L’esperienza non fa la passione, non sempre, la passione, però, fa la differenza, la volontà di assumersi responsabilità maggiori alle aspettative e a quanto le tue larghe spalle possano sopportare, non è altro che un valore aggiunto; e così a 27 anni ti ritrovi mister di una prima squadra in prima categoria con ragazzi mister ermolli_1anche più grandi di te, a cui devi chiedere il sacrificio ulteriore di non guardare mai la classifica e di lottare minuto dopo minuto, domenica dopo domenica in una situazione tutt’altro che semplice. E’ la breve, intensa, storia dell’ultimo anno di Gianpaolo Ermolli, giovane tecnico del Viggiù che sceglie di “saltare giù dalla nave”, dopo aver dato tutto se stesso per una causa tanto insperata quanto significativa. Tecnico della juniores fino a dicembre, dinanzi a lui si ripresenta la più classica delle controverse situazioni: una prima squadra che naufraga, che svincola la maggior parte dei giocatori, che si affida a moltissimi giovani e pochi senatori e che sceglie di provare ad onorare il campionato fino alla fine, riuscendoci: perché anche se non è arrivata quella salvezza che sarebbe equivalsa ad un miracolo, l’onore è stato scendere in campo ogni domenica con la volontà di provarci, abbandonando paure e certezze, credendo che nulla fosse impossibile, ed uscendo dal terreno di gioco sempre a testa altissima, anche quando i gol subiti erano tanti, il fiato corto e la gambe traballanti. Ecco, soprattutto in quei momenti, negli allenamenti e nelle domeniche che seguivano, c’era una dignità capace d’esser definita tale e c’era una testa alta che non si è mai piegata.
Gianpaolo Ermolli, uno dei condottieri di questa battaglia, ha scelto però di credere ancor di più al suo sogno di fare l’allenatore, ecco perché Gozzano, dove andrà ad allenare i 2004, si presenta un po’ come l’ultimo treno per i professionisti. Da un lato la speranza, dall’altro l’umanità nel ringraziare e salutare un ambiente che è stato una seconda casa ed anche un trampolino di lancio si spera il più brillante possibile.

Ecco la lettera di saluto di mister Gianpaolo Ermolli al “suo” Viggiù.

Caro Viggiù,
parto dalla cosa che dovrebbe chiudere una lettera: i ringraziamenti, poiché sono dovuti.
E’ stato un piacere e un onore per me aver lavorato, faticato, gioito e sofferto insieme a persone volenterose e passionali come lo sono io, persone alle quali sarò SEMPRE riconoscente.
I miei ragazzi della juniores su tutto e tutti, disposti a rimanere per me gratis il prossimo anno, solo questo fa di voi degli uomini con la U maiuscola;
mister ermolli_2Rocco Triani il mio accompagnatore e magazziniere, il quale tra vittorie, sconfitte, pareggi e momenti no,  mi è sempre stato accanto e mi ha sempre spinto a credere in me stesso;
Enzo Plebani ex consigliere, colui che ad ogni mia chiamata ha sempre risposto presente;
il Sindaco nonché amico Antonio Banfi, sempre disponibile e premuroso, sempre pronto nel risolvere le mie rotture di scatole;
Mauro Mai il Mio presidente, seppur in un momento di difficoltà non mi ha mai fatto mancare il sostegno e mi ha dato l’opportunità di allenare i “grandi” offrendomi una cosa che reputo fondamentale in un rapporto sia calcistico ma anche nella vita: la fiducia;
Mauro Filipetto il mio dirigente “con il sigaro”.
A chiudere questa lista di persone ci sono poi Silvio Ramundo addetto alla manutenzione del centro sportivo vera colonna della società e Nicole la mia ragazza: a loro va il mio più grande riconoscimento; Silvio mi ha trasmesso il valore di questo luogo, Nicole l’ho conosciuta proprio qui una sera di agosto, ecco perché anche sentimentalmente Viggiù sarà sempre nel mio cuore.
Per me è stata un’esperienza unica soprattutto da dicembre in poi, quando parecchia gente ha abbandonato la nave che stava affondando, sono subentrate difficoltà e hanno preso la via più semplice, facile così…nel calcio dilettantistico di oggi quello che conta sono i rimborsi e non la vera passione e l’attaccamento.
mister ermolli_3Ci siamo fatti forza in due a portare avanti la causa, io e Rocco, ora che la stagione è finita possiamo anche dirlo che senza di noi questa squadra non avrebbe concluso l’annata. Ci abbiamo messo anima e faccia in tutte le situazioni belle o brutte che si sono presentate, abbiamo tenuto unite e portato avanti due squadre, cosa non da tutti, eppure noi, con passione e dedizione lo abbiamo fatto senza chiedere nulla in cambio, lo abbiamo fatto per i ragazzi. Sono stato una sola stagione ma è come se ne fossero passate dieci talmente è stata intensa e talmente è stata emozionante.
Caro Viggiù, non ti avrei mai lasciato ma purtroppo mi sento “costretto”, il futuro è incerto e ci sono troppi problemi che non permettono un lavoro serio qui. E pensare che mi sarei anche proposto Presidente la prossima stagione pur di cercare di mandare avanti il tutto, avevo già preparato il progetto per la nuova società, penso che questo basti a far capire quanto io tenga a questa causa.
Viggiù mi ha insegnato a stare in mezzo alla gente, questo è il valore più grande e importante con il quale esco da quest’esperienza.
Continuerò la mia avventura calcistica in una piazza che è molto ambiziosa che fa parte della Lega di Serie D, riprenderò a lavorare con i ragazzini nel settore giovanile e a coltivare il mio sogno di fare l’allenatore, sogno in cui non ho mai smesso di credere un secondo della mia vita; questo per me potrebbe essere l’ ultimo treno possibile per il calcio professionistico.
Infine vorrei dare ancora un consiglio a tutti i ragazzi che ho allenato: abbiate sempre ambizione, umiltà, passione, voglia di lavorare se questo sport è la vostra passione, il vostro sogno, perché talvolta per realizzare un sogno basta voltare l’angolo.
Grazie di tutto Viggiù e arrivederci perché sono certo che prima o poi ci rivedremo.

 

Mariella Lamonica