
Con la salvezza aritmetica in tasca è il momento di fare i primi bilanci della stagione in casa Pallacanestro Varese, dando però anche uno sguardo al prossimo futuro, con il club biancorosso già al lavoro per strutturare la squadra della prossima stagione. Ed allora chi meglio del presidente Toto Bulgheroni per fare il punto in casa OJM.
Quant’è la soddisfazione per aver raggiunto l’obiettivo salvezza?
“Non possiamo che essere soddisfatti di questo traguardo raggiunto a due giornate dalla fine, quindi senza soffrire troppo mentre altre squadre soffrono ancora. Decisive sono state le partite con Napoli e Sassari che ci hanno permesso di metterci ben al sicuro anche prima della sfida di Bologna. E’ chiaro che è stata un’annata difficile, complicata, però parto dal fatto che solo chi lavora e fa tanto può sbagliare. Come tu sai il nostro margine di errore è condizionato molto dal budget, a volte si indovinano di più le mosse, altre meno, però fa tutto parte di un bagaglio d’esperienze che, se viene utilizzato per migliorare, è sicuramente importante. Da questo ripartiremo e lavoreremo per fare una squadra competitiva, per trovare qualche risorsa in più da dedicare alla Prima Squadra, partiamo con qualche punto fermo e questo è molto importante”.
La permanenza di coach Kastritis è il primo punto di continuità, fondamentale, in vista della prossima stagione. Possiamo dire che con lui si apre un progetto sportivo nuovo?
“Hai centrato pienamente il punto, sono completamente d’accordo. Al di là della sua filosofia di gioco e applicazione è una persona che, non credo di sbagliarmi, posso definire eccezionale. Ha capito al volo la nostra realtà e si sta integrando sempre di più nel nostro mondo”.
Secondo lei qual è stato l’errore più grave commesso quest’anno e da non ripetere?
“Certamente abbiamo sbagliato qualcosa e lo sappiamo ma lo andiamo ad analizzare internamente. Amo la cultura della positiva e dell’insegnamento che dagli errori uno deve recepire, sempre compatibilmente al budget che avremo a disposizione e che è molto condizionante”.
Le devo fare una domanda quasi obbligata vedendo l’andamento della stagione: c’è margine per una valutazione anche di qualche cambio nel management della squadra?
“Non posso rispondere a questa domanda. E’ una decisione che sta in capo in primis a Scola che non solo è il proprietario ma anche l’AD della nostra società. Parleremo in consiglio, ci confronteremo e valuteremo quali decisioni prendere”.
Ecco Scola che rimane il punto fisso della Pallacanestro Varese?
“Luis è sempre stato e questa è la sua forza più grande, molto legato al progetto. Un percorso a metà strada, tanto è stato fatto a livello giovanile, di rinnovamento del palazzetto e della foresteria, altre cose sono state fatte anche per la Prima Squadra che è la vetrina più importante. Dietro alla vetrina, però, c’è la fabbrica che produce, che ha grandi valenze nei confronti della città, abbiamo più di 500 ragazzi nel Settore Giovanile e con essi le famiglie collegate, abbiamo progetto molto importanti di Responsabilità Sociale tramite i quali cerchiamo di esprimere il nostro impegno per la comunità. Questa è la base di partenza, da cui costruiamo facendo tesoro di quanto accaduto finora”.
La fabbrica di cui lei parlava quest’anno ha iniziato a mostrare i suoi primi frutti: era impensabile che Librizzi e Assui facessero una stagione simile. Quanto è soddisfatto del loro lavoro in campo?
“Moltissimo. La società, tutti noi, abbiamo puntato molto su questo ottenendo molto di più di quello che potevamo pensare di ottenere all’inizio. Questo è un grande passo in avanti, ci vuole un pò di pazienza, sappiamo purtroppo che questa non sempre si coniuga con risultati immediati. Cercheremo però di fare una squadra solida e che possa dare sempre maggiore soddisfazione ai nostri tifosi che sono una cosa unica ed eccezionale. Insieme a loro e con tutto l’affetto che ci hanno dimostrato e ci dimostreranno domenica nell’ultima partita in casa troveremo il modo di lavorare sempre al meglio, come ci spingono a fare”.
L’ha citata, la sfida di domenica contro Trieste sarà molto particolare, con tanti ex presenti, da Arcieri a Ruzzier, passando per Ross, Brown, McDermott e Reyes. Che effetto le farà rivederli tutti insieme con un’altra maglia?
“Sono molto orgoglioso di questo, perché vuol dire che abbiamo lavorato bene, facendo tutto il possibile per mantenere alcuni di loro, vedasi Ross, Brown e McDermott ma senza riuscirci. Questo però non ci deve intristire, anzi, dobbiamo essere fieri del livello che hanno raggiunto perché vuol dire che il lavoro che abbiamo fatto con loro è stato di altissima qualità. Sono felice anche di rivedere Arcieri che a Trieste ha trovato quella piazza importante nella quale poter avere mano libera a livello decisionale: penso che anche per lui l’esperienza a Varese al fianco di Scola sia stata formativa. Li abbraccerò tutti”.
Un giocatore che sicuramente Varese ha rilanciato è stato Davide Alviti che sta giocando la sua miglior stagione in carriera: sappiamo che questo lo porterà ad essere un pezzo pregiato del mercato. Cosa gli direbbe per farlo rimanere a Varese?
“Intanto Davide ha un contratto anche per l’anno prossimo e quindi questa non è una cosa da poco. Poi, io ho un ottimo rapporto con Davide, un ragazzo che stimo e che mi piace sotto molti punti di vista e sa cosa penso di lui. Credo che abbia ancora ampi margini di miglioramento e ritengo che questo sia il posto in cui può sviluppare al meglio questa crescita. Poi se crescerà così tanto che arriverà una squadra di Eurolega a prenderlo non potrò che essere felice per lui, però ritengo che questo sia ancora il posto migliore in cui possa crescere”.
C’è una possibilità per un ritorno in Europa di Varese, ovviamente facciamo riferimento alla FIBA Europe Cup?
“Se troviamo uno sponsor che ci sostenga nella campagna europea perché no? Però questa è una condizione fondamentale perché è una manifestazione che ha solo costi e non porta ricavi. E’ chiaro che per noi sarebbe bello ed importante tornare a giocare una coppa europea, però per farlo abbiamo bisogno di maggior sostegno economico. Se c’è qualcuno che fosse disponibile lo accogliamo a braccia aperte”.
Ed allora sull’onda di questo argomento chiudiamo con un bilancio anche di quello che è stato il sostegno economico alla società quest’anno?
“Sono veramente felice della risposta che il nostro progetto sta avendo da tanti investitori. Gli sponsor si sono legati a noi e credono fermamente nel nostro progetto. Loro sanno che per fare un passo in avanti abbiamo bisogno di un maggior sostegno economico ma sono certo che con la loro passione ed il loro entusiasmo riusciremo a crescere anche da questo punto di vista”.
Alessandro Burin