Quando il difetto diventa vizio, correggerlo è impossibile. Senza entrare nel campo della psicologia causa carenza di titoli per farlo, l’ostinato ripetersi delle condizioni tecniche in cui la Pro Patria getta al vento delle partite e, per conseguenza, dei punti è ormai palesemente congenito. Ieri contro la Pro Vercelli nel passaggio più delicato della prima metà di stagione, i biancoblu hanno chiaramente giocato per non perdere. Piano partita (per ironia della sorte), saltato grazie alla rete di Cavalli. Ma tornato di stretta attualità in virtù della collettiva afasia tecnica che ha permesso a Comi di timbrare l’1-1 al 90’.
L’analisi post partita di Riccardo Colombo sarebbe anche lucida, Se non fosse che pure il fagnanese è parte della questione: “Abbiamo giocato poco nel primo tempo. Anche per un fatto mentale. Diciamo che abbiamo giocato in sicurezza. Loro sono calati nel secondo tempo e noi abbiamo fatto un pochino meglio. Ma queste partite dobbiamo chiuderle. Sapevamo benissimo che erano bravi sui calci d’angolo e siamo ancora qua a dire le stesse cose. Non siamo furbi, dobbiamo crescere. Queste partite dobbiamo farle morire. Troppo ingenui. Non possiamo non vincere queste partite”. Isolate le 2 uniche vittorie all’8^ e 9^ giornata (Clodiense e Lecco), i bustocchi hanno fatturato 5 punti nelle 7 precedenti e 5 nelle 8 successive. Mostrando un’evidente incapacità di andare oltre il singolo gol segnato. Per effetto di una mancanza di qualità offensiva (negli interpreti e nelle idee di gioco), emendabile solo attraverso il mercato di gennaio o con un ribaltone tattico come quello visto ad inizio girone di ritorno della stagione passata. Svolta di cui ad oggi, non si vedono però i presupposti. Sabato trasferta a Lumezzane (ore 15, stadio Comunale), poi la Pergolettese allo “Speroni” e il Renate a Meda prima della sosta di fine anno. Poco tempo per farsi furbi.
Quei bravi ragazzi
Giovani, carini e occupati a salvare la categoria. Il presente della gioventù tigrotta impone una maturazione accelerata. Tra i pochi veterani dell’organico, Giovanni Terrani sottolinea le responsabilità. Prima delle attenuanti. “E’ stata una nostra disattenzione. Non possiamo permetterci di prendere un contropiede al 90’ da una situazione di non pericolo. C’è tanto rammarico perché volevamo la vittoria. Dobbiamo darci una svegliata perché così non ne usciamo. Certo, se Mehic segna siamo qui a parlare di un’altra partita. Ma se ci vogliamo salvare bisogna dare di più. Avevamo fatto una settimana molto bene. Eravamo pronti. Ci manca quel pizzico ma lo diciamo da inizio campionato. Sono stati persi tanti punti per demerito nostro. Serve cura dei dettagli. Siamo giovani ma non può essere una scusa”. Ecco, appunto.
Attilio regola
Cane vecchio sa. Per dirla con Riccardo Magrini. E’ bastato l’approdo (sarebbe meglio dire il ritorno), di Attilio Tesser sulla panca della Triestina per girare un paio di viti tecniche. Prima uscita all’Euganeo e pareggio con il Padova (1-1) utile ad avvicinare la Clodiense (rinviato per nebbia il match con l’Atalanta U23). Con il rotondo 3-0 sulla Virtus Verona, il Vicenza ha accorciato a meno 2 il gap in vetta (ma i biancoscudati di Andreoletti devono recuperare la partita con l’Atalanta). Domenica il Lane sarà proprio al ”Rocco” con l’Unione. Favore restituito alla capolista?
Giovanni Castiglioni