Compiere una traversata a nuoto partendo da Capo Calavà (comune di Gioiosa Marea, provincia di Messina) e arrivando all’Isola di Vulcano? Impossibile: troppo forti le correnti, meglio compiere il percorso in senso inverso. Così la pensavano tutti, compresi quelli che questa impresa l’avevano tentata – senza successo – negli anni.

Di diverso avviso è sempre stato Francesco Aiello, originario dell’Isola delle Femmine (provincia di Palermo) e residente in Svizzera (lavora come massaggiatore medico a Mugena, nel Canton Ticino). L’idea di compiere questa traversata è nata quasi per caso nel 2014 assieme ad un altro amico di origini siciliane e i due hanno scelto di dare uno scopo benefico alla loro impresa (sono state coinvolte Green Hope e AMREF, ma ci sono contatti anche con altre associazioni).

Traversata Aiello“Dopo un allenamento ci siamo incontrati e ci siamo chiesti: “Perché no?”. Noi nuotavamo per divertimento, dovevamo – spiega Aiello – iniziare a prepararci per bene. Lui è un ex pallanuotista, io al massimo nuotavo nel mare senza lezioni, corsi o allenamenti veri. Da quell’incontro ho cominciato a prenderla sul serio e ad iscrivermi a gare su gare, ne avrò fatte una sessantina in tre anni”.

Una traversata, quella da Gioiosa Marea all’Isola di Vulcano (21km), che doveva dunque essere effettuata un anno fa in coppia: “Ci vuole il permesso delle capitanerie, ma ci hanno tenuto in sospeso per mesi. A due giorni dal termine la persona che se ne sarebbe dovuta occupare mi ha detto che avremmo potuto tranquillamente farla anche senza permessi. Una volta arrivati giù, scoprimmo che in quel caso la capitaneria ci avrebbe fermati appena entrati in acqua”.

Dover rimandare è stato un duro colpo, ma Francesco non si è fatto minimamente scalfire. E anche grazie all’aiuto di un allenatore varesino, Giacomo Greco, ha tenuto duro. Greco è un tecnico federale Fin, allena il gruppo Master della Varese Life Master e si occupa della parte di nuoto di Varese Triathlon con circa un centinaio di atleti al seguito.

Traversata Aiello 3“Ho approfittato – prosegue Aiello – dell’anno in più per stilare con coach Greco una periodizzazione di lavoro simile a quella di un professionista. Nuotavo cinque volte a settimana con programmi da 6/6.5km. Purtroppo l’altro ragazzo che avrebbe dovuto effettuare la traversata con me a fine maggio mi ha comunicato che non riusciva più a farla per questioni personali. Io ho voluto ugualmente proseguire”.

Arriviamo così al 30 giugno 2017, il giorno designato per la traversata: “Di nuovo ci sono stati problemi con i permessi, che ho ricevuto solo 15 ore prima di partire. Cercavano di sconsigliarmi l’impresa in quel giorno per condizioni meteo avverse, ma abbiamo contattato un esperto che ci ha rassicurato, dicendoci che poteva essere fattibile. Ero già convinto di voler entrare in acqua, dopo questa indicazione mi sono lanciato con entusiasmo”.

“Sono partito – ci racconta Francesco – alle 7.20 e ho fatto senza problemi i primi chilometri. Poi l’acqua è diventata più mossa e mi sono accorto che diventavo via via più lento. Non trovavo un buon ritmo, stavo bevendo molto e mi sono innervosito: ho comunicato alle persone che mi seguivano in barca [la moglie di Aiello insieme a Giacomo Greco e alla sua compagna, ndr] che volevo smettere”.

Traversata Aiello 5Un allenatore serve sì per i consigli tecnici, ma anche per motivare gli atleti toccando i tasti giusti. E così Giacomo Greco ha convinto Aiello a proseguire: “Mi ha sentito dire che intendevo fermarmi e mi ha detto: “Devo tirare fuori il jolly?”. Sapevo benissimo a chi si riferiva: a mio padre. È mancato nel 2013, era un grande appassionato di mare. Quando entro in acqua è per sentirmi vicino a lui, ho iniziato per questo. Appena ho pensato a lui sono ripartito con grande volontà”.

E quindi Francesco ha ripreso a nuotare, nonostante le correnti fossero contro di lui: “C’è stato un momento di calma durato 300m, mentre il vento cambiava direzione. Poi gli ultimi 5km sono stati durissimi, ho fatto più soste del previsto. In alcuni punti, per la corrente, tornavo anche indietro, tanto che – nonostante la traversata di 21km – il mio GPS segna che ne ho fatti 24″.

“Quando vedi il fondale – conclude Aiello – di solito ti sembra di andare velocissimo perché vuol dire che stai arrivando. Questa volta no, non finiva mai. Non ho esultato in modo particolare quando sono arrivato. Certo, abbiamo festeggiato, ma pensavo che avrei urlato o pianto e invece la reazione è stata tutto sommato contenuta. Sono contento di questo, vuol dire che ero realmente convinto delle mie possibilità”.

Traversata Aiello 2Quali sono i prossimi passi e qual è il significato di una simile impresa? “Voglio continuare – risponde Aiello – la raccolta fondi, sto cercando altre associazioni. L’idea era quella di lanciare un messaggio per chi si trova in difficoltà o non crede nelle proprie possibilità. A volte abbiamo risorse che ci permettono di fare cose che la gente ritiene impossibili. Sono il primo che è riuscito a raggiungere Vulcano a nuoto, questo non me lo toglierà nessuno”.

Solitamente, infatti, i nuotatori di fondo preferiscono compiere il percorso inverso (dall’Isola di Vulcano a Gioiosa Marea) per avere le correnti favorevoli. Francesco Aiello, in questo, è stato un pioniere. E la raccolta fondi per beneficenza non fa altro che aggiungere ulteriore onore alla sua impresa, raggiunta con il fondamentale contributo dell’allenatore varesino Giacomo Greco. Complimenti, Francesco!

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Filippo Antonelli