Perché a volte quella che è sempre stata una tua arma ti si ritorce contro, perché a volte capita che non riesci ad imporre la tua legge e crolli sotto di essa in maniera impronosticabile.

Questo è quanto successo alla Pallacanestro Varese ieri sera, sabato 8 aprile, contro la UNAHOTELS Reggio Emilia, con i biancorossi usciti sconfitti per 81-85 dal Lino Oldrini dopo aver sfidato l’ultima squadra del campionato. Una Reggio che, di realtà ultima in classifica, ha mostrato ben poco, se non nulla, sul campo varesino, conducendo la gara praticamente dal primo all’ultimo minuto, imponendo il ritmo che voleva, colpendo Varese nei suoi punti deboli, guidata da quella fame che sempre le squadre invischiate nella lotta salvezza hanno in questo momento della stagione.

Lo sa bene la Pallacanestro Varese che negli ultimi anni di momenti così, purtroppo, ne ha vissuti parecchi, che di blitz così, per fortuna, ne ha scritti altrettanti, vedasi la vittoria sul campo di Milano un paio di stagioni fa; che di questa sconfitta sa, speriamo, cosa portarsi dietro per non ricascarci negli ultimi turni che mancano alla fine del campionato, per non compromettere un sogno playoff a portata di mano.

La OJM ieri sera ha dovuto fare i conti con una serata nerissima nel tiro da tre, 6/28 la percentuale finale, che è l’immagine più lampante, ma non l’unica, di una sconfitta che porta con sè tanto altro. Porta la difficoltà di Varese ad imporre il proprio ritmo, ancorata alla gestione del suo playmaker Ross, che è croce e delizia, molto più quest’ultima della prima, ma di cui è estremamente dipendente questa squadra, porta una Varese che si riscopre terribilmente fragile nel pitturato, che ha smarrito Willy Caruso ormai da qualche tempo, che ieri ha visto ingabbiato brown in mezzo alla coppia di falsi 3 Strautins e Olisevicius. Porta con sè il rammarico ed i dubbi, tanti, su Justin Reyes, ieri out ancor prima di entrare in campo a causa di un riacutizzarsi del dolore al ginocchio sinistro operato, ma mai del tutto guarito perchè del vero numero 12 biancorosso, dal post operazione, non c’è traccia.

Ed ancora una volta l’assenza del portoricano, seppur molto più in ombra che in luce nelle precedenti gare giocate, pesa come un macigno nelle rotazioni e nello scacchiere tattico di una Varese che è stata costretta a portare Owens ad aprirsi oltre l’arco per portare fuori i lunghi reggiani, lavoro che solitamente fa proprio Reyes; che è stata costretta a chiedere a Johnson un lavoro enorme sotto le plance, che è stata costretta ad arrendersi ad una serata in cui forse era scritto che quella regola amica negli ultimi anni alla OJM dovesse rifarsi proprio su di lei. Ma in fin dei conti può anche andare bene così, a patto che da qui alle prossime partite, soprattutto le due con Trieste e Scafati, la regola torni ad essere quella di una OJM praticamente sempre vincente con le squadre dietro di lei in classifica, la regola torni ad essere la via per il raggiungimento dei playoff, perché lo spettacolo non si fermi proprio sul più bello.

Alessandro Burin

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