Tutte belle e luccicanti le medaglie conquistate in carriera da Daniele Cassioli, il “fisioterapista volante” di Gallarate che, con gli sci ai piedi, siano essi da sci alpino o d’acqua, è capace nonostante la disabilità (Lele è cieco dalla nascita) di abbattere tutte le barriere. Tutti i limiti. Anche quelli dell’umana volontà.

Tutti belli e significativi i titoli conquistati da Daniele. Ma l’ultimo in ordine di tempo, il numero 17 in Europa (più 16 allori Mondiali, più 13 anni di imbattibilità nei confini nazionali…) porta con sé qualcosa di speciale ed è più lucente di tutti quelli l’hanno preceduto.
“E’ assolutamente così. Il titolo conquistato nello scorso fine settimana a Skarnes (Norvegia) appartiene già alla galleria dei miei ricordi più cari perchè è arrivato in maniera inattesa in una manifestazione alla quale sembrava non potessi nemmeno partecipare. Infatti, dopo il grave infortunio alla spalla capitato nello scorso mese di marzo – lussazione e seria frattura dell’omero ridotta con un intervento chirurgico di quattro ore -, erano in diversi quelli che avevano previsto la fine anticipata e traumatica della mia carriera sportiva”.

Invece, il tuo carattere d’acciaio ha, come sempre, smentito anche le più fosche previsioni…
“Ho lavorato tantissimo per tornare alla massima efficienza atletica. Non potete immaginare quanto. Questa volta sono stato il fisioterapista di me stesso scoprendomi severissimo ed esigente. Otto, anche dieci ore al giorno di fisioterapia, esercizi di mobilizzazione e piscina. Nel periodo dell’infortunio ho imparato molto lavorando con me stesso e certamente userò alcune tecniche anche coi miei giocatori al Legnano Basket. In particolare quelle di “sport vision”, ovvero immaginare il gesto tecnico e ripeterlo mentalmente fino alla nausea”.

A Skarnes hai vinto “solo” una medaglia di specialità…
“Non potevo fare altro perchè la giustificata cautela del post-infortunio mi ha costretto a partecipare solo alla gara di Slalom, mentre nelle gare di salto o di figure purtroppo sono stato solo spettatore. Però, la partecipazione a tutte le discipline è solo rimandata ai Mondiali che si terranno in Australia a maggio del 2017. Per quella data sarò in formissima e pronto a conquistare un’altra cinquina di medaglie d’oro”.

Continua dunque l’avventura vincente di un ragazzo che, in modo meravigliosamente costruttivo prosegue la sua battaglia per dimostrare quanto sia assurdo, fuori luogo e anacronistico il concetto di normalità.
“Nei mesi successivi all’infortunio ho voluto sfruttare in maniera positiva il tempo a disposizione girando per le scuole e incontrando tanti bambini che, come me, sono portatori di una disabilità. Ragazzini che, è il mio sogno, possono e devono diventare “portatori sani”, cercando di dimostrare anche ai normodotati che la disabilità, se vissuta nel modo giusto, può arricchire la vita di tutti, regalando felicità, momenti pieni di gioia e di partecipazione attiva alla vita. E, per la mia esperienza, lo sport è il veicolo adatto, quello più che perfetto per “trasportare” questi sentimenti”.

Tra l’altro, aspetto importante, sei riuscito a coniugare la tua professione col mondo dello sport visto che da qualche anno sei l’apprezzato fisioterapista del Legnano Basket. 
“Ringrazio i dirigenti legnanesi, in particolare il Presidente Marco Tajana e il G.M. Maurizio Basilico, per l’occasione che mi hanno offerto di vivere quotidianamente, e in modo altamente professionale, uno sport appassionante come la pallacanestro (Daniele è spesso presente anche al PalaWhirlpool per assistere agli incontri dell’Openjobmetis…). Ma desidero ringraziare anche i giocatori, tutti ragazzi davvero eccellenti che ogni giorno mi dimostrano affetto, fiducia e grande interesse per la mia attività. La stagione ormai è alle porte (il raduno del Legnano Basket è fissato per il prossimo 16 agosto, ndr) e la nostra squadra, ben costruita e adeguatamente rinforzata, sarà certamente protagonista”.

Massimo Turconi