
“Lo sapevo, me lo sentivo”. E forse, sotto sotto, ci sperava anche. Matteo Petruzzi ha risposto così alla convocazione del Premio Varese Sport, quel premio che lunedì 5 maggio (ingresso gratuito), assegnerà a Ville Ponti anche il Pallone d’Oro di Prima Categoria. Sarà lui a vincerlo?
Ci sarà tempo per scoprirlo, questo è il tempo, invece, per scoprire il bilancio del centrocampista classe ’90 che con il Gallarate si è aggiudicato il campionato.
Matteo, che giudizio puoi dare sulla stagione a livello personale e di squadra?
“Incredibile. L’annata più bella della mia carriera, lo dico senza mezzi termini perché tante volte è stato bello ma questa volta ho davvero fatto parte di un gruppo incredibile che non ha lasciato nulla al caso e che ha vinto con pieno merito. Ci siamo posti un obiettivo ad inizio anno e lo abbiamo raggiunto costruendolo davvero giornata dopo giornata, so che quando vinci sembra tutto facile ma non è stato così, la differenza l’ha davvero fatta il gruppo, abbiamo creato qualcosa di unico dentro e fuori dal campo. La mia annata è stata super – prosegue Petruzzi – penso di aver contribuito sotto tutti i punti di vista a questo successo, sono felice di come mi ha sfruttato mister Contaldo, che ringrazio, perché ha puntato tanto sui miei inserimenti e per uno come me fare 12 gol a 35 anni è un grande traguardo, so che sono fortunato perché ho i geni dei miei nonni, ma sono anche un atleta che fa mille sacrifici, che si cura, che fa festa quando c’è da fare festa, che lavora sodo quando c’è da lavorare sodo e che ragiona con una frase in testa “Il meglio deve ancora venire”.
Secondo te, perché dovresti vincere il Pallone d’Oro? A chi, invece, lo daresti?
“Proprio per quello che ho detto, per i sacrifici che faccio e la passione che ci metto, per l’attaccamento alla squadra, credo che il mio merito sia quello di giocare da diversi anni ad un buon livello. A chi lo darei, invece, non posso non citare un mio amico che quest’anno ha fatto un’annata strepitosa, Memaj per qualità e tecnica è stato pazzesco, è di un’altra categoria inutile girarci attorno, ma insieme a lui cito anche D’Ascanio perché con la coppa, se non sbaglio, ha messo a referto 28 gol con l’Antoniana, c’è qualcosa da aggiungere? Sarebbe un sogno per me poter giocare in un attacco atomico con loro due più Rossoni”.
A chi dedicheresti il premio in caso di vittoria?
“A 35 anni e con 2 figli la mia dedica ed il mio grazie vanno alla mia famiglia, a Giulia che mi dà grande supporto, ovviamente anche alla squadra, al mister e alla società e a miei compagni di macchinata ovvero “Gaba e Mattio” (Alessandro Gaballo e Luca Mattioni ndr), con loro abbiamo sempre condiviso ogni viaggio e non mi è mai pesato, è stata davvero un’annata incredibile”.
Mariella Lamonica