Un po’ ingegnere: bravo nel calcolo dei “materiali” e nello studio della struttura. Un po’ architetto: bravo nell’usare quella creatività che, alla fine, risulta essere sempre il tocco vincente. Un po’ capomastro: bravo nel tenere unita e coesa la sua “squadra di cantiere”. Un po’ muratore: bravo, anzi, bravissimo nel distribuire ai suoi ragazzi umiltà, passione, senso della fatica.

Nel cerchio di Renato Biffi, coach di AZ Robur Saronno freschissima vincitrice del campionato di Serie B Interregionale e promossa in Serie B Nazionale, si inseriscono alla perfezione quattro spicchi, ognuno dei quali va a comporre la personalità tecnica e umana di un allenatore tanto vincente, quanto professore di “understatement“.

Coach Biffi con il gioco semplice e lineare, divertente ma efficace, spettacolare in attacco ma anche duro e pragmatico in difesa, ha portato a scuola i tanti presunti “maghetti” che in categoria se la tirano con atteggiamenti ieratici e supponenti nemmeno fossero John Wooden o Greg Popovich. E, è indubbio, se in categoria si potesse assegnare un Oscar per il miglior regista, Renato lo vincerebbe a mani basse. Esattamente come ha fatto col un campionato dominato dalla prima amichevole pre-stagionale fino all’apoteosi di gara-3 di finale playoff contro Cecina Basket.

“Solo adesso, a mente fredda e metabolizzate tutte le incredibili sensazioni di una serata straordinaria – dice coach Biffi -, mi rendo conto che abbiamo realizzato una vera e proprio impresa che resterà nella storia delle “minors”. Un’impresa della quale abbiamo preso coscienza quando guardandoci l’un l’altro negli occhi con grande e condivisa consapevolezza ci siamo detti: ok, ragazzi, questo è il momento in cui possiamo trasformare un campionato già buono e soddisfacente, in qualcosa di clamoroso. In qualcosa che verrà ricordato per sempre da noi, dai nostri dirigenti e soprattutto dal nostro pubblico che, insieme a noi, al nostro fianco, ha vissuto tutto il crescendo di un’annata semplicemente favolosa nella quale, è giusto ricordarlo e rimarcarlo, siamo partiti senza essere minimamente considerati. Anzi, buona parte degli addetti ai lavori ci davano in lotta per la salvezza. Da una parte queste considerazioni ci hanno dato grande carica. Dall’altra parte mi sembra siano stati smentiti”.

La vostra è stata una bellissima vittoria tecnica, ma soprattutto, più di tutto, un successo che traccia una linea di netta demarcazione sotto il profilo organizzativo e gestionale
“Sotto il profilo tecnico l’estate scorsa abbiamo scelto di rinunciare ad un centro puro, Pietro Fusella, per andare su un lungo, Giovanni Romanò, con caratteristiche completamente diverse dal primo. Così, abbiamo cominciato a lavorare con una squadra certamente più perimetrale, talentuosa, pericolosa in tutte le zone del campo e consona al mio progetto tecnico. Invece dal punto di vista gestionale abbiamo dimostrato in maniera incontrovertibile la totale inutilità nell’allestire squadre formate da professionisti delle minori. Noi, che ci alleniamo solo tre volte la settimana e rigorosamente in orari da dopo-lavoro, abbiamo abbracciato un’idea: conta la qualità degli allenamenti e non la quantità. Soprattutto se quest’ultima, con allenamenti al mattino, serve solo per dare una giustificazione a coloro che vogliono fare i professionisti in una categoria che, a nostro parere, non ha nessun motivo sensato per esserlo poiché, stringi stringi, la serie B Interregionale è pur sempre il quarto campionato italiano ovvero la vecchia serie C. Parlare di professionismo in questa categoria ci sembra stridente ancorchè esagerato. Poi, è chiaro, ognuno faccia come crede, ma noi a Saronno la pensiamo in modo differente”.

A chi vorresti dedicare questo strepitoso risultato?
“Ai miei giocatori. Tutti quanti e indistintamente sono stati sempre, sempre superlativi in tutte le situazioni. Poi, nello specifico mi fa piacere rivolgere una dedica speciale a Davide Tresso, il nostro capitano che, come noto, all’inizio di gennaio ha lasciato il gruppo per impegni di studio all’estero. Oltre a “Trex”, desidero ringraziare i ragazzi Under – Canton, Motta, Figini, Mariani, Bianchi e altri ancora – che per tutta la stagione si sono allenati duramente e sono stati fondamentali per realizzare il lavoro di qualità a cui prima facevo accenno”.

La vostre partite sono state come un concerto rock pieno di adrenalina, spettacolo, emozioni.
“Questi aspetti sono quelli che, come staff tecnico, ci hanno maggiormente gratificato perché esprimono un elemento chiarissimo: la mia squadra ha giocato bene, prodotto un rendimento costante, non a caso non abbiamo mai perso due partite consecutive, ha divertito il pubblico e, cosa non banale, ha ricevuto i complimenti dal 99% degli avversari”.

Alla fine dell’impresa, cosa ti rimane veramente attaccato?
“Due cose. La prima è legata al piacere di aver messo insieme una stagione incredibilmente perfetta. Mai un problema. Grande coesione tra tutti i protagonisti. Le rare difficoltà superate sempre insieme. E, infine, il clima di serenità e tranquillità che ci ha circondato in dieci mesi di lavoro. La seconda – conclude orgogliosamente il tecnico saronnese -, è la sensazione di gradevole stupore nel sapere che noi della Robur Saronno, umili protagonisti del parquet, siamo stati capaci di salire sull’Everest della Serie B Interregionale. Noi di Saronno. Unici. Inimitabili”.

Massimo Turconi

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