È polemica attorno all’ufficiale decisione federale per quanto riguarda i fatti avvenuti durante il derby Crenna-Cassano di A2, in cui vi era stata un’invasione di campo da parte dei tifosi del Crenna e un ragazzo del Cassano era stato aggredito da un avversario con un colpo al viso.
La Federazione infatti ha sanzionato con un’ammenda di 750 euro il club gallaratese con l’aggiunta di due gare a porte chiuse, allo stesso modo la società cassanese è stata sanzionata con 600 euro di multa e con una gara a porte chiuse.
La società bianco amaranto, alla luce dei fatti, non ritiene la sanzione proporzionale ai fatti avvenuti: “Prima di tutto – afferma il general Manager Petazzi – è stato assegnato per un derby locale, dove inevitabilmente c’è un aspetto campanilistico da difendere, un arbitro che è marito di una allenatrice e giocatrice professionista del Crenna. Quindi non credo che questo arbitro possa aver potuto arbitrare con la necessaria serenità una partita così complessa. In secondo luogo, uno dei rappresentanti del Crenna è entrato in campo a tre minuti dalla fine e questo aspetto, che normalmente comporta l’immediata sospensione di una partita con rimando a giudice sportivo, è stato considerato come un errore che può capitare a chiunque. Quando questi sono usciti la partita è ripresa ugualmente, c’è stata poi un invasione di campo da parte dei sostenitori del Crenna durante il gioco e ancora un’altra a fine partita. Ovviamente quando uno dei nostri giocatori ha iniziato a prendere sberloni, i nostri sostenitori sono entrati in campo per tutelare l’incolumità dei giocatori. Io ritengo che non ci sia una proporzione del 50% in termini di squalifica di campo e non ci sia neanche un differenza di soli 150 euro per tutto il resto.”
Federica Scutellà