La Pallacanestro Varese ha urgente bisogno di ritrovare Davide Moretti.

E’ molto più che una necessità, questa, in casa biancorossa, dopo l’addio di Hanlan e l’arrivo di Hugo Besson che di certo, non può prendere il ruolo dell’ex capitano biancorosso per quanto riguarda la potenza di fuoco nelle mani.

Così, come già dimostrato ampiamente a Milano, il solo Mannion non può essere l’unica vera bocca da fuoco in una Varese che ha un atavico bisogno di punti e di triple per non buttare al vento quanto di buono costruito prima della pausa delle Nazionali, ma soprattutto per uscire “indenne” da questa settimana che definire delicata è poco.

Nymburk e Brindisi, due partite che più che tali hanno le sembianze di due sentenze senza possibilità di appello per i biancorossi, che solo con due vittorie potrebbero davvero lasciarsi alle spalle il -31 di Milano che più di una scoria ha lasciato, in campo e fuori.

Così, per riuscirci, Varese avrà bisogno di un Davide Moretti nettamente migliore di quello che al Forum ha realizzato soli 5 punti in 23′, tirando con 1/4 da tre punti e 2/5 complessivo dal campo. C’è bisogno della migliore versione del Moro, quella che, dopo l’infortunio al bicipite femorale della gamba sinistra, si è vista in una sola occasione, contro il Chemnitz, in FIBA Europe Cup a Varese, quando davanti agli occhi di papà Paolo, il “Moro” ha chiuso il match con ben 29 punti.

L’unico squillo in una seconda parte di stagione che si sta rivelando complicata per Moretti ed a raccontarlo non è chi scrive ma i numeri: fino alla gara contro Brindisi, quella dell’infortunio, Moretti stava viaggiando in campionato con una media di 13.81 punti segnati, mentre dal post infortunio, nelle successive 7 partite disputate in LBA la media si è abbassata a 8.4 punti.

Non solo i punti ma anche gli assist, statistica sulla quale il Moro stava lavorando fortemente da inizio stagione, con risultati soddisfacenti: sempre nelle prime 11 gare di campionato, Moretti viaggiava a una media di 4 assist a partita, con i picchi di 9 e 11 realizzati rispettivamente nelle gare contro Sassari e Scafati; nelle ultime 7 questa media si è abbassata a 1.4.

Dati eloquenti sul momento di Moretti che, dall’arrivo di Mannion e compatibilmente alla presenza di Hanlan, si era trovato più in secondo piano rispetto alle gerarchie iniziali di stagione. Gerarchie che, con l’addio di Hanlan, sono state ristabilite, riportando il numero 11 al centro dello scacchiere tecnico e tattico della squadra, in un ruolo nel quale le responsabilità sensibilmente aumentano ma anche lo spazio ed i minuti da potersi giocare.

Ed allora l’opportunità, per Moretti, diventa ghiottissima: fare un grande finale di stagione per provare a mettere anche in dubbio coach Gianmarco Pozzecco in vista del pre olimpico con l’Italbasket, ma soprattutto portare la sua Varese ad una salvezza tranquilla e a provare a vincere la FIBA Europe Cup. Si riparte da Nymburk ed in campionato, gioco del destino, proprio da Brindisi, nella chiusura di un cerchio complicato da cui il “Moro” deve riemergere come una fenice dalla cenere. Ne ha bisogno lui, ne ha bisogno tutta Varese.

Alessandro Burin

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