
Un punto in tre partite, -15 dal primo posto e -4 dal secondo. Cos’è successo al Varese? Dopo un gennaio da incorniciare che aveva posto le basi per sognare la rimonta, l’attuale rendimento ha di fatto spento ogni speranza e, dalla rassegnazione delle ultime due giornate, l’1-0 del Derthona ha ora acceso la rabbia del popolo biancorosso.
“Un altro anno buttato” tuona Vincenzo Garamella e anche Luca Papotti non ci va leggero: “Senza gioco e senza orgoglio… ma dove vogliamo andare???”. Per Enzo Levato: “Sono già tutti al mare…” e le parole di Vittorio Ballerio colgono l’assist virtuale: “0 tiri in porta e 0 corner. Se non avete più voglia andatevene adesso almeno facciamo giocare qualche giovane per il prossimo anno”.
“La classifica rispecchia i valori delle squadre viste finora. Varese buon campionato, ma non attrezzato per vincerlo” scrive Andrea Minelli. Michele Mottalini, invece, si chiede: “Ma perché allenatore e giocatori dicono di non voler comunque mollare nulla e poi fanno queste figure?”.
Le parole di mister Floris e capitan Vitofrancesco non bastano ai tifosi. “Le scuse servono a poco… – ribadisce Bruno Giusti – Servivano i risultati e serviva saper caricare i giocatori, cosa che non è riuscito a fare. Non è un allenatore vincente. Brava persona, bravo allenatore, ma non vincente”. Nik Morea aggiunge: “Bisogna vincere. Con le scuse non ti danno i tre punti”. Vincenzo Bassin è categorico: “Floris via. Ripartiamo dalla varesinità il prossimo anno”. Mario Trevisi sposa implicitamente questa linea: “E ora… di disastri ne ha fatti abbastanza… costruiamo la squadra per l’anno prossimo”.
Anche Fabrizio Binda ragiona in ottica futura e la sua domanda retorica sa di auspicio per non vanificare quanto di buono è stato costruito quest’anno: “Mollato completamente di testa, Floris può dire quello che vuole. Squadra non costruita per vincere il campionato, ci vuole ben altro… altra rivoluzione questa estate? Avanti così Sig. Rosati”. Il campionato non è ancora finito e Stefano Pauletto lancia il suo augurio: “Speriamo di arrivare secondi… anche se la vedo dura!”.
Matteo Carraro