Gli episodi negativi nel calcio fanno sempre notizia e difficilmente trovano fine con un chiarimento breve e con un punto d’incontro.
Ecco perché la pagina di calcio dilettantistico colorata di nero mercoledì sera prima del match di Coppa Italia tra Besnatese e Morazzone, purtroppo non è ancora stata voltata.
Se in un primo momento si sono esposti il ds Paolo Pozzi (anche lui coinvolto nell’accaduto) ed il tecnico rossoblù Marco Dallo, oggi a parlare è uno dei protagonisti, ovvero colui che avrebbe subito la violenza, il responsabile del settore giovanile Roberto Bani.
Dopo aver letto il vostro articolo di ieri mi sono sentito in dovere di raccontare la verità, cosa che a mio avviso non è emersa dalle parole della società Morazzone”, ha esordito il dirigente ancora scosso e dolorante per la colluttazione.Era già stata una serata movimentata perché un ragazzino della Besnatese non si era sentito bene agli allenamenti a causa del forte vento, ed ero andato a recuperargli un tè caldo al bar, ma quando sono tornato al campo di allenamento ho assistito alla scena da cui è scaturito tutto tra il presidente Rolando Pozzi ed i ragazzi della squadra ospite”. Una scena che, come già detto, aveva visto il sig. Pozzi richiamare gli atleti Morazzonechiedendo loro di spostarsi da quella zona di campo. “Vorrei sottolineare innanzitutto i modi garbati del presidente nel rivolgersi a loro che ha perso un po’ la pazienza quando lo ha fatto per la terza volta, visto che non era stato ascoltato. A quel punto si è ritrovato faccia a faccia con i giocatori che non gli hanno risparmiato diverse frasi poco carine, ed è lì che mi sono sentito in dovere di difenderlo considerando che tipo di persona è (“potrebbe essere mio padre per il bene che gli voglio” ndr) ed il ruolo che ricopre, ribadendolo ai ragazzi”. Ed ecco che a quel punto sono piovute parole e parolacce da entrambe le parti:Sono volati degli insulti, non solo da parte loro anche da parte mia, lo ammetto, ma non avrei mai immaginato che Suman si avvicinasse a me e mi desse un calcio ad altezza femore; in un primo momento sono rimasto in piedi fermo, ma quando ho fatto un passo per muovermi la gamba mi ha ceduto, ecco perché sono caduto dopo qualche istante e non certo perché ho finto o fatto sceneggiate come sostengono loro”. Inevitabile la chiamata ai soccorsi che hanno da subito verificato lo stato d’agitazione del signor Bani somministrandogli un antidolorifico. Senza contare che nel frattempo negli spogliatoi proseguiva la brutta vicenda con tanto di baruffa tra lo stesso centrocampista ed il ds Paolo Pozzi.
Bani aggiunge ancora:In ospedale dopo i raggi al bacino e all’anca hanno constatato che non ci fosse nulla di rotto, ma anche che si trattasse di una gran botta tant’è che mi hanno prescritto alcuni medicinali; ieri, non potendo andare a lavoro perché faccio fatica a camminare, sono andato dal mio dottore che a sua volta mi ha prescritto un’ecografia in quanto potrebbe esserci un ematoma sottocutaneo che non va certo preso alla leggera e che andrà curato”. “Il dolore fisico è tanto, il dolore morale ancor di più: non sono un ragazzino, sono nel mondo del calcio da 40 anni e ne ho viste tante, ma mai una cosa del genere. Non ho certo bisogno di pubblicità, sono una persona seria e rispettosa e quando ho letto quelle dichiarazioni mi sono sentito ancor più preso in giro, soprattutto da una persona che era lì, non ha battuto ciglio ed ora racconta un’altra versione dei fatti”.
Ma ad oggi le sono arrivate le scuse da parte del ragazzo?Nessuna scusa. Ieri sera ho chiamato io direttamente il presidente dell’asd Morazzone che mi ha comunicato tutto il suo dispiacere per l’accaduto e mi ha fatto sì le scuse a nome della società, ma mi ha anche detto che avrebbe indagato meglio su tutta la faccenda non essendo presente”. Scuse dirette no quindi, ma tanti messaggi d’incoraggiamento sì:E’ vero In compenso mi sono arrivati tantissimi attestati di stima e affetto da parte di tutto il mondo del calcio e non solo: sono rimasto basito per tutte le persone che mi hanno scritto, non avrei mai immaginato, questo dimostra che tipo di persona sono e m’inorgoglisce, perché significa che qualcosa di buono ho fatto nella mia vita e non posso che ringraziarli pubblicamente”.
Sarà il punto definitivo sulla vicenda? Ai posteri l’ardua sentenza, ma l’amarezza ed anche il disgusto per l’intero episodio aumentano e la speranza (già, ci appelliamo ancora a lei), è che non vadano oltre.

Mariella Lamonica