Sfide e obiettivi sono indispensabili per crescere e migliorarsi, ragion per cui la stagione 2024/25 sarà ancor più importante della precedente per il Varese, diviso da un lato dall’ambizione di tornare tra i professionisti e dall’altro di consolidare sempre più il settore giovanile.
Aspetti che si muovono di pari passo e la sinergia con Massimo Foghinazzi si muove proprio in tal senso visto che il presidente del Gavirate ha preso in carico l’intero vivaio biancorosso con l’obiettivo di rafforzare un movimento che parte già da un’ottima base.
Non ne farà parte Roberto Verdelli (approdato alla Solbiatese) e potrebbe salutare anche Massimo Scodellaro; di conseguenza, a livello di organigramma e gruppi di lavoro non dovrebbero mancare le novità. Non c’è però fretta e lo stesso Foghinazzi esordisce con una battuta: “Formalmente non è ancora finita la stagione 2023/24, per cui di annunci ufficiali non è tempo. Posso però garantire che siamo a buon punto a livello organizzativo e siamo costantemente al lavoro: non mancheranno novità a livello di formazione e innovazione tecnica, sia per quel che riguarda i giocatori di movimento che i portieri”.
L’addio di Verdelli aprirà ad altri cambiamenti?
“Non sono arrivato per stravolgere; anzi, credo che il lavoro di Verdelli sia sotto gli occhi di tutti ed è giusto fargli una volta di più i complimenti. Non ci saranno tante uscite e dal punto di vista tecnico il direttore Cosimo Bufano è al lavoro seppur, lo ribadisco, fino al primo luglio non potremo muoverci in maniera concreta”.
Da che base partirà il vostro progetto?
“Da un settore giovanile già di per sé importante. Tolta l’Under16, che parteciperà ad un campionato Provinciale, tutte le altre annate hanno già acquisito i Regionali: va da sé che l’obiettivo prettamente sportivo sarà quella di mantenerli in U14 e U17, mentre in U16 dovremo lottare per conquistarli e in U15, grazie allo strepitoso lavoro dei 2009, vogliamo essere protagonisti nella categoria Elite. L’obiettivo è quello di crescere e va a pari passo con tutto il resto: dobbiamo formare i nostri ragazzi per consentir loro di performare al meglio. L’U18? Stiamo monitorando la situazione: se la facciamo è per dar seguito ad un percorso formativo e di crescita dei ragazzi. Se invece bisogna farla giusto per tappare dei buchi, allora non la faremo”.
Da uomo di calcio, cosa significa per Lei dividersi tra Varese e Gavirate? Seppur a livelli diversi parliamo di due istituzioni sportive del territorio.
“Vuol dire solo una cosa: tanto lavoro (ride, ndr). E non mancherà tutta la mia passione e dedizione. Varese e Gavirate ad oggi rappresentano in provincia la miglior condizione possibile per un ragazzo che vuole crescere nel mondo del calcio. Le opportunità che possiamo dare in termini formativi non sono seconde a nessuno e a livello di giocato potremo contare su due realtà, una in Serie D che ambisce a tornare fra i professionisti e l’altra in Promozione dove i giovani promettenti potranno iniziare a fare esperienza. Oltretutto non dimentichiamoci della Juniores Nazionale biancorossa e della Juniores Regionale rossoblù: in altre parole abbiamo tutto il necessario per accompagnare un giovane atleta in tutto il suo percorso. Ribadisco un concetto a me caro: Varese e Gavirate sono una grande famiglia ed è per questo che il progetto acquisisce un valore unico difficilmente riscontrabile in altre realtà. Anche a livello femminile non mancheranno importanti novità, sempre finalizzate alla valorizzazione delle atlete”.
Guardando a Gavirate, la società si è arricchita con l’annuncio di un certo Alberto Brovelli.
“Dopo due anni di stop è tornato a fare calcio, e ne siamo tutti grati perché parliamo di una persona che per qualità, competenza ed etica rappresenta molto più di un valore aggiunto. Sono valori di vita che ho sempre cercato di trasporre nel mondo del calcio e Alberto in questo sarà fondamentale perché sono certo che mi darà consigli e suggerimenti per aiutarmi nel concreto. Aggiungo che la sua presenza sarà di riflesso un ulteriore beneficio per il Varese”.
Tornando al Varese, dal primo luglio sono in programma gli open day: quali sono le aspettative?
“Saranno quindici giorni intensi e l’augurio è quello di poter trovare profili interessanti per poter aumentare il livello quantitativo e qualitativo delle rose. Di certo ci aspettiamo una risposta importante perché Varese ha ora una struttura che fa invidia a tutti e che lo scorso anno era ancora in fase di costruzione. Varese è la squadra capoluogo di provincia, abbiamo l’obbligo di alzare il livello e ci aspettiamo un buon afflusso. Siamo pronti a vivere una stagione intensa con il sorriso sulle labbra e la voglia di fare grandi cose tutti insieme”.
Matteo Carraro