Difendersi, ad ogni costo. Difendersi per salvare il presente ma soprattutto il futuro della Pallacanestro Varese. Questo c’è in ballo, questa è la posta in gioco che l’avvocato Storelli, l’avvocato Giampiero Falasca e l’avvocato Terzaghi sono chiamati a conquistare per salvare la Pallacanestro Varese.

Non esageriamo quando parliamo di salvare, usiamo le stesse parole espresse nella nota del club biancorosso di ieri, venerdì 14 aprile, quella contenente anche le prime parole di un sempre silente Luis Scola, quella che dà la prima impronta di quale potrà essere la tesi difensiva dei biancorossi, che diventerà concreta solo dal momento in cui la società riceverà le motivazioni della sentenza, sempre più probabilmente lunedì 17 aprile.

Per chi ama la smorfia e crede nella sfortuna, la sentenza è arrivata di giovedì 13 e le motivazioni dovrebbero arrivare di lunedì 17, insomma, due numeri non proprio fortunati ma Varese deve riuscire ad essere più forte anche di questo. Anche perchè, alla luce di quanto emerge nelle ultime ore, il -16 è una base di partenza più “soft” di quanto non sarebbe potuto e dovuto essere, secondo le richieste iniziali della Procura Federale, quel -24 che avrebbe voluto dire retrocessione pressochè assicurata per la OJM.

Una pena afflittiva, la più pesante mai data dalla FIP, che Varese considera sproporzionata in quanto l’eventuale irregolarità commessa sarebbe di carattere amministrativo e non sportivo, non avrebbe generato alcun vantaggio per la società, non incidendo in alcun modo sull’iscrizione al campionato in corso, riguarda rapporti con un ex giocatore e l’irregolarità che le è stata contestata non è stata commessa da propri attuali dirigenti. In particolare quest’ultimo punto, però, non ha alcun tipo di valore, in quanto la responsabilità oggettiva è in capo alla società e non singolo amministratore del momento, quindi per gli atti che sono stati firmati, per nome e per conto del club deve rispondere la società stessa.

La Procura Federale però basa la sua tesi forte e solida sulla carte firmata ad inizio stagione dal Presidente biancorosso Marco Vittorelli, nella quale veniva espresso come Varese non avesse alcun tipo di pendenze pregresse; pendenze che ovviamente invece, erano ancora presenti. Ma la linea difensiva biancorossa punta in maniera forte a far valere il fatto che Tepic, intanto, è un ex giocatore di Varese e quindi la sua situazione non può essere collegata all’iscrizione al campionato 2022/2023, quanto invece indicato dall’accusa, ma ancora di più, Varese cercherà di far valere il fatto che, in sede di presentazione della domanda d’iscrizione al campionato, avvenuta tra il maggio ed il luglio del 2022, la controversia con Tepic non era ancora esecutiva, lo diventerà il 25 ottobre con il BAT comunicato dalla FIBA.

Un punto importante, perchè i biancorossi, da questo, puntano a far valere la tesi secondo la quale, pur essendoci stato un errore, l’irregolarità sarebbe stata di natura puramente amministrativa in quanto formale e non sostanziale. Se così fosse, potrebbe venire meno l’accusa di frode ed illecito sportivo, ribaltando così totalmente la sentenza del Tribunale Federale e portando il tutto ad una sola ammenda che varierebbe tra i 20.000 ed i 100.000 euro.

Difficile, molto difficile che tutto il pacchetto accusatorio costruito dalla Procura Federale venga smontato in questa maniera ma tale è l’obiettivo di Varese. Un obiettivo da raggiungere con una vera e propria corsa contro il tempo: lunedì dovrebbero, ribadiamo, arrivare le motivazioni della ssentenza, da quel momento Varese avrebbe fino a 10 giorni di tempo per produrre il proprio ricorso alla Corte d’Appello Federale e presumibilmente lo farà in al massimo 3 giorni. Da quel momento in poi ci saranno i tempi di valutazione del ricorso e si dovrebbe arrivare a ridosso della sfida, ad oggi vitale con Scafati, del 30 aprile, per sapere il destino dei biancorossi.

Alessandro Burin

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