Due anni è un lasso di tempo congruo per tirare un primo bilancio di una esperienza da dirigente sportivo. Oltretutto, viene ancora più facile farlo dopo che quest’anno la Robur si è classificata al secondo posto per minutaggio Under dietro alla Sangiorgese ricevendo il relativo premio in danaro da parte di LNP.

La chiacchierata con Andrea Colombo non può non partire da un bilancio di questi due anni molto intensi:
“Non sono state stagioni facili, soprattutto la prima. E’ un qualcosa che ho deciso di fare per restituire alla Robur qualcosa di tutto quello che mi ha dato nei miei anni da giovane e da giocatore. Poi mi diverto anche a farlo anche se ti assorbe molto tempo. Il bilancio di questi due campionati è positivo. Abbiamo cercato di essere molto varesini e molto roburini e di avere entusiasmo in squadra. Nel primo anno eravamo tutti di Varese e sono convinto che senza il doppio giro di covid non avremmo disputato i playout, ma quella fu una annata molto strana: le porte chiuse, le trasferte in Sicilia, le quarantene e le gare di recupero in pochi giorni…insomma un anno molto complicato”.

Poi arriva la seconda annata dove possiamo dire che la sorpresa è stata proprio nell’ottimo staff tecnico che avete scelto.
“Direi che in questa ultima stagione c’è stata la quadratura del cerchio sia con lo staff che coi giocatori. Lo staff tecnico è stato molto bravo, si è creato un bellissimo gruppo e non c’è mai stato un attimo di maretta. Coach Donati ha dimostrato di non avere paura, ha accettato di avere un play titolare del 2002 con il cambio del 2001, un’ala piccola del 2003 col cambio del 2001. Non è da tutti. In più ha fatto giocare la squadra molto bene e a gennaio la sensazione era che potessimo dare fastidio a tutti. C’era tanto talento. Manetta e Mai hanno dato anche loro un buon contributo e hanno sempre preparato al meglio le partite”.

Quali, invece, le maggiori difficoltà nella gestione della società?
“Nella prima annata i problemi sono derivati proprio dal gestire le varie cause di emergenza. Poi vi era anche un importante lavoro psicologico nel tenere positivi i ragazzi. L’anno appena trascorso, sai, io ho sempre creduto in questa squadra per cui lo sforzo maggiore è stato di far capire sin dall’inizio le potenzialità di questa Robur ai ragazzi. La partenza 0-4 (Coppia Italia più le prime tre giornate di campionato) non ha aiutato, poi le defezioni di Librizzi e Virginio potevano essere mine importanti per il morale. La nostra bravura penso sia stata di non cedere alle sirene del mercato nel momento di difficoltà: a parte l’ingaggio del giovane Chiapparini, abbiamo dato fiducia ai nostri e pescato all’interno del nostro settore giovanile dando spazio a ragazzi come Sorrentino e Macchi che han fatto benissimo”.

Qual è la gara che ricordi più vividamente di questi due anni?
“A livello ambientale dico l’ultima, quella di Livorno. E’ stato un premio per la squadra che è uscita da un momento difficile dove eravamo quasi ai playout e, invece, ci siamo trovati a giocarci uno spareggio per i playoff davanti ad una cornice di 3000 persone che in B è difficile da trovare. Dal punto di vista sportivo, invece, dico la vittoria con Cremona nel primo anno: avevamo fuori tutto il quintetto e coi giovani e un super Calzavara andammo a vincere fuori casa”.

Matteo Gallo

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