La carriera biancorossa di Aleksa Avramovic fino ad ora può essere divisa in tre fasi: l’ascesa, la caduta e la rinascita. Sì, perché il giovane serbo ha iniziato la sua vita varesina da protagonista nell’Openjobmetis di Moretti (19 punti nella trasferta di Milano alla terza giornata, addirittura 29 all’esordio in Champions contro l’ASVEL), poi è finito in fondo alle rotazioni con l’arrivo di Caja e infine si è ripreso la squadra a suon di grandi prestazioni nella prima parte dell’attuale stagione. I margini di crescita – considerando le ottime doti atletiche e la grande sensibilità della mano sinistra – sono ampi e Avramovic sta dimostrando di aver raccolto la sfida, ampliando il suo repertorio con una migliorata visione del gioco e con una maggiore confidenza nell’entrata a canestro anche dal lato destro.

Pall Varese-Trento 08 avramovicNelle ultime gare hai visto crescere minutaggio e produzione. Come valuti la tua stagione fino ad ora?
«Sto vivendo un buonissimo momento dal punto di vista personale. Sto riuscendo a ridurre al minimo forzature e palle perse e ad avere una maggiore costanza. Una delle chiavi del mio rendimento attuale è che sto imparando ad aspettare che la partita venga da me: cerco sempre di prendere la decisione migliore e di tentare un tiro o di provare l’assist solo quando ce n’è la reale possibilità o necessità. Parte tutto dalla difesa, comunque: ci metto grande energia e, quando le cose funzionano da quella parte del campo, prendo fiducia e gioco meglio anche in attacco».

Cosa pensi di ciò che la squadra ha espresso in questa prima parte di campionato?
«Secondo me abbiamo dimostrato un buon gioco e una buona attitudine. In trasferta siamo spesso andati vicini alla vittoria, ma purtroppo non ce l’abbiamo fatta a causa delle brutte percentuali da fuori. È successo a Milano, ad Avellino e a Pesaro. Però bisogna evidenziare che difendiamo molto bene e penso che presto ci sbloccheremo anche lontano da casa, magari a partire dalla trasferta di Brindisi. In casa invece direi che abbiamo avuto un ottimo rendimento, giochiamo con fiducia. Dobbiamo continuare così e sono convinto che siamo più forti di quello che dice la classifica al momento».

A Masnago arriva la Virtus, una squadra in cerca di riscatto. Vi aspettate di trovarvi davanti un’avversaria molto aggressiva?
«Sì, ma bisogna dire che il PALA2A è un grande palcoscenico e che quindi tutte le avversarie provano a portare sul campo grande aggressività. Questa però è casa nostra, giochiamo davanti ai nostri tifosi e per cui vogliamo dare il massimo per difendere il nostro terreno di gioco. Indipendentemente dalla forza dei giocatori avversari, se giochiamo con il dovuto orgoglio abbiamo una possibilità contro chiunque».

Nel finale della passata stagione eri finito ai margini della rotazione. È stato difficile rimanere concentrato e motivato?
«Il mio carattere mi ha aiutato molto in quella fase. Io sono fatto così: anche se ovviamente è stata dura, ho preso la situazione come una sfida. Mi sono detto che dovevo dare il massimo in allenamento e nel lavoro quotidiano per convincere l’allenatore del mio valore. Direi che ce l’ho fatta e infatti quest’anno sto trovando il mio spazio».

Durante la sosta sei stato aggregato alla nazionale serba. Che esperienza è stata?
«È stato molto bello, anche se mi è un po’ dispiaciuto di non essere riuscito a scendere in campo in partita. Però alla fine sono molto felice di essere stato convocato e di essermi potuto allenare con quel gruppo. Farò di tutto per essere chiamato ancora, ancora e ancora. È un mio obiettivo e non nego che è uno dei fattori che più mi sta motivando in questa stagione».

Filippo Antonelli