Classe 1999, numero 9 sulle spalle, professione goleador e, non a caso, Marco Bertoli è il capocannoniere del Girone B con 9 reti. La Varesina si gode il suo bomber, anche se è riduttivo limitare esclusivamente alla fase realizzativa il suo contributo alla squadra, visto che Bertoli si sta confermando un giocatore totale, imprescindibile per le dinamiche di gioco rossoblù.

Arrivato in estate dalla Virtus CiseranoBergamo con un bagaglio di 17 gol all’attivo (e più di qualche richiesta dalla Serie C), l’attaccante bergamasco sta ripagando con gli interessi le aspettative riposte in lui dalla dirigenza. Contro il Ciliverghe, piazza tutt’altro che semplice, la sua doppietta ha contribuito a mettere in cassaforte tre punti di un clamoroso peso specifico alla luce dei risultati delle dirette contendenti, ed è proprio dalla trasferta bresciana che comincia l’analisi del classe ’99: “Domenica è stata una giornata quasi perfetta perché abbiamo rosicchiato punti a tutte le nostre avversarie superando un ostacolo davvero insidioso. Siamo andati là per dare un segnale al campionato ma soprattutto a noi stessi: sono queste le partite da non sbagliare”.  

Doppietta e 9 gol in stagione: qual è il tuo obiettivo personale considerando anche l’ottima annata da cui arrivi?
“L’unico obiettivo che mi sono posto è quello di migliorarmi e la scelta della Varesina non è casuale. Ovviamente segnare è il mio lavoro, e l’augurio di eguagliare presto la cifra dello scorso anno c’è, ma sono qui soprattutto per il progetto, per fare qualcosa di importante. E voglio essere protagonista”.

Tra l’altro in estate avevi importanti offerte anche dalla Serie C: cosa ti ha convinto della Varesina?
“La Varesina inizialmente non era nei miei piani e, nome a parte, non la conoscevo. Nel momento in cui è nata la trattativa, però, sono rimasto colpito dall’organizzazione societaria e dalla dirigenza: parliamo di persone davvero coese fra di loro, con cui si può discutere seriamente di ogni questione, e la Varesina ha tutta l’intenzione di recitare un ruolo da protagonista nel panorama calcistico italiano. Le strutture parlano da sole, anche il nuovo centro è logisticamente più comodo per me, e credo ci siano tutti i presupposti per costruire un ciclo davvero importante. A livello di squadra, poi, ho trovato ragazzi eccezionali che hanno a cuore questo progetto”.

Bergamasco, di Telgate: inevitabile che la tua carriera passasse dal Settore Giovanile dell’Atalanta, con cui hai anche vinto un paio di trofei: che valore ha avuto per quel percorso?
“Se sono il calciatore e la persona che sono, sicuramente gran parte del merito è proprio dell’Atalanta: a sette anni puoi spiccare sugli altri perché sei fisicamente più prestante, ma se non sposi la cultura del lavoro non vai da nessuna parte. All’Atalanta sono migliorato anche e soprattutto dal punto di vista comportamentale, c’erano giustamente tantissime regole da rispettare, e chiaramente a livello tecnico e tattico parliamo di uno dei vivai migliori al mondo. Altre tappe importanti della mia carriera? Sicuramente il Villafranca, perché mi ha permesso di farmi conoscere nel mondo dei grandi. Tanti ragazzi, che magari arrivano da settori giovanili importanti, faticano ad adattarsi perché le prime squadre, qualunque esse siano, sono ben diverse dai vivai. Con il Villafranca è stato invece un passaggio naturale e ho potuto avviare la mia carriera arrivando all’anno scorso, con la Virtus CiseranoBergamo, che è stata un po’ la mia consacrazione. Ma, e di questo ne sono assolutamente consapevole, ho ancora tutto da dimostrare”.

L’anno scorso l’attacco della Varesina ha fatto qualcosa di straordinario portando tutti e quattro i protagonisti principali in doppia cifra. Il reparto resta uno dei fiori all’occhiello di questa squadra: ci sono i presupposti per ripetersi?
“Io credo proprio di sì, anche perché alcuni ragazzi non hanno ancora avuto modo di incidere con continuità tra infortuni e squalifiche. Di certo non ci mancano i giocatori: io sto tenendo un buon ritmo ma, giusto per fare qualche nome, abbiamo anche capitan Gasparri che è una garanzia totale, Guri che è un fenomeno, Sali che è un giovane di enormi prospettive e Di Mauro che, smaltito l’infortunio, potrà dimostrare tutto il suo valore. Forse non tutti arriveranno in doppia cifra, ma ognuno darà il suo contributo tra gol, assist e, soprattutto, prestazioni”.

Se da una parte il rendimento offensivo non è calato, dall’altra è aumentata la qualità difensiva. Ad oggi la Varesina è sicuramente una delle squadre più compatte e quadrate del girone.
“Questo è forse l’aspetto più importante perché ci piace curare i dettagli e per vincere bisogna essere forti in tutti i reparti. Purtroppo abbiamo perso Caverzasi, ma la difesa è sicuramente di livello assoluto per la categoria: ai giovani, bravi e qualitativi, si aggiungono giocatori del calibro di Mapelli, un vero e proprio leader, oltre che Cosentino e Coghetto che stanno facendo una stagione super. Io il primo difensore? Faccio il possibile, anche se di sicuro non me la cavo così bene come in attacco (ride, ndr)”.

Per quello che hai visto fin qui, qual è il vostro livello rapportato con quello delle avversarie?
“Sicuramente alto. Magari a livello di profondità di rosa non abbiamo le risorse di un Desenzano o di una Pro Palazzolo, ma la qualità è importante e abbiamo già dimostrato di potercela giocare con tutti. Poi ovvio che infortuni e squalifiche abbiano un discreto peso specifico, a maggior ragione in un girone così equilibrato e composto da squadre davvero forti, ma noi ci siamo, possiamo e vogliamo dire la nostra”.

Qual è l’arma in più della Varesina?
“Sarò banale nel ripetere ciò che hanno già detto altri, ma è la verità: la nostra forza è ciò che gira intorno al mondo Varesina: più degli undici titolari, più di chi subentra, più di chi segna e di chi para, la vera forza di questa squadra è il lavoro in settimana, le strutture, lo staff e tutte le persone che ci seguono quotidianamente mettendoci nelle migliori condizioni possibili per fare il nostro lavoro”.

Venegono non è certo una delle piazze più calde della Serie D, ma questa squadra sta catturando sempre più pubblico…
“Mi lego al discorso precedente, perché anche a livello di marketing e pubblicità la società sta facendo qualcosa di straordinario; e i risultati si vedono la domenica sugli spalti. A questo aggiungo anche l’incredibile attenzione rivolta al Settore Giovanile, che contribuisce a creare una cornice sempre più bella”.

E ora sotto con il Crema: è la classica partita molto più complicata di quanto possa sembrare?
“Assolutamente sì. Dopo il pareggio con l’Ospitaletto, in settimana abbiamo lavorato tanto dal punto di vista mentale per evitare di correre il rischio di abbassare la guardia, e contro il Ciliverghe non abbiamo sbagliato. Ora dovremo fare lo stesso. Conosciamo questo campionato: giocare contro le squadre che si devono salvare è paradossalmente più complicato, ma non cambierà il nostro approccio”.

Matteo Carraro

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