Un difensore tra i candidati al Pallone d’Oro di Prima Categoria? Eccolo qua, è Filippo Rossi, il classe 2001 che ha letteralmente collezionato prestazioni da ministro della difesa. Nonostante la giovane età, ha messo in campo un talento ed un’esperienza da veterano puro, contribuendo in maniera notevole alla vittoria del Gallarate, tanto da rimanere nelle menti e negli occhi di diversi mister che all’atto della nomination hanno indicato lui come uno dei più forti. E lui, laureato in Biologia e dal carattere riservato, si è presentato ai nostri microfoni quasi senza parole. Riuscirà a vincere l’ambito premio? Lo scopriremo lunedì 5 maggio alle Ville Ponti di Varese (ingresso gratuito).

Filippo, che giudizio puoi dare sulla stagione a livello personale e di squadra?
“Partendo dal presupposto che sono molto critico con me stesso, posso dire che sono soddisfatto ma che avrei potuto fare di più, soprattutto in fase realizzativa, che per un difensore magari è un po’ inusuale ma io mi sono sempre ritagliato i miei gol durante l’anno, quanto alla squadra che dire…è stata una stagione pazzesca. Ho trovato un gruppo fantastico, devo dire grazie al mister che ha un carisma immenso, e ai miei compagni, il segreto è stato proprio il gruppo e la nostra capacità di interpretare al meglio ogni partita e ogni situazione”.

Secondo te, perché dovresti vincere il Pallone d’Oro? A chi, invece, lo daresti?
“Perché dovrei vincerlo io proprio non lo so, perché sono un difensore? Dai diversifichiamo un po’, di solito è un premio che finisce sempre nelle bacheche degli attaccanti. A chi lo darei? Non me ne vorranno gli altri ma io lo darei al mio compagno di reparto nonché capitano Alessandro Gaballo, è veramente un leader dentro e fuori dal campo, ha sempre le parole giuste al momento giusto, ha carisma e qualità, ci compensiamo”.

A chi dedicheresti il premio in caso di vittoria?
“Lo dedicherei a tutti quelli che mi hanno permesso di fare questo campionato, alla squadra ovviamente, ma anche alla mia famiglia e ai miei nonni a cui sono molto legato”.

Mariella Lamonica

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