Martedì 14 settembre, la frase del giorno
Non diamo tutta la colpa ai ragazzi di oggi, siamo noi ad aver perso poco alla volta la capacità di educare. Anche nello sport. Io per esempio ho un cruccio, che a volte diventa rimorso; non essere riuscito a civilizzare il pubblico, non aver fatto abbastanza per combattere il tifo. […] Allo stadio si dovrebbe andare per veder giocare il meglio possibile, se poi è la mia squadra tanto di guadagnato, se è l’altra pazienza. E non mi vengano a dire che questi discorsi agli ultras fanno il solletico, io non parlo di ultras che sono un problema di polizia, parlo di tribune, e di tribune d’onore. Dove non senti che insulti, non respiri che tensione ed eccessi, gente in vetrina che con il calcio ha poco o nulla a che fare e sembra quasi compiaciuta della propria incultura sportiva.
Enzo Bearzot

Enzo Bearzot è nato a Aiello del Friuli il 26 settembre 1927 ed è morto il 21 dicembre 2010. E’ stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo difensore o mediano. Ha guidato la nazionale italiana durante il campionato mondiale di calcio 1982, vinto dagli Azzurri.
Soprannominato Vecio (vecchio) dallo scrittore Giovanni Arpino, detiene il record di panchine da Commissario Tecnico della Nazionale italiana, davanti a un altro C.T. storico della Nazionale italiana, Vittorio Pozzo, fermo a 97 presenze: Bearzot guidò l’Italia 104 volte, dal 27 settembre 1975 al 18 giugno 1986.
È morto il 21 dicembre 2010 a Milano all’età di 83 anni, quarantadue anni esatti dopo Vittorio Pozzo; è stato sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero di Paderno d’Adda.

Mattia Marocco

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