A Riccardo Colombo resta una magrissima consolazione. Che è anche una (beata) speranza. Peggio di così sarà davvero difficile fare. Perché lo spettacolo di sciatteria difensiva messo ieri in scena contro la Triestina rappresenta un benchmark negativo senza precedenti. E (auspicio) anche senza ulteriori repliche. “In carriera non mi è mai capitato di prendere 3 gol uguali”. Chiosa turottiana aliena alle didascalie vista la discreta quantità di calcio officiata in carriera dal Biellese. Tre reti omologhe incassate da corner (che sarebbero 4 se sommate a quella già subita mercoledì a Zanica), potrebbero avere svariate matrici. Da ridurre però drasticamente a una: cattiva preparazione tecnica. Tutto il resto (approccio, atteggiamento e aggressività secondo un cliché riproposto dal fagnanese anche dopo lo 0-3 contro l’Unione) è semplicemente figlio di una settimana di lavoro di qualità insufficiente per gli standard richiesti dalla categoria. Meglio dirselo così, senza ricorrere a perifrasi. Perché il tempo (non moltissimo, per la verità), c’è ancora. E il percorso proposto durante la preseason sembrava quello consono all’obiettivo stagionale (leggasi salvezza). Prima che la durissima legge del Campionato non lo rimettesse in discussione. Mettendo a nudo una fragilità estranea alle abitudini biancoblu. I giovani devono essere lasciati sbagliare? Ci mancherebbe. Ma fino a quando? Venerdì sera con la Pergolettese (ore 20.45, stadio “Voltini”), sarà il caso di cominciare a piazzare i primi paletti.
Mi fido di te, cosa sei disposto a perdere
La sintesi pop di Jovanotti potrebbe avere il suo perché se applicata alla realtà tigrotta. La fiducia è a tempo. Per tutti su questa terra. Per gli allenatori (purtroppo, sia chiaro), un po’ di più. La scelta di affidarsi a Colombo è stata logica, meditata e frutto di una gestione congrua alle attuali dimensioni della Pro Patria. Avere ora dei ripensamenti oltre che affrettato sarebbe soprattutto incoerente. E (infatti) non è questo il tema del giorno. Dall’altra parte però, serve una linea retta nella gestione che conforti l’investitura ricevuta. Altrimenti, si va a sbattere. O lo si è già fatto. “Bisogna cominciare a badare al sodo”, ha confessato ieri il tecnico tigrotto. Dopo che sabato aveva già lasciato intendere che l’attenzione alla costruzione del gioco avesse forse sottratto focus difensivo alla squadra. Avere coscienza delle priorità è decisamente il primo passo.
Quando il gioco si fa duro…
Il calendario delle prime giornate (lo dice la classifica) sarebbe stato anche potabile. Se è vero che (Triestina esclusa che comunque ha perso 2 delle prime 4), Giana, Novara, Arzignano e AlbinoLeffe hanno fatturato (in cooperativa) 17 punti con 11 sconfitte e 35 gol subiti. Fare più della quota 4 contabilizzata dalla Pro Patria più che un’opzione sarebbe stata una necessità. Se non altro perché dopo la prevalente Side B di queste prime 5 giornate, nella prossima cinquina toccherà frequentare la parte sinistra della graduatoria con (nell’ordine), Pergolettese e Padova fuori, Mantova in casa, Renate in trasferta e Trento allo “Speroni”. Con tanto di supplemento della sfida ai virgiliani capolista anticipata dal primo turno di Coppa Italia (martedì 3 ottobre al “Martelli”). Oroscopo da paura. Ma quando il gioco si fa duro…ecco, appunto.
C’era una volta lo “Speroni”
Fattore campo? Grazie, non fumo. La formazione tigrotta non vince in casa da 231 giorni: 5 febbraio, 2-0 sul Vicenza. Da allora, 4 pareggi e 5 sconfitte nelle successive 9 uscite. Sommando il PIL delle ultime 2 stagioni nell’anno solare 2023, la Pro Patria ha totalizzato 8 punti in 12 gare casalinghe con una sola vittoria, 5 pari, 6 rovesci, 9 reti fatte e 20 subite. Per la cronaca, in trasferta i numeri dicono che in 11 partite sono stati messi insieme 14 punti (4 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte) con 9 fatte e 13 subite. Nel complesso la produzione targata 2023 resta più che deficitaria: 22 punti in 23 gare (media 0.96).
Amen Corner
Per i golfisti rappresenta uno dei Moloch dei 4 Majors stagionali. E cioè l’angolo costituito dalle buche 11, 12 e 13 dell’Augusta National in Georgia. Talmente ostiche da indurre gli astanti a invocare l’amen per implorare pietà. Un po’ quello occorso ieri alla difesa biancoblu una volta incassato il terzo gol (identico) su corner contro la Triestina. Angolo dalla destra ad uscire di D’Urso con parabola di non impossibile lettura (eufemismo) e 2 volte Lescano ed una Struna piazzano (di testa) alle spalle di Rovida. Tre gol nei primi 6 angoli alabardati (alla fine saranno 9) dopo che mercoledì l’AlbinoLeffe aveva raddoppiato su uno dei suoi 2 corner di serata. Significa che nel giro di 8 angoli, la Pro Patria ha subito 4 reti. Record? Beh, difficile pensare che non lo sia.
Tutti pazzi per la fuga
Il gruppo si screma. E le candidate alla promozione diretta guadagnano un posto in prima fila. Mantova (secco 3-1 sull’AlbinoLeffe) e Padova (2-0 e Virtus Verona a nanna) in vetta, Vicenza (Pergolettese regolata su rigore) e Triestina di rincorsa. La sorpresa della 5^? Il Fiorenzuola che batte in casa il Trento (2-1). La conferma? L’Alessandria alla deriva che prende 3 peperoni dal Lumezzane. La delusione? Forse ancora il Novara che non va oltre l’1-1 al “Piola” contro una Giana che proveniva da 3 sconfitte. Venerdì Triestina – Mantova. Scontro già da notevole salivazione.
Giovanni Castiglioni