Consiglio spassionato. Mai attardarsi più del necessario nella sala stampa del “Garilli”. Il rischio è quello di passare la notte in uno dei luoghi più inospitali della terra. Il vecchio Galleana, appunto. Circostanza evitata ieri da chi scrive solo grazie al twist rappresentato da un cancello provvidenzialmente aperto chissà poi da chi. Per metafora, la stessa esperienza era stata provata (senza lieto fine) qualche minuto prima dalla Pro Patria. Intrappolata in una gara che (forse) non meritava di vincere, ma che (certamente) non avrebbe meritato di perdere. “Il calcio è strano”, epigrafe al match (su copyright altrui) di Ricky Maspero, neo tecnico del Pro Piacenza abile nel santificare il cliché dell’allenatore subentrante che vince all’esordio. In virtù di spirito ritrovato, qualche novità tattica e della dose proverbiale di sorte amica che accompagna chi va a braccetto con l’audacia.

Già, l’audacia. Proprio l’attributo che nel primo tempo ha fatto difetto ai biancoblu. Timidi (troppo?) nel rispondere adeguatamente all’aggressività avversaria. Peraltro, per paradosso, nella (peggiore) prima metà si sono però limitati i danni mentre nella (migliore) seconda parte si è pagato dazio. Non riuscendo a massimizzare il profitto delle opportunità create. “Non è la prima volta che ci capita”, il severo ma giusto compendio di Massimo Sala, vice salito al proscenio causa espulsione di Javorcic. L’auspicio è che la contabilità di cui sopra possa quadrare già mercoledì (ore 18.30, stadio “Speroni”) nel recupero con il Siena. Primo di 3 appuntamenti in striscia contro formazioni toscane (Lucchese a Busto il 25 e Arezzo in trasferta il 2 dicembre gli altri puntelli).

A cornice un breve inciso sull’assortimento dell’attacco tigrotto. Prima di ieri, Mastroianni e Gucci avevano giocato insieme solo 13’ (lo spezzone finale della sconfitta con la Pro Vercelli); 4 volte (Pistoiese, Olbia, Carrarese e Piacenza) si erano sostituiti (sempre il toscano per il maddalonese) e in una occasione (Albissola) l’ingresso del bomber di Bagno a Ripoli aveva di fatto surrogato l’espulsione di Nando l’ariete. In soldoni, lo spalatino li aveva sempre valutati alternativi. Ieri invece (complice l’assenza di Santana), per 32’ i due sono stati considerati complementari. Con intriganti risultanze sul campo grazie alla capacità di allungare la squadra (e abbassare la difesa avversaria) creando lo spazio per gli strappi di Pedone. Variazione sul tema che in futuro (chissà?) potrebbe rivelarsi utilissima.

Giovanni Castiglioni