Marco Josè Bingo, classe 2001, con esperienze importanti alle spalle parla con molto orgoglio della convocazione nella nazionale under 17. Un ragazzo come tutti, a cui piace svagare dal calcio quando ne ha la possibilità. Arrivato al Legnano quest’anno, è alla prima esperienza con il calcio dei grandi di cui riconosce il livello superiore rispetto ai settori giovanili in cui ha militato fino alla scorsa stagione. Ha segnato già dei goal decisivi che dimostrano che è in grado di prendersi delle responsabilità importanti in momenti delicati, un aspetto da non sottovalutare se si vuole puntare in alto.

Come ti trovi al Legnano?
“Con la squadra mi sono trovato subito molto bene, c’è un bel gruppo con degli obiettivi chiari. Sicuramente è stato difficile all’inizio perché è il mio primo anno di serie D e quindi a livello di integrazione ho avuto qualche problemino, però col passare del tempo è andato tutto per il meglio”.

E’ il tuo primo anno in serie D, hai patito il salto di categoria?
“Assolutamente sì, il salto tra il settore giovanile e il calcio dei grandi non è semplice. La più grande differenza è la voglia di vincere perché la prima cosa che ti viene chiesta è proprio questa. Inoltre, se nelle giovanili hai tanti talenti che spesso fanno la differenza, nelle prime squadre deve esserci un gruppo che lavora bene insieme e deve essere tutto su un ottimo livello. Noto anche che c’è più intensità, soprattutto a livello fisico, e ci vuole molta cattiveria agonistica quando si scende in campo”.

Come mai hai deciso di andare al Legnano?
“E’ sicuramente una società storica di cui tutti parlano molto bene ed è una piazza importante con una tifoseria legatissima alla squadra. Questi fattori hanno influenzato molto la mia decisione e, inoltre, quando ho parlato con il direttore mi sono convinto che fosse la scelta giusta per me. In queste ultime due partite di campionato ci sarà il pubblico e quindi spero di vivere bene le ultime giornate e di godere un po’ del tifo, sperando di regalare qualche gioia ai tifosi”.

Hai parlato di un gruppo con degli obiettivi. Come come sono cambiati in corso d’opera?
“Fin da inizio stagione c’era voglia di fare un campionato importante e di essere protagonisti all’interno del girone. Ora, guardando le ultime partite e la classifica, pensiamo di poter arrivare ai playoff, obiettivo su cui siamo concentrati. All’interno di questo torneo abbiamo avuto modo di giocarcela con tutti e penso che possiamo dire la nostra anche ora”.

A livello personale, quali sono gli obiettivi che ti eri posto per questo campionato?
“Erano tre: ambientarmi il prima possibile per poter prendere fiducia col gruppo squadra, giocare con continuità e segnare almeno cinque o sei goal. Per il momento il bilancio è assolutamente positivo, sono riuscito a fare tutto quello che mi ero prefissato, compreso il numero delle reti da segnare”.

Dei sei goal che hai segnato ben tre sono stati decisivi. Quanta soddisfazione dà decidere una partita?
“Sì, ho fatto una doppietta a Sestri Levante quando abbiamo vinto 2-0. Domenica con il Fossano ne ho fatti altri due e abbiamo vinto 5-4. Segnare una rete decisiva ti dà molta soddisfazione a livello personale perché, a qualsiasi livello, non è mai semplice; incide molto sulla consapevolezza dei propri mezzi, è una bella iniezione di fiducia”.

C’è un goal a cui sei particolarmente legato quando eri nelle giovanili?
“Ne ricordo uno in particolare, con la Cremonese contro la Juventus e la partita era finita 2-1 con un goal e un assist miei. Purtroppo in mezzo a questa bella prestazione c’era anche un mio rigore sbagliato quindi è una partita di cui conservo con molta felicità e un pizzico di rammarico. L’importante però è che abbiamo vinto, quindi se c’è un goal decisivo di cui vado molto fiero è sicuramente questo”.

Hai giocato in nazionale Under 17, quanto ti ha dato quell’esperienza a livello di consapevolezza dei tuoi mezzi?
“Personalmente quell’esperienza mi ha dato tanto perché è una selezione di giocatori e quando uno viene scelto sa che deve dare il massimo per dimostrare a tutti il motivo per cui è stato chiamato. In quella situazione ho dato veramente tutto e mi sono tolto anche la soddisfazione di un goal in semifinale e in finale”.

Cosa fai quando non sei in campo?
“Mi piace molto stare con la mia famiglia perché nei quattro anni alla Cremonese ero via di casa e i miei genitori li vedevo poco mentre adesso mi sto godendo molto di più l’ambiente familiare. Oltre a questo, mi piace stare con gli amici, guardare film, di cui sono appassionato, e un po’ di sport in televisione. Di solito quando non sono impegnato con il calcio ci penso il meno possibile”.

                                                                                                                                                           Andrea Vincenzi
(foto Giovanni Moroni)

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