Il Tennis Club Varese occupa quasi un’intera collina tra i poggi a riviera di Casciago: situato in via Matteotti, il TC Varese è da anni sinonimo di tradizione tennistica. Dotato di una location da sogno, il club varesino possiede 11 campi da tennis di cui 4 coperti e 7 scoperti, la fortuna di chi frequenta questo circolo sta proprio nel potersi divertire giocando a tennis immersi nel verde del parco di una villa storica.

Per poter sapere di più di un posto così affascinante e ricco di tradizione abbiamo incontrato Luca Ballan, figlio del presidente del circolo, responsabile di molte attività all’interno della struttura nonché dirigente FITP di secondo grado, e gli abbiamo posto qualche domanda.

Per cominciare partirei proprio dalla vostra location. Puoi raccontarci di più sulla villa e il parco che vi “ospita”?
“Questa era la villa di Lucia Valerio, campionessa italiana di tennis nei primi anni del ‘900. La struttura è molto ampia e comprende la vera abitazione, che ad oggi è l’istituto comprensivo Campo dei Fiori Comerio, la stalla, che funge da club house per il circolo e il parco, che è stato in parte convertito a campi da tennis e in parte lasciato intatto. Avere la possibilità di ospitare giocatori, sia amatoriali che agonisti, in un posto come il nostro è un motivo di vanto e d’orgoglio. Di tutti i nostri i campi il più importante e con maggior storia è sicuramente il numero 6, dedicato proprio a Lucia Valerio”.

Facciamo un passo avanti e arriviamo ai tempi attuali. Come si è evoluto il circolo e che ruolo ha la scuola tennis?
“L’evoluzione del TC Varese è stata sicuramente fatta di alti e bassi. Nei primi anni 2000 eravamo riusciti ad ospitare anche dei tornei internazionali poi ci siamo un po’ fermati. Io, personalmente, sono entrato a far parte di questo posto a settembre 2014 e quindi quel periodo, per forza di cose, l’ho vissuto meno. Adesso, complice anche il Covid, stiamo vivendo una fase di transizione e ripartenza: la nostra scuole tennis ha ripreso a funzionare bene, abbiamo un centinaio abbondante di bambini nella SAT e una dozzina nell’agonistica. Sicuramente l’obiettivo, concordato con lo staff, è proprio di lavorare bene sul vivaio e ampliare ancor di più i numeri e il nostro bacino di utenza. Sono consapevole che non sarà facile, ma ci proveremo facendo del nostro meglio”.

Hai parlato dello staff e allora la domanda sorge spontanea. Parlaci un po’ del vostro gruppo di lavoro…
“Sono contento che tu me lo abbia chiesto perché, a mio parere, stiamo mettendo su un bel team di lavoro. Il direttore della scuola tennis è Michele La Gioia, istruttore di primo grado FITP ma con una grande esperienza e in più è anche nostro socio. Oltre a lui ci sono Alessia Piran (maestra nazionale FITP ed ex 917 WTA, ndr), Filippo Nicora (istruttore secondo grado FITP, ndr) e Damiano Agostini (istruttore secondo grado FITP, ndr); la parte della preparazione atletica la cura Eva Cacioppo, laureata in scienze motorie. Come detto prima, sono un ottimo gruppo di lavoro, assortito e affiatato, e l’obiettivo di crescere coi numeri passa anche dal loro costante impegno”.

Invece a livello di squadre iscritte ai vari campionati degli affiliati FITP come siete messi?
“Questa è sicuramente una nota dolente. Il nostro numero ristretto di agonisti non ci permette di poter iscrivere tante squadre, sia a livello juniores sia a livello Over: abbiamo una squadra Under18 maschile, una Over 60 maschile e una D3 maschile. L’obiettivo, anche qui, di concerto con la scuola tennis, è di progredire e mandare più squadre a rappresentare il nostro prestigioso circolo. Basterebbe poco per aggiungere pedine alle nostre squadre o comunque formarne altre, ma la nostra visione è a medio-lungo termine. Il lavoro sul vivaio ci porterà, come spero e penso, ad avere più squadre con tanti prodotti del nostro settore giovanile”.

Spostiamoci sull’organizzazione dei tornei. Siete sempre stati un circolo molto propositivo da questo punto di vista.
“Puoi dirlo forte. Come ti ho raccontato prima, nei primi anni 2000 addirittura siamo arrivati ad ospitare tornei internazionali da 45mila dollari di montepremi. È stata sicuramente una fase molto florida del circolo e la struttura ci permetteva di organizzare determinati tipi di manifestazioni. Comunque ci siamo sempre mantenuti attivi e abbiamo sempre ospitato tanti giocatori sui nostri campi: fasi di Macroarea dei campionati a squadre, tornei Open, tornei di terza e quarta categoria e molti altri. L’avvento della pandemia ci ha un po’ tagliato le gambe e abbiamo dovuto fare di necessità virtù, guardando prima ai conti del club e alla manutenzione piuttosto che all’organizzazione di tornei. Una cosa che, però, mi preme sottolineare è che abbiamo organizzato comunque tornei di beneficienza coinvolgendo tanti dei nostri frequentatori abituali e tutto il ricavato delle iscrizioni è stato destinato ad una buona causa (nel 2022 ad Emergency, ndr). Inoltre è nella mia testa provare, dalla prossima stagione, a riorganizzare tornei FITP”.

Dicevi poco fa che sei arrivato a Casciago nel 2014. Hai fatto in tempo a vedersi allenare una promessa del tennis varesino come Samira De Stefano.
“Assolutamente sì. Quando sono arrivato qui il responsabile dell’attività tennistica era Andrea Begnis, un maestro di alto livello oltre che formidabile ex giocatore: con lui abbiamo tirato fuori tanti talenti e su tutti proprio quello di Samira. Negli anni, ovviamente, le nostre strade si sono separate, ma vedere che sta raggiungendo ottimi risultati mi inorgoglisce comunque, dato che i suoi primi veri passi nel settore agonistico li ha fatti qua da noi. Adesso è 954 WTA e le auguro di salire ancora molto in classifica e togliersi grosse soddisfazioni”.

Per concludere ti vorrei chiedere di parlarmi dei vostri progetti futuri: cosa bolle in pentola?
“I propositi per il futuro sono più di uno. Al primo posto, come ti anticipavo prima, c’è quello di continuare e migliorare il lavoro con il vivaio: un lavoro che non dev’essere solo ed esclusivamente all’interno del rettangolo di gioco, ma anche fuori. La conoscenza del tennis passa anche dall’aspetto mentale e psicologico e vogliamo insegnare ai nostri ragazzi anche a guardare il tennis con un giusto occhio. Dopodiché sicuramente la sistemazione e la manutenzione della struttura per noi è fondamentale: avendo uno spazio così ampio non possiamo permetterci di trascurare nulla. A proposito, un obiettivo sarebbe quello di coprire altri due campi, così da ampliare l’offerta durante il periodo invernale. Ultimo ma non per importanza, la ripresa dell’organizzazione delle competizioni: ho seguito anche il mondo del circuito amatoriale TPRA e anche quello potrebbe essere un buon punto di ripartenza, oltre, ovviamente, ai tornei FITP. In un circolo del genere non ci si può mai accontentare”.

Filippo Salmini

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