
Il nostro viaggio nel mondo delle arti marziali questa volta fa tappa al primo Trofeo Città di Pavia del 22 marzo 2025, presso il Palaravizza (“secondo Memorial Maestro Paolo Grugnola”), in cui i judoka del dojo varesino ASD Arashi, guidato dal Maestro Giuseppe Campiglio, in arte Pippo, hanno conquistato degli argenti e dei bronzi; Campiglio ci illustra anche la realtà del Judo agonistico nell’ASD Arashi.
Maestro Pippo, quali traguardi avete raggiunto?
“Il Primo Trofeo Città di Pavia è stata una gara per le categorie di Bambini, Fanciulli, Ragazzi, Esordienti A ed Esordienti B, alla quale ho portato 17 judoka, cinture bianche, gialle, arancio e verdi; prevedeva solo le prove di combattimento di Judo sportivo e quelle di lotta a terra. Ho apprezzato molto il fatto che i nostri ragazzi abbiano dimostrato tranquillità, gestendo bene l’emozione e, soprattutto, si incoraggiavano, sostenevano e confortavano tra loro in queste esecuzioni individuali; abbiamo conquistato degli argenti e dei bronzi”.

Cosa rappresentano per voi?
“Per i nostri judoka sono motivo di evoluzione judoistica; per noi maestri e allenatori invece un modo per confrontarci con delle altre scuole di Judo, allo scopo di vedere quali tecniche prevalgono maggiormente e quali poi impiegare, e anche osservare gli attacchi consecutivi”.
Quale livello complessivo di Judo ha visto?
“In generale ho notato un Judo molto morbido e fluido, in cui le azioni erano ben impostate”.
Voi dell’ASD Arashi avete degli agonisti adulti?
“Sì, dei judoka Cadetti cinture marroni, che intendo portare al “Diciannovesimo Trofeo internazionale Città di Como” del 13 Aprile 2025, presso il Palazzetto di Gerenzano”.
Anche delle donne agoniste?
“Sì, quattro o cinque: una cintura gialla, due verdi e una marrone; nel complesso stanno ancora imparando, perché questa è la nostra prima stagione in agonistica in cui partecipiamo anche a delle gare di Judo; le abbiamo preparate sia alla lotta a terra che al combattimento in piedi, perché nel Judo è prevista la possibilità di terminare a terra un combattimento iniziato in piedi. In generale nei bambini vi è la distinzione fra lotta a terra e lotta in piedi, perché in questa categoria si inizia con un lavoro di combattimento a terra, anche come principio educativo”.
Nel vostro judo sportivo, su cosa occorre ancora lavorare?
“Credo che dovremmo migliorare il nostro approccio alle prese, e anche nelle tecniche d’attacco durante gli “shiai”, o combattimenti di Judo agonistico; per le categorie di Cadetti sono previste anche le leve e i soffocamenti, mentre ad esempio in questa competizione a Pavia, queste tecniche erano invece vietate”.
Obiettivi futuri per l’agonistica?
“Partecipare poi a molte più gare di Judo; in questa stagione ne abbiamo svolte per ora due; andremo alla terza in aprile, e anche ad una successiva quarta in giugno”.
Nabil Morcos