji, l’allievo deve presentare le prime sequenze di base, saper respirare con lo sguardo sereno in avanti. Per conseguire i ji successivi, bisogna dimostrare di saper svolgere delle nuove sequenze e degli esercizi in coppia. Per raggiungere la cintura nera, bisogna eseguire delle forme con sciabole e spade oltre ai corretti movimenti circolari del Tai-Chi, allo scopo di riuscire controllare la propria forza”.

Ha un risvolto agonistico e sportivo?
“Sì, ha una finalità agonistica. Le gare di Tai-Chi prevedono sia le prove di forme o dimostrazioni di tecniche, nelle quali si premia l’aspetto essenzialmente atletico, che quelle di combattimento o due-sho, su una pedana, in cui l’atleta guadagna il punto se riesce a sbilanciare l’avversario. Invito i miei allievi a parteciparne, affinchè imparino a gestire meglio l’emotività dinnanzi al pubblico. Ne dispongo di circa una quarantina, uomini e donne, per i bambini sono previsti dei corsi basilari di Kung-fu. Attualmente, in Cina vigono centotrentasette stili di Kung-fu differenti tra loro, ma la branca Tai-Chi Ch’uan è quella più conosciuta. Nel Tai-chi agonistico spicca la Francia, nella quale si studiano molto anche la cultura e la medicina cinese, mentre l’Italia ed altre nazionali sono più o meno allo stesso livello. Negli Usa vi è una destinazione più sanitaria del Tai-Chi”.

Nabil Morcos

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui