
Torna dopo tre anni sul palco del nostro Pallone d’Oro, questa volta con un bottino di sei reti con cui ha stabilito il suo record personale. In quest’annata alla Sestese, a cui è approdato dopo le due stagioni in nerazzurro e l’esperienza di Lazzate, Stefano Pellini ha messo pienamente a frutto non solo le sue doti di combattente in mediana, ma anche la sua spiccata propensione a inquadrare la porta dalla distanza, specialmente su calcio di punizione.
Dal punto di vista personale, del resto, la sua avventura in biancoazzurro era cominciata sotto i migliori auspici, con una magica doppietta a Soresina, seguita a stretto giro da un’altra marcatura in Coppa Italia, contro il Casteggio, per poi centrare il bersaglio anche in campionato contro Meda, Sedriano e, da ultimo, Solbiatese. Raggiunta la salvezza aritmetica insieme ai compagni a tre giornate dal termine, il centrocampista classe 1997 non può che essere soddisfatto di quanto fatto in questa stagione, in cui è riuscito a prendersi la scena e regalare prodezze di un’altra categoria nonostante una situazione di classifica che ha tenuto la sua squadra lontana da ambizioni importanti. E le sue, di ambizioni, non sono da meno. Riuscirà a vincere il pallone d’oro? Appuntamento a Ville Ponti lunedì 5 maggio (ingresso gratuito) per scoprirlo in occasione del 14° Premio Varese Sport.
Stefano, che giudizio puoi dare su questa stagione a livello personale e di squadra?
“Personalmente sono molto contento perché ho dato continuità alle ultime stagioni, sia a livello di prestazioni che di minutaggio, visto che a parte una gara saltata per squalifica ho avuto la fortuna di essere sempre a disposizione, e questo è un fattore importante che aiuta ad avere fiducia. Sono anche contento di essermi migliorato dal punto di vista realizzativo. Prima d’ora ero sempre stato un giocatore delle retrovie, che pensava a creare il gioco e fare assist per i compagni, ma devo dire che ogni tanto è anche bello segnare, soprattutto se sono gol così belli come quelli di quest’anno… Ogni tanto me li riguardo e ancora non ci credo. Sotto l’aspetto collettivo, avevamo cominciato con un’idea – non so se alla nostra portata o forse più grande delle nostre possibilità – ma poi siamo incappati in un girone di andata anomalo, sottotono e anche sfortunato, restando per due mesi senza vittorie. A gennaio, con l’aiuto di qualche nuovo innesto, siamo ripartiti con una consapevolezza diversa, oltre che con un gruppo più amalgamato. Vincere ha aiutato a vincere e il lavoro ha dato i suoi frutti, permettendoci di raccogliere quello che meritavamo”.
A chi daresti il Pallone d’Oro? E perché dovresti vincerlo tu?
“Senza dubbio a Scapinello perché è un giocatore fuori categoria. Oltre a essere grandi amici, abbiamo anche condiviso due stagioni bellissime e lui è stato uno dei compagni con cui ho avuto più intesa di tutti, a livello di campo ma anche fuori. L’altra è una domanda difficile (ride, ndr). Forse perché alla Sestese non siamo in corsa per vincere il campionato né per giocarci i playoff, quindi l’unico motivo che mi viene in mente è proprio il fatto di essere riuscito a mettere in mostra le mie qualità in un contesto di questo tipo, diverso da quello di tutti gli altri finalisti che possono ancora conquistare qualcosa di grande con le loro squadre”.
In caso di vittoria, a chi dedicheresti il premio?
“Sicuramente ai compagni, alla società, al mister e a tutto lo staff. Poi non potrei non dedicarlo a una tifosa speciale: mia nonna, che da casa non si perde mai una partita. Quest’anno senza le riprese video era un po’ in difficoltà… e allora ha iniziato a seguire la diretta testuale su Varese Sport, ricaricando la pagina ogni cinque minuti per leggere tutti gli aggiornamenti. So già che aspetterà il link per votarmi tutti i giorni e questa sua passione mi fa davvero molto piacere”.
Silvia Alabardi