Una serata in compagnia dell'amicizia. Sintetizzando in pochissime pa- role è stato questo il tema della serata tenutasi il 1° Giugno presso la Sala della Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo di Piazza XXVI Maggio a Biumo Inferiore. Il secondo dei due eventi organizzati per promuovere e pubblicizzare come si deve il 6° Memorial Fabio Aletti che si terrà dal 23 al 26 Giugno ha visto la partecipazione del noto giornalista sportivo Nando Sanvito il quale, come già avvenuto lo scorso anno, è stato ben lieto dell'invito ricevuto da persone che sono diventate vere e proprie buone amiche. “Ero interessato agli eventi di sport e di umanità di quel periodo – ci racconta Nando Sanvito – e approcciando concretamente al 1936 – il periodo postbellico – ho notato che c'erano storie molto interessanti all'interno di un grande evento come le Olimpiadi di Berlino che volevo approfondire poiché risultava anche più semplice capire lo sport e le persone. All'interno delle Olimpiadi ho trovato storie bellissime che ho così deciso di raccontarle”.
L'intento, estremamente riuscito, di Sanvito era quello di proporre sto- rie di persone e di sportivi di un determinato periodo, così come enunciava il titolo scelto: “IL POTERE DEI SENZA POTERE – STORIE DI UOMINI ALLE OLIMPIADI DI HITLER”.
La voce ritmata pronta a catturare l'attenzione di giovani piuttosto che di persone più grandi e il supporto di immagini e video proiettati alternativamente con una scelta precisa frutto di studio e preparazione hanno voluto ripercorrere ciò che è accaduto nel 1936 quando si svolsero le Olimpiadi di Berlino e quando la torcia olimpica divenne simbolo ufficiale, venendo accompagnata per la prima volta a mano da Atene a Berlino.
In un periodo in cui l'idolatria del corpo umano era il primo obiettivo di coloro che facevano sport il nazismo voleva o, meglio, imponeva di mettere la propria superiorità al di sopra di tutto, Olimpiadi comprese fermo restando che la manifestazione che tutt'oggi ammiriamo in televisione aveva fondamenta e ideali ben diverse da quelle naziste, in quanto mirava a creare una sana e unificata competizione. Un bellissimo mix di sport e delle difficoltà del tempo, quali la segregazione degli ebrei e quella razziale che imponevano a tutti di sottostare ad un potere non voluto ma imposto miscelate con la professionalità di Nando Sanvito hanno permesso alle molte persone presenti di capire quanto sia importante nello sport così come nella vita l'amicizia, un aspetto che all'epoca era molto più importante e molto più sentito rispetto ad oggi e che andava al di là di tutte le inimicizie e le imposizioni di dittatori o presunti tali. L'amicizia è un dono che dovrebbe appartenere a tutti, che non si compra né si vende ma si regala, così come sapeva bene Fabio Aletti, colui che sapeva regalare amicizia e sapeva riceverla in cambio.
Stefano Benetazzo

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