Il vetro s’è infranto, o meglio, è stato infranto dalla Pallacanestro Varese che questa volta ha deciso di abbattere quell’unico ostacolo, così invisibile ma così tangibile, che fino ad oggi aveva caratterizzato la sua stagione.

Varese batte per la prima volta in questo campionato una squadra che la precedeva in classifica, batte un’avversatia che l’aveva sconfitta per ben due volte in stagione, ribalta la differenza canestri con una tripla di Tariq Owens negli ultimi secondi di gara, facendo esplodere un Lino Oldrini gremito fino all’orlo per l’ottava volta consecutiva, al termine di una gara in cui chiude con 110 punti segnati e tre giocatori, ripetiamo 3, dal 30 in sù di valutazione.

Basta leggere queste prime righe per farsi un’idea della portata della vittoria di ieri sera contro Pesaro di Varese che è vero, ha trovato un avversario rimaneggiato in alcuni ruoli, con l’assenza di Charalampopoulos pesantissima per la squadra di Repesa, ma comunque forte, strutturato, attrezzato, pronto per cercare un blitz che solo una grandissima prova della OJm non le ha permesso di compiere.

Questa volta l’ha vinta bene Brase, scegliendo di lasciare libero spazio d’espressione a Brown in attacco nei primi 20′, spogliandolo dei pesanti compiti difensivi di Abdur -Rahkman che ne avevano contrassegnato le precedenti due sfide; l’ha vinta rimettendo proprio Brown su Rahkman nel secondo tempo e limitando la fonte di ossigeno di una Pesaro che si poggiava pesantemente sulle giocate del suo numero 5; l’ha vinta, costruendo giocate e schemi nuovi nel momento in cui gli avversari ti tolgono corsa e ritmo.

L’ha vinta tutta Varese con una prova corale di altissimo livello, con Ross che scrive 13 assist (record stagionale), segna 17 punti e lotta e corre su ogni pallone per 35′, l’ha vinta Varese con la solidità e concretezza di Johnson e Reyes e con l’atletismo elevato a massima potenza ed efficacia di Tariq Owens.

Serviva tutto questo per infrangere quel muro di vetro che fino ad oggi era stato tanto invisibile quanto tangibile, per rompere quell’incantesimo che ora lascia spazio ad una sola magia, quella della OJM, che sta riscrivendo le regole del basket nostrano, che abitua a vedere subire 99 punti perchè vuole, cerca e sà di poterne segnare almeno 100, che è tornata ad esprimere quella coralità mancata in un mese duro, che forse ha messo in luce i limiti di quest’anno della truppa di coach Matt Brase ma che probabilmente è stata preziosa lezione per un gruppo che i playoff li vuole provare a centrare con tutte le proprie forze per regalarsi e regalare a tutta la città un traguardo che manca da troppi anni.

Ah, giusto per chiudere, Varese conq uesti due punti sale a quota 24, stesso bottino con cui aveva chiuso il campionato lo scorso anno. Così, giusto per dire.

Alessandro Burin

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