Domenica 6 aprile è andata in scena al Palasport di Rogeno, in provincia di Lecco, la Coppa Italia UKS (Unione Karate Sportivo), cui ha partecipato anche il Deaishin Karate Do Varese che ha raccolto risultati importanti: il Maestro Flavia Uboldi ci racconta l’esperienza dei suoi karateka e focalizza l’obiettivo della Black Belt Cup.

Maestro Uboldi, quali karateka ha portato alla Coppa Italia?
“Ho portato solo le cinture nere, per le gare di katà, e invece una sola cintura verde per quella di kumitè. Erano previste gare di katà individuali, katà a coppie, katà a squadre (formate da tre karateka, ndr), oltre ovviamente a quelle di kumitè in cui la nostra cintura verde ha conquistato il quarto posto”.

Quali traguardi avete raggiunto?
“Caterina Miggiano ha conquistato il titolo di campionessa nel katà e Lisa Carletti quello di vice-campionessa. Federico Miggiano, Maya Muratore e Francesco Piatti hanno raggiunto il terzo posto nel katà, mentre Sofia Avanti, Giulia Perusin, Maurizio Miggiano, Juris Zema e Sara Minghinelli sono arrivati quarti nel katà; Leonardo Talia ha ottenuto il quarto posto nel kumitè. Nelle gare di katà a squadre, Lisa Carletti, Caterina Miggiano e Maya Muratore sono giunte seconde, mentre Eneli Hein, Elisabetta Marzoli e Margherita Oliva sono arrivate terze. In quelle di katà a coppie, Sofia Avanti e Giulia Perusin hanno conquistato il terzo posto, mentre Maurizio Miggiano e Juris Zema invece il quarto”.

Come giudica il Karate visto in generale?
“Davvero un livello tecnico di Karate complessivo molto alto, sia nelle prove di katà sia in quelle di kumitè”.

In merito invece al vostro, cosa occorre ancora consolidare?
“In generale abbiamo espresso degli ottimi katà, sia riguardo alla categoria dei più giovani sia per quanto riguarda la categoria Master, Over 36 anni, essendo stata appunto una Coppa Italia Open; nel complesso, in merito al katà credo che dovremmo migliorare sulle posizioni e, soprattutto per quanto riguarda le categorie dei più piccoli, svolgerli dimostrando maggiore forza e potenza, perché sono pur sempre dei combattimenti figurati. Ritengo che il nostro karate in futuro si evolverà maggiormente dal punto di vista tecnico, soprattutto grazie all’allenamento quotidiano”.

Quale opinione esprime in merito all’arbitraggio?
“Noi del Deaishin varesino abbiamo avuto per la prima volta due nostri karateka come presidenti di giuria; i presidenti di giuria sono quelli che, pur non arbitrando, sono comunque alle spalle degli arbitri e sommano poi i punti sia nel katà sia nel kumitè; ritengo che nonostante sia stata la loro prima esperienza, Margherita Oliva e Alfredo Ciriellosi si siano dimostrati molto professionali e bravissimi. L’organizzazione? Ottima organizzazione da parte dell’ UKS, e ammetto che anche gli orari sono stati tutti ben rispettati”.

Obiettivi futuri?
“Partecipare alla Black Belt Cup del 10/11 maggio 2025, della UKS: si tratta di una gara internazionale molto prestigiosa, in precedenza riservata solo alle cinture nere, ma poi in seguito aperta anche a quelle colorate. Si svolgono delle prove di katà individuali e a squadre, e anche di kumitè a squadre: nel kumitè a squadre partecipano di solito tre o cinque karateka, che si sfidano uno per volta e, ad esempio, su tre combattimenti vincono la gara coloro che se ne aggiudicano due su tre. Credo che sia bello svolgere anche il kumitè a squadre, perché lavorare a squadra o in team è molto più coinvolgente anche per gli atleti. La nostra cintura verde se l’è cavata molto bene, per essere alla sua seconda gara in assoluto, e ciò dimostra che la strada che stiamo intraprendendo, anche in merito al kumitè individuale, sta conducendo a dei grandi risultati”.

Nabil Morcos

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