La Pallacanestro Varese, in estate, non ha conosciuto solamente cambiamenti nel roster: Marco Vittorelli è il nuovo presidente, Claudio Coldebella il nuovo direttore generale. Fabrizio Fiorini era entrato nel CdA a febbraio 2016 e da quest’anno amministratore delegato del club.

Variazioni nell’assetto societario e un nuovo direttore generale. Com’è andata la prima estate di lavori?
«Abbiamo preso in mano questa situazione in tempi molto brevi. Abbiamo mantenuto buona parte dell’assetto tecnico-sportivo, sistemato l’area medica e scelto Claudio Coldebella come direttore generale. Sono convinto che in ambito sportivo si debba procedere con cautela, dando fiducia a chi sta da anni in questo ambito. Non sono mai entrato nelle scelte tecniche e non lo farò in futuro, ho solo cercato di capire cosa si poteva razionalizzare nelle varie aree. Il nostro progetto mira a rendere la Pallacanestro Varese finanziariamente autosufficiente e ben organizzata, mettendo l’area sportiva nelle condizioni di lavorare al meglio. Dopo di che, purtroppo o per fortuna, tocca ai giocatori e all’allenatore».

Gli abbonati sono 2810. Un numero soddisfacente?
«Certamente. Sono convinto che la maggior parte di queste 2810 persone avrebbe fatto l’abbonamento indipendentemente dalle nostre scelte e dai primi risultati. Noi dobbiamo lavorare per ampliare questo bacino d’utenza. L’età media dei nostri abbonati è elevata ed essi sono legati soprattutto a periodi storici particolari. Speriamo che tra qualche anno si possa parlare di quelli che hanno incominciato a seguirci da Chalon. Inoltre, per fidelizzare l’appassionato non ci si può più limitare alla partita di 40 minuti, ma bisogna creare un insieme di strutture di contorno che possano invogliare il tifoso a venire al Palazzetto».

Quanto incide, sportivamente ed economicamente, la partecipazione alla Champions League?
«È importante prima di tutto perché torniamo a giocare una coppa europea di livello importante e dobbiamo esserne orgogliosi. Dal punto di vista economico ci sono dei bonus, è vero, ma bisogna anche dire che abbiamo strutturato una squadra lunga, in grado di essere competitiva in campionato e coppa. Questo ha comportato dei costi aggiuntivi. Comunque, abbiamo fatto dei passi che ci consentissero di ridurre al minimo i rischi.Poniamo grande attenzione a questo lato e sappiamo di dover continuare a lavorare perché ad aprile ci sia già la possibilità di programmare la stagione successiva. A tal proposito, abbiamo già rinnovato alcuni contratti e ci troviamo ad avere già delle certezze per la stagione 2017/2018».

Il Palazzetto cerca una nuova denominazione. Ci sono novità?
«Mi è spiaciuto che fosse stata data per certa una soluzione che non si è poi concretizzata. Stiamo lavorando su altre possibilità: il Palasport di Varese ha una buona vendibilità e non abbiamo la necessità di svenderlo. Penso che entro fine mese ci sarà il nome definitivo».

Come si relaziona la società con la nuova realtà de Il Basket Siamo Noi?
«È un’idea che è partita con il piede giusto. Dopo l’entusiasmo iniziale, però, ci sono sempre dei rischi. Mi auguro che in tempi brevi riescano a strutturarsi in modo da dare stabilità al progetto, perché ne abbiamo bisogno come supporto. Diamo la massima disponibilità. Anche noi, come Pallacanestro Varese, ci stiamo muovendo con iniziative percoinvolgere il tifoso. Vorrei fare in modo che la squadra stesse di più assieme e in luoghi in cui ci sia un contatto vero e proprio con gli appassionati».

Filippo Antonelli