Non c’è pace per Riccardo Refraschini, la cui stagione alla guida dell’Ardor sta assumendo i connotati di un autentico calvario. Dopo che il tecnico bustocco ci aveva raccontato la sua travagliata esperienza con la classe arbitrale, domenica 9 marzo c’è stato il suo tanto atteso ritorno in panchina… che è durato 23 minuti (per la cronaca, Ardor-Lonate Ceppino si è chiusa con la netta vittoria degli ospiti per 6-3). Il direttore di gara Angelo Gabriele di Varese gli ha infatti esibito un rosso diretto che, verosimilmente, sarà preludio ad un’altra importante squalifica.

È una vergogna ciò che è successocommenta un amareggiato Refraschini. L’arbitro Gabriele era lo stesso che mi aveva prolungato la squalifica a dicembre perché a fine partita ero entrato negli spogliatoi a farmi una doccia e, per quanto non voglia scadere nella malafede, non riesco a credere alla coincidenza della sua designazione. Già durante la chiama ha fatto fatica a stringermi la mano: al primo minuto ha regalato al Lonate una punizione, ben sfruttata da loro, e non ho detto niente proprio per evitare ulteriori sanzioni. Al 23′ c’è stato un fallo netto a centrocampo su un mio giocatore non fischiato e il Lonate è ripartito in contropiede con un fuorigioco abbastanza evidente e, sul prosieguo dell’azione, ci ha fischiato contro un rigore. Mi sono permesso di dirgli, senza mai alzare la voce e senza mai utilizzare frasi ingiuriose o parolacce, che doveva portarci rispetto: l’azione è partita da un fallo, è proseguita con un fuorigioco di almeno tre metri e ci è stato pure dato un rigore contro. Lui, senza neanche sentire ciò che stavo dicendo, è partito con il rosso in mano da 80 metri di distanza: mi sembra palese che questa era una decisione già presa a tavolino ben prima della partita. Da lì il match si è inevitabilmente incattivito, io stesso da fuori ho detto qualche parola di troppo, ma penso sia lecito visto lo stato d’animo, e a fine partita, insieme al commissario di campo, anche lui con atteggiamenti poco rispettosi e chiaramente volti a causare un clima di tensione per creare i pretesti per poter calcare la mano col referto, se l’è presa anche con il nostro guardalinee. Facendo qualche ricerca ho visto che questo direttore di gara aveva già creato problemi altrove e penso che bisognerebbe intervenire per fare in modo di evitare che possa causare ulteriori danni anche su altri campi e ad altre società“.

Il riferimento di Refraschini va a Varese-Crema, match di Eccellenza Femminile del maggio 2023 quando proprio il Sig. Angelo Gabriele aveva stilato un pesantissimo referto nei confronti della società biancorossa scatenando le ire di mister Bottarelli che aveva usato termini importanti come “gogna“, “immagine lesa” e “sconfitta per tutti“.

Non ho davvero parole per quanto successo e non ho idea di quante giornate prenderò perché chissà cosa avrà scritto nel refertoprosegue Refraschini. Ero talmente amareggiato e ferito nell’orgoglio a fine partita che ho rassegnato le mie dimissioni, in quanto sono stufo di venire preso in giro ogni domenica da questi elementi, ma la società le ha respinte e mi ha assicurato che si farà sentire nelle sedi opportune. Ad oggi mi resta il dispiacere perché so che da questo punto di vista la giustizia non esiste e molto probabilmente non cambierà nulla: essendo stato preso di mira probabilmente dalla Federazione o da non so chi, senza ancora averne ben capito il motivo, quando sconterò nuovamente la squalifica e potrò tornare in campo mi viene da pensare che manderanno un altro arbitro prevenuto che farà in modo di cacciarmi alla prima occasione. Tutto questo è una mancanza di rispetto nei confronti di chi, a maggior ragione in categorie del genere, vuole solo coltivare la propria passione e lavorare al meglio delle proprie possibilità. Probabilmente c’è chi non vuole che io stia in questo mondo, per quanto sia assurdo ne prendo atto e continuerò per la mia strada, anche perché se in questo mondo ci sono personaggi del genere, forse è meglio non farne parte… Fortunatamente, essendo farmacista, riesco a guadagnarmi di che vivere anche senza questo “calcio”, quindi se non avrò più la possibilità di allenare e mettere in mostra le mie abilità da allenatore, me ne farò una ragione. L’unica grande soddisfazione sarà quella di regalare ai miei ragazzi una salvezza che alla fine del girone di andata sembrava una meta impossibile da raggiungere“.

Matteo Carraro

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