Classe arbitrale, rappresentata dal Presidente della Sezione di Varese Robarto Arcari Farinetti e società calcistiche, nello specifico l’Asd Morazzone, si sono incontrate ieri sera nella sede della società rossoblù per un incontro di carattere divulgativo nel quale sono stati affrontati alcuni aspetti noti e meno del regolamento del gioco del calcio. Ha aperto la serata il Direttore generale del Morazzone, Marco Dallo il quale, nel dare il benvenuto al Presidente Aia di Varese, ha invitato i presenti, presente parte dei ragazzi delle formazioni del settore giovanile agonistico rossoblù, alla più ampia forma di collaborazione con la classe arbitrale.

Pres Atcari Farinetti Aia Varesina a Morazzone Nell’affrontare i vari aspetti regolamentari in una modalità interattiva, nella quale domande e risposte hanno inframezzato l’intervento del presidente Aia varesino, si è più volte richiamato il buon senso, perché, come precisato da Arcari Farinetti al cospetto di una regolamentazione che per cultura vorremmo deterministica e di dettaglio, ampia parte è invece lasciata all’interpretabilità dell’arbitro che, come più volte ribadito, può sbagliare.

Nel suo intervento il presidente varesino dell’Aia ha messo in luce il lato umano degli arbitri, l’angolo di visione con il quale il direttore di gara vive la partita, il quale, atleta tra atleti, è impegnato con se stesso per effettuare la migliore prestazione possibile. Nel corso della serata sono emersi anche gli aspetti di valutazione ai quali è soggetto l’arbitro che molto spesso si discostano dal singolo episodio sul quale si arrovellano protagonisti in campo e tifosi, ma che rientra nella capacità gestionale tout court della gara.

Nella parte finale della serata, insieme ad alcuni simpatici e interessanti scambi con i più giovani presenti in sala, Arcari Farinetti ha anche messo in rilievo gli attuali problemi di organico ai quali l’Aia varesina deve fare fronte rispetto il numero di partite e alle difficoltà formative del percorso arbitrale che ha una sua fase di reclutamento in età molto giovane – si può iniziare a 15 anni – e deve portare l’arbitro  a essere pronto e formato in tempi molto ristretti se paragonati a quelli dei calciatori.

Marco Gasparotto