Siamo davvero contenti del loro lavoro, rimarranno al 100%. Quello che fanno è incredibile, ci aspettiamo che rimangano per tanto tempo. Arriveremo ad un certo punto quando saranno troppo bravi per noi e continueranno la carriera lontano da lì. Nel frattempo noi dobbiamo continuare a sviluppare talenti, crescendo e trovando il loro giusto rimpiazzo”.

Sono state queste le parole dell’AD di Pallacanestro Varese, Luis Scola, nei confronti dei due General manager biancorossi, Zach Sogolow e Max Horowitz, in occasione dell’incontro annuale di fine stagione con la stampa di El General.

Parole chiare, dirette, che nobilitano il lavoro fatto dai due dirigenti americani in questi mesi di lavoro in casa biancorossa. Un’operatività molto spesso “nascosta” rispetto magari a quanto non si possa vedere in maniera diretta dall’esterno, in un’attività volta a rendere sempre più modello NBA la Pallacanestro Varese.

Un lavoro però che, se in questi mesi è stato più nelle retrovie, in queste settimane diventerà di assoluta centralità con l’inizio del mercato, visto il ruolo, importante, che avranno i due dirigenti americani nelle scelte dei giocatori per l’anno prossimo.

Scelte che sicuramente, almeno per il lato stranieri, guarderanno oltre oceano ed al grande mondo di conoscenze ed amicizie che i due hanno stretto con giocatori, agenzie, agenti e franchigie negli anni di lavoro nella massima lega mondiale di pallacanestro.

Un lavoro di reclutamento che sicuramente passerà dalla Summer League di Las Vegas in programma dal 12 al 22 luglio prossimo e nel quale sarà direttamente coinvolto anche Luis Scola.

Un mercato, quello di quest’estate, che sarà il primo vero banco di prova di Sogolow e Horowitz, visto che l’anno scorso sono arrivati a squadra praticamente già fatta, si tolga, anche se pesa come un macigno, la scelta condivisa anche con loro di prendere Cauley-Stein (in un’operazione che fu gestita in prima persona dallo stesso Sogolow) e che dopo un anno di apprendistato è chiamato a saggiare le qualità dei due GM a stelle e strisce.

Il paragone, chiaramente, è di quelli pesanti se si guarda alla prima estate da General Manager di Michael Arcieri ed alla squadra che riuscì a costruire. Ma guardare al passato in questo momento ha poco senso, Varese ha bisogno di sfruttare tutto il proprio tempo a disposizione, partendo dalla risoluzione di questioni dirimenti, quali Mannion ma anche le possibili e importantissime conferme di McDermott e Brown, passando poi per la scelta di un pivot titolare e di una guardia molto versatile che, nel caso di permanenza di Mannion, potrebbe essere un giocatore anche meno scorer di quello che era Hanlan nell’eventualità, complicata, che rimanga Moretti. Il tutto, accompagnato, vedremo se sarà così, da un 4 capace di dare quella sostanza fisica e difensiva che tanto è mancata quest’anno è che sarebbe perfetto complemento delle qualità di Gabe Brown.

Da questo discorso teniamo volutamente fuori il mercato italiani, partendo dal presupposto che Okeke sarà ancora in gruppo e che Librizzi ha ottime possibilità di rimanere perché, detto di Moretti (che la propria agenzia starebbe offrendo a tantissime realtà ma che rimarrebbe molto volentieri a Varese, come da lui dichiarato), e la possibilità di avere anche Mannion, restringerebbe il quadro degli italiani da scegliere per il 5+5, in una situazione che ad oggi vede lontano Assui, diretto verso un anno al College. In questo contesto sarà centrale la figura di Matteo Jemoli, Responsabile Scouting biancorosso che avrà il compito di guidare i due in un mercato italiani che conosce molto bene.

Un lavoro che sicuramente dovrà tenere conto del discorso della continuità indicata da Luis Scola in conferenza stampa anche se chiaramente non dipende totalmente da Varese per le clausole di uscita presenti nei contratti dei giocatori attualmente in biancorosso e degli scaglioni d’età per costruire una squadra giovane per poter concorrere a quei premi sugli Under 26 e Under 23 che quest’anno hanno portato nelle casse biancorosse circa 150.000€, risorse di cui non poter fare a meno per un discorso di sostenibilità sempre molto caro in casa Pallacanestro Varese.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui