E’ il giorno di coach Ioannis Kastritis in casa Pallacanestro Varese. L’allenatore greco ha guidato il suo secondo allenamento da nuovo allenatore dei biancorossi stamane, lunedì 17 febbraio, a ranghi praticamente completi, esclusi i soli Matteo Librizzi e Akobundu-Ehiogu, impegnati con le loro nazionali.

Dal campo del Campus, alla sala Irca dell’Itelyum Arena per presentarsi alla stampa e a tutto il mondo varesino, impaziente di conoscere metodi e applicazione concreta del nuovo allenatore, chiamato a salvare Varese.

Con lui il GM biancorosso Sogolow che apre così la conferenza stampa: “Siamo molto felici di aver avuto l’opportunità di portare coach Kastritis qui a Varese. Abbiamo già visto tante cose per le quali, come società, squadra e città, essere molto emozionati. Ora il momento è suo, voglio solo dirgli bvenevenuto”

“Sono veramente felice ed emozionato di essere qui – esordisce coach Kastritis -. Ringrazio la società per avermi portato qui, da Luis, ai GM a Toto Bulgheroni. Ovviamente sono consapevole della situazione della squadra, non penso sia il momento di fare altro se non lavorare. Non è il momento delle parole ma dei fatti. Sono assolutamente ottimista e sicuro che daremo il massimo ogni giorno, collaborando con la società per mettere la squadra nelle migliori condizioni”.

CHE IDEA SI E’ FATTO SUL VALORE DELLA SQUADRA: “Abbiamo fatto solo due allenamenti e quello di oggi è arrivato dopo due giorni di pausa e due giocatori (Kao e Librizzi, ndr) non c’erano per impegni con le nazionali, quindi non ho una chiarissima idea del vero valore della squadra sul campo. Penso, però, sia una squadra che finora è stata ben allenata e lo staff ha fatto un buon lavoro, sono convinto che la squadra possa fare un buon cammino in campionato, abbiamo alcune idee da portare sul parquet e dobbiamo farlo in fretta per elevare il prima possibile il livello tecnico-tattico della squadra”.

CHE TIPO DI BASKET GLI PIACE FAR GIOCARE ALLE SUE SQUADRE: “Mi piace che le mie squadre giochino un basket moderno. Velocità e atletismo sono alla base, cercando canestri in sovrannumero in contropiede. La cosa più importante però per me è la difesa, se vogliamo aumentare il numero di possessi e andare in contropiede dobbiamo partire dal lavoro difensivo, conquistare tanti rimbalzi e costringere gli avversari a canestri difficili”.

COME CERCHERA’ DI PORTARE IL SUO MODO DI GIOCARE NELLA SQUADRA: “La cosa più importante per noi sarà costruire una cultura del lavoro nella squadra. Dobbiamo fare un passo in avanti verso il blasone e la storia della società, i giocatori mettono una maglia importante che va rispettata. Dobbiamo far entrare nella testa di chi va in campo che hanno una grande responsabilità, bisogna fare qualcosa in più e questo arriva dal sacrificarsi in difesa, lottare sulle mezze palle, prendere rimbalzi”.

LA CRESCITA CARATTERIALE E LA NUOVA IMPOSTAZIONE DI GERARCHIE NELLA SQUADRA: “Da quello che ho visto in questi due giorni è che i ragazzi hanno voglia di sacrificarsi e di lottare. La cosa importante è che abbiano coscienza del momento e abbiano voglia di superare questa situazione, giocando insieme e sacrificandosi l’uno per l’altro. Non posso mettere la mano sul fuoco su tutte le mie impressioni perché dopo due giorni forse è prematuro, però ho questa forte impressione che la squadra sia pronta per lottare e sacrificarsi per il bene comune”.

PRIMA ESPERIENZA IN ITALIA, COSA SI ASPETTA: “Ad essere onesto, non ho avuto molto tempo di studiare il campionato perché la trattativa è stata molto rapida. La cosa più importante ora è quello che dobbiamo fare noi per raggiungere i nostri obiettivi quotidiani. Il livello del campionato italiano è sicuramente alto, uno dei più elevati di Europa e per ogni allenatore è una grande esperienza confrontarsi con questa realtà. L’anno scorso ho sfidato Trento e quest’anno Venezia in Eurocup e hanno mostrato un elevato livello di gioco”.

SE CONOSCEVA GIA’ QUALCHE GIOCATORE PRESENTE IN SQUADRA: “Si, conoscevo alcuni giocatori come Davide Alviti contro cui ho giocato l’anno scorso, Justin Gray, Jaylen Hands. Più o meno ho già un’idea di quali giocatori abbiamo in squadra”.

IL LAVORO CHE FARA’ CON I GIOVANI IN LINEA CON LA FILOSOFIA SOCIETARIA: “La cosa più importante è lavorare duro, in ogni mia esperienza ho sempre voluto giocare con i ragazzi giovani. Per me i giocatori professionisti non hanno età: se te lo meriti giochi se no no. I fatti sono più importanti delle parole, quindi gioca chi mi dimostra. I minuti tutti se li devono guadagnare in campo come i compagni più anziani e sono contento che già qui ci siano ragazzi pronti per stare in campo”.

SEGUIRE O NON SEGUIRE IL MOREYBALL: “Non ho idea di quello che è successo negli anni precedenti. Parlo per me, non mi è stato imposto nulla da parte della società sul modo di giocare. Fin dal principio Luis, e i GM mi hanno detto di esprimere con il massimo della libertà la mia filosofia di gioco per fare il bene della squadra. Soltanto il fatto di sentire la parola “imporre” non ha alcun senso in questo contesto.

IL SUO RAPPORTO CON LE ANALYTICS APPLICATE AL BASKET: “E’ un sistema che fa parte della pallacanestro moderna di cui parlavo prima, può dare un grosso aiuto sull’andamento della partita e sugli aspetti della vita della società, come lo scouting. Fanno parte del mio modo di lavorare e le utilizzo”.

LE MOSSE SUL MERCATO: “Naturalmente stiamo parlando con la società, valutiamo la situazione. Non è un segreto il fatto che ci piacerebbe aggiungere una combo-guard e magari anche un giocatore che sappia darci maggior fisicità e rimbalzi. I tifosi possono stare tranquilli, faremo il massimo per potere intervenire in maniera mirata e utile, perché comunque sia l’obiettivo è migliorare sempre di più”.

SULLA SUDDIVISIONE DEI COMPITI NELLO STAFF: “Sono assolutamente d’accordo con questo approccio. Il basket è un gioco di squadra in ogni sua componente, tutti devono dare il loro contributo. E’ un sistema, quello di suddividere i compiti nello staff, che ultimamente ho sempre utilizzato anche io. Sono molto contento di avere tanti assistenti, ognuno dedicato ad una parte del lavoro, è una benedizione. Credo molto nella cooperazione per raggiungere i risultati migliori e continuerò in questo tipo di lavoro”

SE HA INTENZIONE DI FARE UN ALLENAMENTO APERTO AI TIFOSI: “Onestamente non abbiamo parlato di questo, non è la mia priorità in questo momento. Non mi sembra qualcosa su cui perdere tempo, abbiamo molto altro da fare. E’ una domanda che mi sorprende abbastanza. In questo momento al cosa più importante è che la squadra lavori, faccia gruppo, migliori e renda felice i tifosi con i risultati la domenica”.

SE LO STIMOLA CERCARE DI AVERE UN FEELING CON IL PUBBLICO DOPO DUE ANNI IN CUI GLI ALLENATORI NON SONO STATI MOLTO AMATI: “Tutti i giocatori e gli allenatori che fanno sport devono avere passione prima di tutto. Io ne ho molta per il basket e per il lavoro di allenatore, così come i tifosi sono appassionati nel seguire la squadra. La cosa importante è che tutto quello che facciamo venga dalla nostra passione,. Sappiamo che la pressione è molta perché i risultati non sono buoni ma questo deve essere uno stimolo. Ho allenato a Salonicco e all’Hapoel Tel Aviv dove la passione è moltissima e so come i tifosi possono reagire ai risultati ma noi dobbiamo essere pronti a controbattere a tutte le situazioni e fare il massimo per rendere felici i nostri tifosi la domenica”.

QUALCHE CURIOSITA’ FUORI DAL CAMPO: “Non penso di essere una persona molto interessante al di là del mio ruolo nel basket. Sto in palestra, passeggio magari per la città con mia moglie ma nulla di più”.

Alessandro Burin

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