Si è conclusa questa lunga ed emozionante stagione di Promozione e con essa si sono delineati anche gli ultimi verdetti: a uscire vincitrice dallo scontro playout contro l’Accademia Inveruno è stata l’Ispra. Uno dei protagonisti del finale di stagione è stato certamente Moussa Coulibaly: il classe ’98 ha disputato un’annata particolare, dato che a causa dello scarso utilizzo e di incompatibilità con il lavoro ha deciso di smettere.

A dicembre però l’Ispra lo ha richiamato e Coulibaly ha risposto presente, nonostante la condizione fisica non fosse più delle migliori. Un altro aspetto che rende ancora più peculiare la stagione dell’attaccante è il fatto che, sempre a causa lavoro, non si sia potuto allenare con l’Ispra e che abbia quindi dovuto trovare un accordo per lavorare in settimana a Sesto o a Vergiate per poi poi indossare la maglia nerazzurra la domenica. Nonostante questa non sia certo la condizione migliore per potersi esprimere al meglio, la conoscenza iniziata la passata stagione con la maggior parte dei compagni e una certa attenzione da parte dell’allenatore nel preparare le partite hanno fatto sì che questo non diventasse un problema per l’intesa di squadra. 

Lo stop da ogni attività per qualche mese ha certo condizionato le prestazioni dell’attaccante che riconosce di non aver disputato la migliore stagione in carriera, anche se impegno e  sacrificio non sono mai mancati: negli ultimi due mesi in particolare, con la forma fisica in miglioramento, anche l’impatto è stato più evidente tanto da risultare decisivo in alcuni match. Per quanto riguarda l’Ispra, secondo Coulibaly, seppur la stagione sia stata positiva, essendosi conclusa col raggiungimento del risultato agognato a inizio anno, ma rimane un po’ di rammarico per quello che la squadra avrebbe potuto fare. Per l’attaccante i playoff erano alla portata già da quest’anno e pensa che l’anno prossimo la squadra possa lottare davvero per raggiungere questo obiettivo. 

Ripercorrendo insieme la tua carriera.
“Ho iniziato a dieci anni alla Sestese: dato che segnavo parecchio giocavo con quelli più grandi e così mi sono fatto notare da alcune grandi squadre. Sono stato in prestito all’Atalanta e poi al Milan fino al 2014: in quegli anni ho giocato tra gli altri con Cutrone e Locatelli. Successivamente sono andato in prestito alla Pro Patria, giocando in settimana con la primavera e alla domenica con la prima squadra. Ho deciso poi di fare esperienza in Serie D a Bolzano e poi in Valle d’Aosta. Nel 2018 sono tornato a Sesto. Con il lavoro non riuscivo a tenere il ritmo dell’Eccellenza, quindi l’anno scorso sono venuto a Ispra. Lavorando di sera questa è stata l’unica squadra che ha accettato di avermi nonostante non potessi allenarmi con loro. Per restare in condizione in settimana ho trovato l’accordo con Sestese e  Vergiatese per svolgere parte dell’allenamento con loro”.

Quanto è stato difficile creare intesa con i tuoi compagni, non potendo allenarti con loro in settimana?
“Sinceramente non molto: il gruppo è rimasto simile a quello dell’anno scorso, quindi i compagni conoscono bene le mie caratteristiche e sanno quello che posso fare in campo. Inoltre anche l’allenatore in settimana preparava le partite in base alle mie qualità e questo mi facilitava parecchio la domenica perché la squadra sapeva già quello che doveva fare. Più difficile è stato gestire l’allenamento con l’altra squadra: non giocando le gare ufficiali, nei momenti chiave della preparazione alla partita venivo mandato a fare lavoro individuale e seppur sia una scelta comprensibile non è sempre stato facile accettarla”. 

Sei soddisfatto della vittoria ai playout? Che voto daresti alla stagione dell’Ispra?
“Sono molto soddisfatto del risultato finale. Credo che la stagione sia da 7, ma con rammarico, perché se è pur vero che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, credo che questa squadra avesse il potenziale per puntare già da quest’anno ai playoff. A maggior ragione da come eravamo partiti credo che la nostra stagione sarebbe potuta essere ancora più positiva”.

Come valuti invece la stagione dal punto di vista personale?
“Per me non è stato semplice: a inizio anno giocavo poco e dovendo fare sacrifici al lavoro per venire la domenica, ho deciso di smettere. A dicembre mi hanno richiamato e ho deciso di tornare ma ormai la mia condizione fisica era pessima. Quando stavo bene giocavo poco, mentre invece quando ormai non ero in forma ho trovato più spazio: per questo credo che sia stata la stagione peggiore della mia carriera dato che avrei potuto fare molto di più. Negli ultimi due mesi mi sono sentito meglio e ho reso di più, quindi il voto complessivo della stagione è un 6.5”.

Nonostante la stagione particolare sei riuscito a dare il tuo contributo anche quest’anno.
“Sì, sicuramente. Come dicevo prima gli ultimi due mesi in particolare sono stati positivi perché ho recuperato la forma e ho potuto esprimermi quasi al meglio delle mie potenzialità. I miei compagni mi conoscono e sanno che quando scendo in campo dò il 100% e cerco sempre di aiutare la squadra, anche sacrificandomi se necessario”. 

Quali sono gli obiettivi per la prossima stagione?
“Quest’anno eravamo partiti con l’obiettivo della salvezza ma penso davvero che avremmo potuto puntare anche più in alto. Il mio obiettivo è cercare di portare la squadra a lottare per le prime posizioni della classifica e anche se non conosco il pensiero della società a riguardo penso che questa sia anche la loro intenzione per il prossimo anno”.

Giovanni Enrico Civelli

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