Quando si tocca il fondo ci sono due possibilità: scavare o risalire. La Openjobmetis a Cremona ha prodotto l’ennesima nota dolente della sua stagione, non riuscendo a controbattere alla maggiore voglia di vincere di una Vanoli che, in caso di sconfitta, si sarebbe trovata con l’acqua alla gola. Ora Varese non ha più scelta: deve guardarsi alle spalle e difendersi dall’attacco dell’ultima in classifica per non sprofondare. La situazione attuale non lascia altre possibilità e le ambizioni di inizio stagione, per ora, sono da cancellare e dimenticare.

La sconfitta esterna nel derby lombardo è facile da analizzare perché è uguale a molte altre che i biancorossi hanno subito in campionato e in coppa. Varese non ha saputo trovare le energie necessarie e l’attacco, dopo trenta minuti accettabili, ha ricominciato ad essere tristemente improduttivo nel periodo decisivo.
Maynor non è stato in grado di imprimere la sua impronta sul match, Kangur si è tirato fuori dalla partita con una serie di falli evitabili e Dominique Johnson è incappato nella prima gara sotto la doppia cifra da quando è arrivato a Varese.

I biancorossi devono imparare proprio dalla loro prossima avversaria: Torino, pur avendo vissuto una serata storta in casa contro Brescia, ci ha provato fino alla fine. Washington e Wright sono arrivati per primi su ogni pallone, dando vita a un parziale che ha quasi rimesso la Fiat in gara negli ultimi due minuti di gara. Poi la vittoria, per la squadra di Frank Vitucci, non è arrivata, ma l’atteggiamento del finale di partita ha dimostrato che i piemontesi sono vivi e combattivi. L’esatto opposto di una Openjobmetis che, un’altra volta, ha sì reagito alla spallata di Cremona nel terzo quarto, ma poi si è chiamata fuori dalla contesa quando i biancoazzurri hanno creato un altro parziale a metà quarto periodo.

Filippo Antonelli