Contava solo vincere e Varese ha vinto.

Esattamente come qualche giorno prima in Romania, quando in palio c’era il passaggio del turno e al di là di tutti i discorsi legati ad un risultato dipeso non solo da Varese ma anche dalla sconfitta di Leiden, i biancorossi avevano vinto e passato il turno di FIBA Europe Cup, accedendo ai quarti di finale.

Così, in una settimana, la truppa di coach Bialaszewski mostra tutto il suo cinismo, centrando due vittorie che in gran parte svoltano la stagione: perchè l’accesso ai quarti di finale di FIBA Europe Cup è obiettivo non scontato da raggiungere e che apre la prospettiva, concreta e succulenta, di poter riportare un trofeo ai piedi del Sacro Monte dopo oltre 20 anni, e perchè la vittoria su Pesaro fa fare un passo lungo e molto ben disteso nella corsa verso la salvezza.

Due successi che vedono lo stesso risultato finale (la vittoria) ed arrivati per certi versi nella stessa maniera: ovvero piacendo poco ma concretizzando molto. Due successi che arrivano con il segno, indelebile, di quell’uomo che da inizio stagione sta trainando la carretta biancorossa, ovvero capitan Hanlan che, sia in Romania che ieri sera a Masnago, si è caricato per l’ennesima volta la squadra sulle spalle portandola al successo, giocando un grande terzo quarto sia contro Oradea che contro Pesaro.

Due vittorie che segnano anche il momento non brillante di Nico Mannion, apparso imballato e poco esplosivo, ben chiuso e arginato dalla difesa marchigiana soprattutto ieri sera, e per questo ancor più preziose.

Vittorie che riportano in auge il nome di Tomas Woldetensae che, in una stagione assolutamente da dimenticare finora per lui, si ridesta, come un virgulto, nel momento del bisogno, con la OJM costretta ad un cambio in meno in attesa del mercato, facendo un po’ quello che non gli era riuscito mesi fa: prendersi la scena quando ne ha l’occasione.

Woldetensae lo ha fatto, soprattutto con i marchigiani, in maniera cinica, perfetta espressione di quello che è stata Varese in queste ultime due sfide, che segnano due step cruciali nel cammino stagionale di una squadra che per quanti problemi e limiti possa avere, si è messa nella condizione, ora, di vivere un finale di stagione potenzialmente entusiasmante, provando a far esplodere di gioia un popolo che da troppi anni attende di festeggiare qualcosa di più di una semplice salvezza.

Alessandro Burin

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