Per commentare la sconfitta della Pallacanestro Varese contro l’Umana Reyer Venezia per 102-88 ci sarebbero tanti modi, tanti temi d’analizzare, che vanno dall’inconsistenza fisica della squadra biancorossa, alla dipendenza tattica del tiro da tre punti che finchè va, bene, e poi buio totale; delle lacune strutturali che questa squadra palesa giornata dopo giornata e delle tante difficoltà che coach Bialaszewski sta affrontando in questa sua prima avventura da capo allenatore.

Potremmo analizzarli, sarebbe giusto, ma sono temi che stiamo ormai sviscerando ed analizzando da giorni, da settimane. Il punto centrale diventa un altro, diventa quello di come poter svoltare una stagione che sembra incanalata in un tunnel buio, che giornata dopo giornata, campionato o coppa che sia, si allunga e del quale non si vede la fine.

La situazione è complicata, indubbiamente. Lo sanno tutti, per primo coach Bialaszewski che in conferenza stampa post gara contro Venezia, francamente, sembra davvero abbandonato ad un commento che poco rispecchia il vero corso della partita. Lo sanno i giocatori che stanno ancora cercando una chimica di squadra, un’identità per nulla definita. Lo sanno i tifosi, che giornata dopo giornata invocano un cambio che però non è ancora all’orizzonte.

Ed allora di cosa ha bisogno questa Varese? Avrebbe bisogno di un cambio alla guida tecnica? Avrebbe bisogno di qualche avvicendamento nel roster? Avrebbe bisogno di risolvere il rebus Cauley-Stein che da colpo dell’estate sta diventando flop di un mercato che di scommesse, finora, ne ha vinte ben poche?

Probabilmente sì, Varese avrebbe bisogno di tutto questo, il che vorrebbe dire stravolgere il piano tecnico impostato ad inizio anno, in una sorta di rivoluzione sulla scia di quella accaduta un paio d’anni fa. Lì addirittura cambiò tutto il quintetto base, quest’anno non siamo a questo drastico livello ma una doppia aggiunta nel roster sarebbe più che ben accetta. Ma i soldi per fare questo ci sono? In questo momento, evidentemente, no.

Ed allora che fare? L’unica cosa è aggrapparsi alle scelte dell’uomo forte in casa Pallacanestro Varese, ovvero Luis Scola, l’unico che in questo momento ha la possibilità di stravolgere la situazione, l’unico che è in grado, di dare una svolta, l’unico a cui tutta la Varese cestistica si aggrappa per risalire la china di un momento davvero buio, del quale non si vede la famosa luce in fondo al tunnel e che nelle prossime due gare con Tblisi e Sassari vede lo spartiacque della stagione.

Alessandro Burin

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