COMO, ITALY - SEPTEMBER 29: Referee Antonio Guia consult the VAR during the Serie A match between Como 1907 and Hellas Verona FC at Stadio G. Sinigaglia on September 29, 2024 in Como, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Attenzione. L’articolo potrebbe contenere demagogia. Meglio mettere le mani avanti. Dati tempi e argomento. Partiamo da un assunto. La Lega Pro sta vivendo (in termini di inadempienze e irregolarità societarie), la sua peggior stagione degli ultimi 6 anni. Solo per i parziali: esclusione di Taranto e Turris e 35 punti complessivi di penalizzazione inflitti a 9 club. L’anno scorso i punti furono 11 (3 club), nel 2022/23 17 (4), nel 2021/22 solo 3 (2), e così sino al record negativo del 2018/19 con Pro Piacenza e Matera escluse e oltre 100 punti di penalizzazione ad una dozzina di squadre. Da allora, il percorso di risanamento della terza serie ha senza dubbio portato ad una Lega sufficientemente credibile e competitiva. Come dimostrano i dati televisivi e commerciali diffusi durante la gestione a guida Matteo Marani. Un’immagine virtuosa che fa però a pugni con lo stato di salute di una manciata di club come testimoniato dal Consiglio Direttivo indetto d’urgenza lunedì scorso a seguito del Taranto Gate. Evidentemente, l’auditing all’ingresso dei Campionati deve aver fatto cilecca.

VAR pensiero

Questa la premessa. Lo sviluppo è che in questi giorni il tema più dibattuto è invece il FVS (Football Video Support). Per gli amici, il VAR a chiamata (o, altrimenti, challenge). Cioè, “lo strumento introdotto dalla FIFA per consentire al direttore di gara (non è contemplata la presenza di altri arbitri come avviene per il VAR), anche su richiesta delle due squadre, di rivedere una determinata situazione di gioco con l’ausilio del replay quando c’è la copertura televisiva (da una a quattro telecamere) e in determinati casi specifici. Lo strumento prevede che l’arbitro, assistito da un operatore video, si avvalga di un monitor a bordo campo. La decisione iniziale dell’arbitro non cambia, a meno che il filmato non mostri che sia stato commesso un ‘chiaro ed evidente errore’ o si sia in presenza di un ‘grave episodio non visto“.

La FIGC del Presidente Gabriele Gravina ha deciso di inoltrare alla FIFA e all’IFAB la richiesta di essere inclusa nella sperimentazione del Football Video Support nei maggiori campionati nazionali attualmente sprovvisti di VAR. Ergo, Serie C (stagione regolare, perché per playoff e playout è già realtà), e Serie A Femminile professionistica. Posto che la novità dovrà andare necessariamente a braccetto con un significativo upgrade tecnologico gravante in termini economici (facile supporlo), sui club stessi, la domanda (demagogica, ma era in premessa), è una ed una sola. Visti i chiari di luna (non solo torresi e tarantini), il VAR a chiamata è davvero una priorità della Serie C?                  

Giovanni Castiglioni

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