Domenico Minervino guida il suo Caravate per il quarto anno consecutivo. La rosa della passata stagione è stata quasi del tutto confermata e il mister ribadisce la fiducia nei suoi ragazzi con cui ha iniziato qualche giorno fa la preparazione. Sarà un’annata non semplice per tutti ma l’allenatore rimane convinto di poter fare un’ottima stagione con il gruppo a disposizione, dato che sa già come lavorare insieme a loro.

Iniziamo con una domanda classica, quali sono gli obiettivi stagionali?
“È difficile fissare adesso quali possano essere gli obiettivi, nel senso che la ripresa dopo un anno e mezzo rappresenta un po’ un’incognita. La nostra rosa è praticamente la stessa dello scorso anno, mentre altre squadre si sono sicuramente rinforzate; quindi, direi che, a livello generale, l’obiettivo è quello di iniziare e fare tutta la stagione, mentre a livello di squadra è di fare un campionato tranquillo. Quest’anno però sarà anche più difficile con il girone a 14 squadre, soprattutto per noi che siamo una squadra senza giocatori in grado di risolvere le partite ma siamo più strutturati su un campionato più lungo”.

Per quanto riguarda il girone corto, gli allenatori si stanno dividendo, chi a favore e chi contro. Lei da che parte si schiera?
“Sono sicuramente più per la seconda, nel senso che, se si dovesse guardare solo l’aspetto sportivo, un girone corto non consente errori. Se si sbagliano due partite ci si ritrova in parti della classifica da cui è difficile uscire a causa delle poche partite che ci sono a disposizione. Se però dovessi guardare il contesto in cui si inizierà questo campionato, quindi con il covid, capisco benissimo chi si schiera a favore del campionato corto. Questo girone da 14 squadre rende sicuramente più gestibile l’aspetto degli eventuali contagi che si potrebbero avere nel corso della stagione”.

Siete state una delle prime squadre a iniziare la preparazione, è stata una necessità o una coincidenza dettata dalla disponibilità dei giocatori?
“Noi abbiamo iniziato la preparazione il 17 agosto; tuttavia avevamo ripreso gli allenamenti già da un po’ e avevamo già fatto lavoro atletico e una partita per riprendere la condizione. E’ stata una necessità dettata dal lungo stop. Dopo così tanto tempo i ragazzi hanno bisogno di riattivarsi in modo graduale. Non siamo al completo perché abbiamo qualche ragazzo in vacanza che sta lavorando con dei programmi esterni al campo. Credo che sia giusto ripartire un po’ prima, perché si ha tutto il tempo di lavorare e di fare un lavoro che possa evitare infortuni”.

Voi farete tre amichevoli più la Coppa Lombardia, come mai questa scelta?
“In primis, e mi ricollego al discorso precedente, perché non si gioca da tanto e quindi più partite si fanno e più si riprendono i ritmi di gioco; in secondo luogo, invece, ciò è dettato dal fatto di avere una rosa numerosa e quindi penso che facendo entrambe le cose si abbia la possibilità di far giocare a tutti una gare intera. Questo implica sì una ripresa, ma anche un riadeguamento alla tattica che la squadra deve saper mettere in campo. Inoltre la Coppa Lombardia inizia ad essere una competizione con un buon livello e, di conseguenza, ti dà un’idea del livello a cui si è arrivati”.

Avete mantenuto quasi lo stesso gruppo dello scorso anno, quanta fiducia ha in questa squadra?
“Personalmente ho tanta fiducia nei miei ragazzi, lavoriamo insieme da 3 o 4 anni e non era giusto cambiare soprattutto dopo aver giocato solo tre partite la passata stagione. E’ un bel gruppo e ci possiamo togliere delle belle soddisfazioni insieme. Se riuscissimo a stare sul pezzo tutto l’anno potremmo lottare dalla metà in su, però con le incognite di quest’anno posso dire che sarà difficile essere sempre pronti al 100%”.

Quanto aiuta lavorare con una squadra che conosce già?
“Sicuramente aiuta tanto, io conosco i ragazzi, loro conoscono me, sappiamo già quale debba essere l’obiettivo giornaliero durante gli allenamenti. Questo implica riuscire a lavorare in modo più sereno perché sai che la squadra sa già cosa richiedi, a prescindere che si tratti di un allenamento o delle partite, mentre se avessi una squadra nuova tutti questi aspetti andrebbero chiariti e fissati con i giocatori”.

                                                                                                  Andrea Vincenzi

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