La Rasa in Valceresio, come ribadito più volte, è un evento sportivo che trascende l’aspetto puramente calcistico per abbracciare anche quello dell’intrattenimento e dello spettacolo. Va da sé che ogni sera il Peppino Prisco di Arcisate abbia un certo appeal che porta parecchie persone ad avvicinarsi alla Rasa: due anni fa, ad esempio, il campione di nuoto Nicolò Martinenghi presenziò pochi giorni il doppio oro e l’argento ai Mondiali di Budapest. Ieri sera, invece, in tribuna a godersi tre match di assoluto livello c’era Kenneth Obinna Mamah.
L’attaccante classe ’98, dopo una prima stagione complicata a Varese, esplose nell’anno di Rossi/Porro (con relativo trionfo ai playoff di Sanremo) e l’eccellente stagione lo ha portato al salto in Serie B turca al Goztepe dove in 31 presenze stagionali ha messo a segno 5 gol. Bottino che si è ripetuto anche quest’anno (in 26 apparizioni) unito a prestazioni di livello che hanno contribuito a portare il club giallorosso a conquistare la promozione in Super Lig, la Serie A turca: tra qualche giorno inizierà il ritiro pre-season (il campionato in Turchia inizia prima), ma nel frattempo Mamah ha approfittato dello stop per tornare a Varese, posto che gli è sempre rimasto nel cuore per l’amore che la piazza (e in particolar modo certe persone) ha dimostrato nei suoi confronti.
Mentre Papillon Malnate disputava un eccellente primo tempo contro Serramenti Valceresio, l’attaccante nigeriano ci ha confidato di seguire ancora, da tifoso, il Varese: “Ho seguito da lontano il campionato e sono contento di come sia andata la squadra; forse si poteva fare anche meglio, ma va bene così. Era importante per Varese tornare a questi livelli per migliorare ancora. Cosa è mancato lo scorso anno? Non saprei dirlo, anche perché certe dinamiche vanno vissute dall’interno: forse bisognava semplicemente dare più tempo alla squadra. Io sono stato a Varese due anni e la prima stagione non abbiamo fatto benissimo, mentre in quella seguente siamo riusciti a vincere i playoff. A volte ci vuole solo un po’ di pazienza e non si vince mai individualmente“.
Di pazienza lo stesso Mamah ne ha avuta, a maggior ragione, come dicevamo pocanzi, dopo una prima stagione tutt’altro che semplice. Fu Ezio Rossi a volerlo confermare dicendo, in tempi non sospetti, che vedeva nel classe ’98 le potenzialità per un percorso di crescita simile a quello vissuto da Junior Messias (con il tecnico torinese al Casale e successivamente arrivato al Milan). Mamah non dimentica il suo ex allenatore: “Ringrazierò sempre Ezio Rossi per quello che ha fatto per me, ma voglio citare anche David Sassarini, Andrea Scandola e Gianni Califano: sono arrivato a Varese con loro e mi sono sempre stati vicini. Quando ho avuto i due infortuni al ginocchio, i tifosi e mister Rossi hanno giocato un ruolo importantissimo dandomi supporto e caricandomi in vista del rientro. Ripetere la carriera di Messias? Mai dire mai. Una cosa che ho capito è che bisogna crederci sempre, senza mai mollare“.
Di certo Mamah non ha mai mollato e il passaggio in Turchia è sicuramente stata una bellissima gratificazione per il lavoro svolto: “Ringrazio Dio per quello che sto vivendo: al Goztepe sto crescendo tantissimo e, per quanto il livello di organizzazione a Varese fosse eccezionale, i ritmi dei professionisti sono tutta un’altra cosa. Sono diventato un atleta a 360° dentro e soprattutto fuori dal campo, ma so di dover solo continuare a migliorare perché l’anno prossimo sarà ancor più dura: esser arrivati in Serie A è una bellissima soddisfazione e anche uno stimolo a lavorar molto di più. Il mio sogno? Lo tengo per me, altrimenti non si avvera“.
Inevitabile, però, chiudere con la domanda di rito. Posto che, stando a Transfermarkt, il valore attuale del suo cartellino è di 650mila€ (abbastanza fuori budget per una Serie D), ma augurandosi che il Varese possa un domani abbracciare ben altra categoria, rivedremo Kenneth Mamah con la maglia biancorossa? “Mai dire mai, il calcio a volte è imprevedibile. Al momento sono concentrato sulla mia carriera, penso al Goztepe e dare sempre il massimo. Mi auguro però che il Varese possa risalire perché ha dei tifosi meravigliosi che meritano solo il massimo. Il ricordo più bello a Varese? Ne ho tanti, a cominciare proprio dal pubblico, ma se dovessi scegliere un momento particolare direi il gol al 90′ del 2-1 contro la Lavagnese: sono entrato in un momento delicato e l’ho decisa nel modo migliore. In generale, comunque, parlerò sempre e solo bene di Varese sotto tutti i punti di vista“.
Matteo Carraro