Per realizzare un sogno spesso serve un’impresa straordinaria, bisogna superare tante difficoltà e cercare di portare la bussola degli eventi dalla propria parte. Altre volte però per realizzare imprese straordinarie non è necessaria la follia di un momento o il colpo di coda dell’ultimo minuto, quanto una navigazione costante e continua, programmata e progettata dall’inizio fino alla fine.

Questa seconda strada è quella che ha intrapreso il BasketBall Gallarate quest’anno. Un percorso che ha portato i biancoblu a vincere il campionato di CGold senza perdere mai due partite di fila, occupando sempre la testa della classifica e arrivando così a tagliare un traguardo storico chiamato Serie B.

Della stagione gallaratese abbiamo parlato con la mente di tutto il progetto, ovvero il Direttore Generale Francesco Fogato, con cui ripercorriamo le tappe più importanti dell’annata appena passata, non solo a livello di Prima squadra, quanto di sviluppo del settore giovanile.

Cosa le lascia questa promozione in Serie B?
“Un sacco di debiti (ride, ndr). Mi lascia tanto lavoro da fare, gioie e dolori. C’è grossa soddisfazione perché l’unico anno in cui veramente abbiamo deciso di puntare ad un obiettivo, abbiamo strutturato il percorso per arrivarci e tagliato il traguardo. Ci abbiamo sempre creduto, partendo fin da subito con l’idea di poter vincere, a differenza magari dei due anni precedenti dove volevamo fare bene ma non partivamo con il solo obiettivo di vincere. Quest’anno, al di là delle folcloristiche dichiarazioni del nostro presidente post Desio lo scorso anno, abbiamo cercato di capire quale doveva essere il percorso da fare per poter salire di categoria. Questo ci lascia un’enorme soddisfazione. Io dico sempre che sono contento per Thomas perché lui tira le fila della Prima squadra e ci ha creduto dal primo giorno. Quando c’è stato bisogno d’intervenire lo ha fatto e questa promozione è più che altro sua, a livello di orgoglio. E’ dei giocatori perché sono stati super dall’inizio alla fine, trovando gerarchie ed equilibri, finendo in mano a De Bettin che ha fatto una stagione difficilmente spiegabile. Faccio un esempio, lui ha fatto tutto l’anno a non prendere nemmeno un tiro per mettere in ritmo i compagni, quando però il momento clou è arrivato ha spostato tutti e ha detto “adesso ci penso io”. Era tanto tempo che non vedevo un playmaker delle sue qualità performare a questo livello e penso che sia stato davvero il fattore che ha determinato la nostra promozione”.

Guardando al futuro prossimo ora, cosa vi aspetta?
“La promozione ci mette in evidenza, perché c’è una bella differenza tra lo strutturare ed organizzare una CGold o una B, questo sia a livello di senior che a livello di under, perché tu puoi proporre di allenarti e giocare in un contesto di Serie B. Può fungere tutto da traino. Ora il livello si alza per tutti ma questo è uno stimolo”.

Nella programmazione che vi ha portato a vincere il campionato centrale è stata la scelta dell’allenatore, Stefano Gambaro. Quanto è stato determinate il suo lavoro e quello del suo vice per conquistare questa promozione?
“Stefano ha fatto un ottimo lavoro, questo è sotto l’occhio di tutti. La sua prima scelta è stata quella di portare Davide Viceconti come assistente e così è stato. Quello che colpisce di Stefano è che è tanto giovane quanto determinato ed esprime questo con autorevolezza e non autorità. Lui sa mettere il punto ed il punto esclamativo quando serve ma è anche una persona che ascolta tanto, senza che questo voglia esprimere una debolezza dovuta magari dall’età. Lui è un giovane coach che sa quello che vuole, che è determinato e non mi stupisce che avesse già vinto un campionato, perché una certa struttura si vede. Non ha mai perso la bussola anche dopo sconfitte pesanti dove gli ambienti possono scaldarsi. Lui lì è intervenuto come un pompiere, ha rasserenato la situazione. Se tu non perdi mai due partite di fila, in casa vinci sempre, non hai screzi che a questi livelli possono succedere, sicuramente qualche merito l’allenatore ce l’ha. L’equilibrio che ha portato dentro e fuori dal campo è stato determinante. Come lui è stato determinante Viceconti nel suo lavoro quotidiano, così come lo staff”.

Ha qualche rimpianto di questa stagione?
“Prima di gara 3 con Gardone per me è stato difficile non fare una pagliacciata fantozziana ed entrare in campo con i pantaloncini facendo l’accento svedese per rispondere Clerici alla lettura dei roster e giocare al suo posto. Quando vedi palazzetti così infuocati l’unico rimpianto è quello di non poter più giocare. Per il resto niente, quando le cose vanno bene non c’è niente da dire”.

Facendo una panoramica sul settore giovanile, da Responsabile come valuta la stagione passata?
“Qualche giorno fa ho scritto ai ragazzi quanto sia felice di vederli crescere. Non è scontato trovare ragazzi che vengano sempre 4 volte in palestra, che diano sempre il 100%, facciano pesi ed atletica senza lamentarsi, poi sono giovani e hanno alti e bassi, però la serietà che hanno dimostrato durante tutto l’anno è qualcosa di davvero unico. Questo è un traguardo che abbiamo raggiunto al terzo anno di progetto e che ritengo un dato di fatto in BBG, ormai si è capito che che chi arriva da noi lavora così. Penso che questa sia un’impressione che iniziamo a dare anche all’esterno. E’ un modo di lavorare che permette prima ancora che una crescita tecnica o tattica, soprattutto personale. Questo perché i ragazzi vedono l’allenatore come un punto di riferimento ed è importantissimo. Dal punto di vista tecnico, se tutto va come deve andare, l’anno prossimo avremo 4 squadre nei massimi campionati di categoria ed è un ulteriore checkpoint che il nostro progetto raggiungerà e che dovremo essere bravi a sviluppare. Questo in BBG come in tutto l’HUB, il percorso di crescita che stiamo portando avanti deve essere focalizzato poi nella possibilità di avere ragazzi pronti a prendersi la scena in campionati senior, com’è stato quest’anno l’esperimento con i nostri under 19 a Casorate in CSilver: i ragazzi si sono integrati benissimo nella realtà, non sono arrivati in maniera sfrontata, hanno saputo attendere il momento migliore per mettersi in mostra e quello per imparare ogni giorno qualcosa di più”.

C’è un metodo alla base per arrivare ad avere dei risultati così importanti in tutte le squadre e gruppi? Quello che potremmo definire il “trucco Fogato”..
“Il trucco Fogato non esiste, esiste un metodo di ricerca di allenatori e persone sempre migliori. I giocatori non si inventano, non si creano e non si distruggono. C’è chi nasce con un dono come Gallinari che lo può allenare chiunque e non cambia nulla, per gli altri gli allenatori e tutto lo staff sono parte fondamentale nel percorso di crescita. Dietro loro la parte dirigenziale deve essere ferma nel supportare il lavoro in palestra. L’allenatore deve allenare e portare dei valori, supportato dai dirigenti. Io come coordinatore sono sempre pronto a dare un consiglio su come gestire diverse situazioni in un metodo che si estende a macchia d’olio a tutto l’HUB. Ci sono regole di comportamento che valgono per tutti e che poi portano a questi risultati. I grossi investimenti che facciamo nella selezione del personale permettono una gestione più agevole di tutto il lavoro durante l’anno. Il fatto di avere Paolo Remonti a Casorate e Davide Cristallo a Cardano non è un caso, perché sono persone che sanno come ci si deve comportare”.

Tornando sulla Serie B, quanto costa fare un campionato di livello in questa categoria?
“Dipende, se parliamo di top class arriviamo ad un livello di budget che oè oltre il doppio del nostro. Questa Serie B associa realtà che puntano molto sul settore giovanile e che vogliono che esso sfoci in campionati senior, a realtà come Livorno o Rieti che non centrano nulla con noi a livello di concetto. Quello in cui dovremo essere bravi sarà equilibrare al meglio le risorse a disposizione e penso che a livello strutturale dovremo fare un salto in avanti. In questo penso che l’apporto che ci darà Lollo Prandi con le sue competenze ed esperienze che ha avuto, aa esempio Legnano, unito al fatto di aver già ragionato con la Lega, sarà importantissimo”.

Alessandro Burin

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