Quando dopo un pareggio strappato con le unghie e con i denti al 93′ si parla di rammarico, allora vuol dire che la strada è davvero quella giusta. Il Varese recupera da 2-0 a 2-2 contro la corazzata RG Ticino e Corrado Cotta commenta: “Con cinque minuti in più l’avremmo ribaltata, ma a prescindere da questo ritengo che soprattutto i minuti finali siano stati di altissimo livello e il pubblico credo proprio si sia divertito“.

Questa squadra non molla maiprosegue il tecnicoe faccio i miei complimenti a tutta la squadra e soprattutto a chi è entrato per la dedizione messa. Volevamo fortemente ribaltare questa partita e l’abbiamo fatto agguantando un pari meritato. Dispiace per un primo tempo troppo rinunciatario; il gol a inizio ripresa, in un buon momento per noi, poteva tagliarci le gambe ma non l’ha fatto. Bilancio? Otto punti in quattro sfide difficilissime direi che è un bottino positivo: ora dobbiamo dar seguito a queste prestazioni, o non sarà servito a nulla. So che la squadra ha le potenzialità per farlo“.

Enorme soddisfazione per Nicolò Palazzolo che con il suo (nuovo) primo gol biancorosso ha dato il via alla rimonta del Varese: “Sono felice di esser tornato in questa piazza che anni fa mi ha dato tanto e sono pronto a ricominciare con questi colori: mi sono subito trovato benissimo e speriamo di continuare così. Contento per il gol, ma soprattutto per il pari su un campo così difficile. Una dedica? Ai miei genitori e alla mia famiglia che mi sono stati vicino in mesi difficili, e ovviamente ai tifosi e alla città che mi hanno accolto a braccia aperte. Oggi sembrava di giocare in casa“.

Rammarico che è ben presente anche sulla sponda dei padroni di casa, e l’ex biancorosso Filippo Carobbio lo sottolinea: “Ho grande rispetto per Cotta, ma se oggi una squadra deve essere rammaricata direi che è l’RG Ticino. Purtroppo ci è mancato quello che ci sta sempre mancando dall’inizio della stagione: dobbiamo chiudere le partite. Il Varese? Rispetto all’anno scorso è tutta un’altra squadra, darà del filo da torcere fino alla fine“.

Matteo Carraro

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