Quando torna a Varese, che sia città o dintorni fa sempre notizia. Gianmarco Pozzecco, neo CT dell’Italbasket, è stato ospite stamattina della concessionaria Marelli e Pozzi di Gavirate che, come fu per Meo Sacchetti qualche mese fa, gli ha consegnato la nuova MG EHS Plug-in Hybrid, in quanto MG concessionario ufficiale della Nazionale.

La curiosità è che Pozzecco ha ricevuto la stessa macchina che fu consegnata proprio a Sacchetti, in un passeggio di consegne non più solo simbolico, legato alla panchina dell’Italbasket, quanto concreto con questa vettura.
Nazionale che sarà in campo dal 2 all’8 settembre al Forum di Assago, quando affronterà il Girone C di qualificazione di FIBA EuroBasket 2022, scontrandosi con Estonia (2 settembre), Grecia (3 settembre), Ucraina (5 settembre), Croazia (6 settembre) e Gran Bretagna (8 settembre).

Un’avventura, quella con l’Italbasket, che il Poz ha accolto all’improvviso e con la solita intraprendenza che lo contraddistingue, facendo un passo in avanti molto importante nella sua carriera, dopo l’anno di lavoro e apprendimento passato alle spalle di coach Ettore Messina a Milano: “I primi mesi da coach della Nazionale sono stati estremamente complicati perché contemporaneamente stavo giocando i playoff con l’Olimpia Milano e quindi ero totalmente concentrato su quello. Diciamo che, vivere un’emozione così forte come ricevere questo incarico, grazie al Presidente Petrucci e Salvatore Trainotti che hanno preso questa decisione, è stato molto bello ma anche complicato, a maggior ragione in quel momento. Ora posso tuffarmi completamente in questa avventura. Sono stato abbastanza bravo, credo, nel riuscire a integrarmi subito nel mio nuovo ruolo e poi ributtarmi con altrettanta velocità nei playoff con Milano, che sono finiti nel migliore dei modi con la vittoria dello scudetto. Sto vivendo un momento professionale estremamente entusiasmante. Ciò che la gente fatica a capire è che come giocatore non avevo creato grandi aspettative di carriera, da allenatore invece ho stupito tutti, soprattutto me stesso, perché non avrei mai pensato di arrivare dove sono oggi e questo crea grandi aspettative che poi vanno confermate con il lavoro e i risultati. Sto sperimentando un nuovo modo di allenare, responsabilizzando molto i giocatori, che poi è ciò che fondamentalmente avrei voluto facessero con me“.

Pozzecco che, nelle prime gare da CT, ha chiamato anche due varesini, Woldetensae e Caruso: “Caruso lo conoscevo e seguivo dai tempi delle selezioni giovanili. Mi è sempre piaciuto come giocatore ed è anche un bravo ragazzo. Woldetensae non lo conoscevo così bene invece; mi ha positivamente stupito sia dal punto di vista tecnico che personale. Non sapevo cosa aspettarmi da lui, anche se mi aveva già ampiamente impressionato nella gara che aveva giocato contro Milano in campionato. Durante i giorni di lavoro a Trieste l’ho visto molto bene ed ho deciso di portarlo anche a Brescia. Purtroppo non è italiano ancora del tutto per la FIBA e la burocrazia ad essa collegata, se no lo avrei convocato ancora. Ne abbiamo discusso, sto cercando di fare in modo perché si accelleri questo processo burocratico per una circostanza che io reputo assurda, perché lui è italiano come me e come chiunque sia nato qui. Avrà sicuramente altre occasioni con la maglia azzurra, ne sono sicuro“.

Il neo CT azzurro infine non dimentica mai il suo legame con la città e la Pallacanestro Varese, di cui commenta con entusiasmo il nuovo corso targato Luis Scola: “Varese è la mia prima casa, il legame che c’è non si scioglierà mai. Luis Scola è un ragazzo straordinario, peccato per quella finale delle Olimpiadi di Atene nel 2004 che ha visto vincere lui e i suoi compagni e non noi (ride, ndr), ma è una cosa che ci lega tantissimo. Ho grande fiducia in lui per il presente e futuro della Pallacanestro Varese. E’ uno che sa quello che vuole, ha le idee chiarissime. Ha già dimostrato questo lo scorso anno facendo scelte che potevano essere discutibili e invece si sono dimostrate azzeccatissime. In più ha al suo fianco persone di grande spessore umano e professionale come il Toto Bulgheroni oppure come Alberto Castelli e questo per lui son certo sia un plus determinante per affrontare questa nuova avventura. Ho grande rispetto e stima di questo progetto e sono ottimista per il futuro“.

Alessandro Burin

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