Con dieci gol all’attivo (più tre in Coppa), è il secondo miglior marcatore in casa Caronnese, che fino all’ultimo respiro si contenderà la vittoria del campionato con Pavia e Solbiatese. Già tra i cinque finalisti del premio nell’edizione 2021/22, dopo una stagione strabiliante con il Verbano, Luca Malvestio in questi anni ci ha abituato non solo a grandi numeri ma anche a performance che non passano inosservate. In mezzo al campo, il suo tratto distintivo è un perfetto connubio di qualità e sostanza che lo rende un giocatore temibile e imprevedibile, in grado di cambiare le sorti della partita con una “semplice” giocata.

Attore protagonista di un campionato di vertice, il centrocampista classe 1997 è pronto a giocarsi il tutto per tutto negli ultimi decisivi minuti di questa stagione che – direttamente o per un cammino più lungo e tortuoso – potrebbe riportare i rossoblù nella loro categoria di provenienza. E lo sguardo non può che andare anche al traguardo individuale del Pallone d’Oro. Riuscirà a vincerlo? Appuntamento a Ville Ponti lunedì 5 maggio (ingresso gratuito) per scoprirlo in occasione del 14° Premio Varese Sport.

Luca, che giudizio puoi dare su questa stagione a livello personale e di squadra?
“Abbiamo passato tutto l’anno a inseguire e dopo essere arrivati in vetta, il primo posto ci è sfuggito alla penultima giornata. Comunque non è ancora finita, ci giocheremo l’ultima finale, con la voglia di arrivare fino in fondo, e sperando che le altre commettano un passo falso. A livello personale posso dire di aver fatto meglio dell’anno scorso, quindi sono contento perché il mio obiettivo era proprio questo”.

A chi daresti il Pallone d’Oro? E perché dovresti vincerlo tu?
“Lo darei a Poesio per la stagione che ha fatto e per il giocatore che è. Ho potuto giocarci assieme alla Varesina e in quell’anno è stato il mio punto di riferimento, sempre pronto a darmi consigli da cui ho imparato molto. Mi ispiro molto a lui e in queste categorie è sicuramente il mio idolo. Perché dovrei vincere io il Pallone d’Oro? Non lo so (ride, ndr). Perché ho fatto una buona stagione, soprattutto nel girone di andata, e poi perché l’ho già perso tre anni fa, quando molto probabilmente lo avrei meritato con i quindici gol al Verbano… Sarebbe una specie di rivincita”.

In caso di vittoria, a chi dedicheresti il premio?
“Ai miei compagni, perché se sono qui e ho fatto così bene è anche grazie a loro che mi hanno sempre dato fiducia; poi alla mia famiglia che mi segue sempre e alla mia ragazza”.

Silvia Alabardi

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