Davide Morello è il candidato più giovane al Pallone d’Oro 2021 di Eccellenza. Il classe 2000 è stato un elemento prezioso della formazione granata, tant’è che mister Fiorito non ha mai fatto a meno della sua eleganza e sicurezza in mezzo al campo. Nonostante le difficoltà causate dal Covid, che ha tenuto la squadra lontana dal rettangolo verde per più di due settimane, la sua Vergiatese ha raggiunto il terzo posto in classifica, dietro solo alla Brianza Olginatese e alla Varesina, squadra in cui Davide è cresciuto.

Descrivi la tua carriera. Qual è stato il momento più bello e importante?
“Da piccolo giocavo alla Vedanese, poi quando ero alle medie sono passato alla Varesina. Ho fatto la Juniores con loro, un anno in serie D e uno in Eccellenza; nella stagione successiva sono arrivato alla Vergiatese, quando il campionato è stato poi concluso anticipatamente causa Covid. Il momento più bello finora è stato aver giocato all’Ossola contro il Varese: era l’ultima partita prima di Natale, a dicembre 2017, ed è stato emozionante perché solo pochi anni prima in quello stadio il Varese aveva sfiorato la serie A”.

I mister ti hanno nominato tra i migliori calciatori di Eccellenza del campionato. Che annata è stata per te? Sei soddisfatto degli obiettivi raggiunti dal punto di vista individuale e di squadra?
“Sono soddisfatto perché secondo me abbiamo giocato un buon calcio, semplice ma abbastanza bello. Poi ci siamo dovuti fermare per il Covid; alla fine sono stati 20 giorni di stop e recuperare tutte le partite una dopo l’altra chiaramente non è stato facile, però sono molto contento, e anche la società, perché siamo riusciti a gestire bene la situazione e a superare quel momento. Ovviamente sarebbe stato più bello potercela giocare senza questo svantaggio, non dico alla pari perché anche gli altri hanno avuto le loro difficoltà, ma almeno in maniera normale per vedere come sarebbe andata. Per me la squadra ha fatto molto bene e ci sono tanti miei compagni che mi hanno impressionato nonostante la fatica di giocare ogni tre giorni. Siamo riusciti a dare tanto, quindi anche dal punto di vista personale fa piacere essere stato scelto dai mister”.

Come è stato riprendere dopo l’interruzione da ottobre ad aprile causa Covid e che stagione è stata con così poche giornate?
“Riprendere è stato un po’ strano e sinceramente non pensavo che il campionato sarebbe ripartito, anche perché a inizio aprile la situazione del Covid stava peggiorando. Nel complesso, però, considerando che siamo abbastanza giovani e che ognuno di noi aveva continuato a fare un po’ di sport, recuperare la forma fisica non è stato troppo difficile. Per quanto riguarda il format, era l’unico che si potesse usare, quindi l’ho accettato senza problemi. Come torneo non è stato male: era molto diverso da un vero e proprio campionato, quindi servivano altre caratteristiche oltre al solo gioco del calcio. Bisognava avere tanta esperienza per vincere le partite anche quando si era in difficoltà e in questo i più vecchi ci hanno aiutato tanto, quindi tutto sommato è stata una bella prova”.

A chi ti ispiri? Qual è il tuo calciatore preferito?
“In questo momento, guardando anche le partite della Nazionale, mi piace molto Barella perché ha delle qualità tecniche ma anche di uomo-squadra che secondo me sono importanti. Da piccolino, invece, essendo milanista, il mio preferito era Kaká”.

A chi vuoi dedicare l’eventuale vittoria del pallone d’oro?
“A tutti i miei compagni perché siamo stati proprio un bel gruppo e ci siamo divertiti. Bisogna dire che molti di loro hanno disputato un ottimo campionato, quindi essendo un centrocampista e non avendo fatto gol, vedo questa nomination come un riconoscimento per la squadra”.

Guardando al futuro, dove giocherai l’anno prossimo? Cosa bolle in pentola al riguardo?
“Per adesso non so ancora bene. Ovviamente dovrò parlare sia con la Varesina, visto che il mio cartellino è loro, sia con la Vergiatese. Poi considerando che a settembre si ripartirà con le lezioni in presenza, dovrò anche conciliare il calcio con lo studio, quindi dovrò fare delle scelte”.

Silvia Alabardi

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