La prima ufficialità arrivata in questo basket mercato a livello di parco giocatori in casa Openjobmetis Varese è stata la più attesa da tutto il popolo varesino per legame ed affetto che unisce giocatore e mondo biancorosso: il rinnovo di contratto con Capitan Giancarlo Ferrero.
L’ala di Bra ha allungato il suo contratto con la squadra della Città Giardino fino al 2023, diventando ancor di più uno dei capitani più longevi della storia della Pallacanestro Varese. Un’investitura importantissima per un giocatore che, oltre a dover dare il suo consueto apporto qualitativo in campo, avrà sempre più un ruolo fondamentale a livello di spogliatoio ed extra parquet nei prossimi anni, in linea con quanto fatto finora, diventando sempre più simbolo della società e della squadra.

Un nuovo accordo arrivato dopo settimane di silenzio che avevano messo un po’ d’ansia ai tifosi, preoccupati di non poter vedere più Ferrero in maglia biancorossa. La situazione si è risolta poi nel giro di pochi giorni a cavallo della metà di giugno in un prolungamento della collaborazione che lo stesso Ferrero attendeva con grande ansia e voglia, non avendo mai messo in dubbio la sua volontà unica e forte di rimanere a Varese.

Quanto soddisfazione c’è per te dietro questo nuovo accordo nella prospettiva di diventare ancora di più uno dei più longevi capitani della storia di Pallacanestro Varese?
“Ogni volta che penso a questo è un grande onore. Vedere chi c’è stato prima di me, chi è rimasto per così tanto tempo con una stessa maglia soprattutto in questo momento storico del basket mi riempie di orgoglio e ne sono veramente fiero. Sono davvero contento di aver trovato un accordo con la società e ringrazio tutti, proprio a partire dalla società, i tifosi, chi lavora quotidianamente con me perché in questi giorni mi hanno fatto veramente sentire importante e fatto percepire quanto io sia importante per loro e loro lo siano per me. Aver ricevuto nuovamente questa fiducia verso di me, dandomi questa importanza per me, è qualcosa di veramente grande.”

Hai avuto paura ad un certo punto di non indossare più la maglia biancorossa?
“Il contratto era molto chiaro. C’era una possibilità di uscita bilaterale che sarebbe scaduta il 15 giugno. La società aveva diritto di fare le sue valutazioni, ma chiaramente in quei giorni, quando non si sapeva come sarebbe andata a finire, nel momento di giusta valutazione di tutti i vari scenari che sono stati presi in considerazione, un po’ di ansia c’era. La mia intenzione era quella di rimanere con questa maglia a tutti i costi. Penso che si sia creato un legame speciale, per me Varese non rappresenta più solo una squadra di basket ma è molto di più e chiaramente ho aspettato la società che ha fatto le sue valutazioni. Sono felice che poi le volontà si siano trovate ed allineate”.

Tu sei sempre stato il capitano non solo in campo ma anche fuori. La società ha voluto inaugurare un ciclo sempre più giovane e vincente, votato alla crescita di tanti talenti. In fase di definizione del nuovo accordo avete parlato anche di quello che dovrà essere il tuo ruolo in questo progetto?
“Assolutamente sì. Ci siamo confrontati su questo ed io mi sento molto responsabile rispetto a questo aspetto. Penso che nei prossimi anni il mio ruolo sarà il proseguimento di quello che è già stato fatto, quindi un ruolo in campo di qualità come giocatore e poi dando ancora di più quello che posso dare in campo e fuori. Ho sempre sostenuto che la Pallacanestro Varese sia considerata il fiore all’occhiello del territorio e tutti dobbiamo lavorare per questo. Per fare ciò il mio impegno è sempre stato massimo e penso che si debba fare molto di questo con i ragazzi, non solo con i giovanissimi ad esempio con il progetto Basket Una Scuola di Vita, ma anche una fascia d’età che riguarda i 18-30 anni che sono più o meno i nostri coetanei. In riferimento a questo, credo sia fondamentale il lavoro che stiamo facendo con l’Università per crescere, farci conoscere sempre più. Ci sarà tanta voglia di tornare al palazzetto ed abbiamo davanti a noi grandi possibilità e soddisfazioni da toglierci”.

Prima di parlare del nuovo allenatore, volevo chiederti quanto ti è dispiaciuto l’addio con coach Bulleri? Lo hai visto crescere in questo primo anno da capo allenatore.
“Massimo per me è un amico, siamo stati compagni di squadra, è stato il mio assistente e poi capo allenatore. Mi è dispiaciuto il suo addio ma la società è giusto che abbia fatto delle valutazioni e preso una decisione, questo fa parte del lato sportivo del nostro lavoro. Penso che lui, in concerto con la squadra, abbia lottato e cercato di trovare ogni giorno delle soluzioni per portare a termine bene questa stagione piena di insidie e difficile. Penso che i miglioramenti della squadra siano passati dalla sua crescita, perché nella seconda parte della stagione c’è stato un evidente miglioramento a livello di prestazioni e dei singoli”.

Qual è la prima impressione su coach Vertemati? Come sono stati i primi colloqui avuti insieme?
“Ci siamo prima conosciuti telefonicamente e poi la scorsa settimana abbiamo avuto l’opportunità di conoscerci personalmente. Mi è piaciuto molto il primo approccio che abbiamo avuto perché mi è sembrata una persona con grande energia e voglia di fare. Penso che davanti a lui ci sia una bella opportunità. Ho apprezzato molto il suo modo diretto di dirmi le cose senza tanti giri di parole. Questo suo modo schietto di parlare, di trasferirmi le sue intenzioni e le sue volontà mi è piaciuto molto e mi identifico particolarmente in questo tipo di approccio. Abbiamo parlato della sua idea di squadra, della sua filosofia basata sul lavoro, mi ha parlato di quello che sarà il mio ruolo in campo e fuori ed è ciò che penso e voglio anche io. E’ stato un primo incontro positivo e abbiamo tanto lavoro da fare insieme. Sono felice di essere partiti in questa maniera”.

Alessandro Burin

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